domenica 30 ottobre 2011



GIORNATA NAZIONALE NO AL CARBONE



BRINDISI 29 OTTOBRE 2011



PRESIDIO DINANZI ALLA CENTRALE AL CARBONE DELL'EDIPOWER



FOTO E VIDEO E LINK SU



lunedì 24 ottobre 2011






Don Mazzi il prete scomododell’Isolotto è morto!
23 ottobre 2011 Don Mazzi , l’icona dei preti “indignados” del 68 e colui che portò lo spirito della Resistenza e della democrazia nel cuore del popolo della Chiesa ci ha lasciato!
http://www.pugliantagonista.it/archivio/don_mazzi.htm


Nell’era dei media in cui è la notizia più sensazionale quella che fa audience . la morte di un vecchio prete che da giovane era stato un gran rompicoglioni è stata cancellata dalle prime pagine di giornali e tv nascosta dalla morte di un campione di moto o da una “troppo pacifica” manifestazione NO TAV.
Ci tocca a noi, che fummo allievi di questo “cattivo maestro” della Chiesa, a ricordarlo con gioia e tanto dolore per la sua scomparsa, riflettendo quanto influirono, nel mondo cattolico più sensibile alle istanze sociali, le battaglie che Don Mazzi e tanti preti “impegnati” condussero per poter far sì che la comunità religiosa fosse parte integrante di quelle istanze di cambiamento provenienti dall’intera Umanità , esattamente 50 anni fa ,
La richiesta era che la Chiesa contribuisse a far riacquistare il senso della ragione al mondo di allora, mettendo da parte le illusioni che un capitalismo rampante e neocolonialista elargiva ad una parte del mondo, per rapinarne un’altra, con la benedizione della Chiesa in nome dell’anticomunismo e del “meglio morti che rossi”.
Ricordare Don Mazzi, senza parlare della comunità dell’Isolotto, sarebbe una bestemmia e lo faremo con le sue parole quando intervistato da Carlo Falconi che scriveva per l’Espresso gli chiese quali furono le “cause eccezionali”che portarono alla nascita di quella esperienza cattolica di base che fu esempio e guida per tante altre comunità che nacquero in tuta Italia segno di un movimento di “indignados” della Chiesa cattolica degli anni 60.
“…L’Isolotto fu l’incontro di preti non assimilati al sistema con una popolazione sradicata da altri luoghi che si ritrovò ad iniziare una vita in un quartiere in cui si doveva ricominciare da zero. Una realtà urbanistica sociologica assolutamente originaria che rese possibile ai suoi abitanti di organizzarsi e strutturarsi autonomamente. “…
Ma quale la differenza tra le realtà dei tanti quartieri ghetto che crescevano come fughi e satelliti delle città industriali in espansione in quei travolgenti anni 60?
“…Ebbene se i suoi abitanti avessero deciso di omologarsi l’Isolotto non sarebbe mai nato, invece essi decisero di fare esclusivamente da sé e tutti insieme, in piena autonomia, dopo aver discusso di ogni decisione ed averla adottata a maggioranza”…
In questo contesto il merito di don Mazzi , inviato come parroco dal cardinale Elia Dalla Costa fu quello di rifiutare di imporre la struttura della parrocchia-tipo e si rivolse ai parrocchiani chiedendo cosa desideravano che si facesse insieme. Insomma portò lo spirito più vero del messaggio di Cristo, che mutueremmo con il detto maoista, che il prete come il vero comunista debbono “servire il popolo”.
L’incontro tra un popolo “senza radici” in un quartiere che doveva essere ghetto di emarginazione e un prete che anche lui aveva provato sulla propria pelle il senso dell’abbandono traumatico, con la morte prematura della madre, fu esplosivo.
Il giovane don Mazzi entrato in seminario nel 1940, l’anno in cui l’Italia entrava in guerra, e vi rimase sino al 1949, ma già allora diede segno di essere un bastian contrario, evitando di passare il suo tempo libero tra preti e seminaristi e preferendo trascorrerlo con i contadini del Mugello, credenti sinceri ma sfiduciati della Chiesa, troppo lontana e sorda alle loro esigenze.
Grazie ad un prete suo compaesano, che lo mise a conoscenza della esperienza dei preti –operai di Francia e la lettura degli scritti del cardinale Suhard, di padre Loew, don Michonneau, ma innanzi tutto grazie all’incredibile fortuna di avere don Lorenzo Dilani suo compagno di studi col quale tradusse il libro “Francia , paese di missione” di Godin, andò a maturare l’idea di voler realizzare le speranze che aveva raccolto dall’umile gente della sua terra, uscendo fuori dalle strade battute dai suoi confratelli, come un NO TAV che si avventura per i sentieri di montagna per aggirare gli sbarramenti delle truppe di occupazione in Val Susa.
.Quando nel ’54 fu inviato all’Isolotto, dal cardinale Dalla Costa, si convinse di aver raggiunto la Terra Promessa: poteva cominciare partendo da zero come lo avevano fatto gli Apostoli alla nascita della Chiesa.
Nel quartiere non vi era né parrocchia , né canonica ed aveva a disposizione solo due stanze in una casa in comune in un lotto di INA-Case.
Ad affiancarsi a lui giunse un’altra figura con la quale il suo operato si fuse, quasi rendendo indistinguibili l’uno dall’altro: don Sergio Gomiti.
In seguito, dopo aver condotto la missione pastorale tra mille difficoltà, giunse una chiesa con annessa canonica che ben presto divenne un a specie di centro sociale autogestito.
I primi problemi affrontati furono quelli della povertà nell’Isolotto e l’apertura dei fedeli agli emarginati, della liturgia e della vita comunitaria, in uno scambio simbiotico tra laici e preti, intellettuali ed operai, interpretando il Vangelo come buona novella per i poveri e invito alla solidarietà e alla fratellanza nei fatti.
L’abolizione del denaro nella comunità dei fedeli.
Volendo realizzare la comunione dei beni, di fronte al rischio di affidarsi agli organismi finanziari per l’amministrazione ( le banche) e ritenendoli elementi liberticidi dovettero abbandonare il progetto. Avevano scacciato il denaro dalle funzioni religiose che dovevano essere gratuite e aborrendo il Dio Denaro, anche in forma di carità presente nella sacralità della parrocchia, decisero di far sì che l’opera caritatevole, nei confronti dei bisognosi, fosse assunta direttamente da singoli e famiglie, sia che si trattasse di ospitare orfani o dare lezioni, ecc
L’abolizione delle liturgie superflue
Un’altra bestemmia fu l’abolire le pratiche devozioniste non necessarie, novene, ecc, mentre si anticipò con la semplificazione e la parziale abolizione del latino quello che fu poi lo spirito del Concilio.
La canonica ben presto divenne luogo dove posero le basi le diverse branche dell’Azione cattolica o delle ACLI , ma dopo averle ospitate esse, gentilmente, dopo l’ospitalità di un anno per renderle autonome, venivano invitate a lasciare i locali affinché la parrocchia ritornasse nelle disponibilità del popolo di Dio
Nel ’58 la svolta.
Fu l’anno degli scioperi per i licenziamenti alla Galileo e la chiesa divenne sede di assemblee di solidarietà dalle quali nacque poi la spinta della necessità di aprirsi anche ai problemi che assillavno il nostro Paese e il mondo ovvero con le parole di Don Mazzi :…”vivendo il Vangelo come una dimensione di autentica incarnazione…”
Furono dieci anni di crescita, esperienze uniche che resero l’Isolotto una comunità scomoda nella Chiesa che doveva confrontarsi con la guerra tra i Blocchi, le guerre di indipendenza anticoloniali in tutto il mondo , l’acuirsi della disparità tra sociali.
Nel 68 la comunità dell’Isolotto ormai è parte di un movimento trasversale che percorre il corpo della Chiesa che in ceri momenti vive profondi momenti di contestazione.
Quando i fedeli occupano il Duomo di Parma , il 14 settembre, richiedendo il diritto all’Assemblea, ed il Papa che pubblicamente, in udienza generale, li condanna, la Comunità dell’Isolotto invia , il 22 settembre una lettera di solidarietà che elenca le critiche… “ ad una Chiesa invischiata al sistema, incatenata agli interessi finanziari dove Papa , vescovi e sacerdoti qualificati sono ricolmi di onore e potere …e di beni…. E dove la parola carità e comunione sono una lapide imbiancata su un sepolcro che nasconde putridume e inimicizia strutturale verso i poveri, e una mancanza di vero amore che gridano vendetta al cospetto di DIO…-“
La riposta dell’apparato repressivo ecclesiastico fu durissima: il cardinale Florit intima in una lettera a don Mazzi di ritrattare o dimettersi
Il 9 ottobre è la comunità parrocchiale che si autodenuncia assumendosi la responsabilità della solidarietà ai contestatori di Parma.inizia la guerra tra Osservatore romano e i fedeli fiorentini che raccolgono firme in tuta Firenze a in solidarietà a don Mazzi.
Il 31 ottobre sono 4000 persone che si riuniscono all’isolotto per approvare una lettera che invia il cardinale Florit a confrontarsi con loro.
Il 6 novembre 1968 il cardinale Florit rientrato dal Brasile va in Vaticano per radunare le truppe. Mentre l’Unità e il Lavoro pubblicano una lettera a favore di don Mazzi e contro Florit di centootto sacerdoti e religiosi fiorentini
Il 28 l’Editrice fiorentina pubblica il catechismo dell’Isolotto intitolato “incontro a Gesù”
Il 29 la Curia fiorentina ne vieta l’adozione del catechismo dell’Isolotto
Il 2 dicembre1968 Florit riceve don Mazzi, due preti e alcuni laici dell’isolotto, ma poi in privato gli consegna l’ordine di rimozione dalla parrocchia. Don mazzi si rifiuta di sottoscriverlo.
Il 4 è ufficiale: don Mazzi è rimosso
il 4 un cattolico integralista denuncia il catechismo dell’isolotto alla magistratura per vilipendio della religione dello Stato
Il 5 don Mazzi annuncia la sua rimozione duemila persone dall’isolotto marciano in corteo verso la cattedrale
Il 7 è la volta di don Gomiti dà le dimissioni dalla sua parrocchia, la Casella. Mentrei piazza duono si raccolgono firme contro il vescovo.

Dal 10dicembre sino al 21 a Roma gruppi di studenti a Piazza San Pietro dimostrano a favore di don Mazzi.
Il 21 giunge don Mazzi in Vaticano per chiedere udienza a Paolo VI, ma li riceve il sostituto Benelli. Ormai don Mazzi per la Chiesa è fuori!
Il 24 mons Panerai, con la polizia, si presenta all’Isolotto per chiedere le chiavi della parrocchia
Il 29 dicembre è monsignor Alba che viene contestato dai fedeli perchè cerca di officiare messa circondato da un gruppo di missini. La Curia poi dirà che non li aveva invitati lei.
Il 31 dicembre 1968 alle 11, 50 don Mazzi consegna le chiavi della chiesa dell’Isolotto, pur continuando a rimanervi.
Tra il 1 gennaio 1969 e il 30 gennaio è guerra aperta: cattolici di destra denunciano 5 sacerdoti e 11 laici per istigazione a delinquere, a cui i fedeli rispondono autodenunciandosi in ottocento, in fila alla procura della Repubblica per gli stessi reati.
Il 24 gennaio Don Mazzi consegna alla Curia la chiesa, che verrà chiusa tempo indeterminato, con il relativo sfratto di due malati senza famiglia che avevano trovato in essa ospitalità
Quel 69 che 11 mesi dopo vide l’orrore della nascita della stagione delle stragi, il 12 dicembre a Piazza Fontana a Milano per mano di neofascisti, non poteva iniziare peggio, con questa pulizia etnica nella Chiesa con il favore e l’appoggio della destra clericale , integralista e nostalgica del fascismo.
Da don Mazzi e da altri preti ribelli come lui, noi, della generazione che visse il 68, e che provenivamo da quella Chiesa, imparammo che “Ribellarsi è giusto, sempre e ovunque!” anche nel cuore di quella che voleva essere l’Istituzione più sacra, inattaccabile, inamovibile infallibile per eccellenza e questo insegnamento ce lo abbiamo conservato dentro nel cuore sinchè vivremo.
Grazie don Mazzi , ti auguriamo che ora tu sia al cospetto di chi ti accolga degnamente e ti ringrazi per la tua opera .

Antonio Camuso
Archivio storico Benedetto Petrone
Brindisi 23 ottobre 2011

sabato 22 ottobre 2011








MIGLIAIA DI BLACK BLOC NORD-AMERICANI, , IN NERO SILICIO, MUNITI DI PALI DI FERRO , ASSALTANO LA BANCA DELLA MEMORIA DEL TERRITORIO BRINDISINO: L’ITINERARIO AZZURRO. http://www.pugliantagonista.it/openarea/black_bloc_brindisi_silicio.htm


Ovvero : l’ennesima brutta figura di Brindisi verso gli aiuti europei per lo sviluppo.
MEGAIMPIANTO FOTOVOLTAICO da 21 Megawatt in pieno itinerario normanno-svevo tutelato dai fondi europei: la denuncia di Pugliantagonista.it

PREMESSA: convinti che oggi e nei prossimi giorni la quotidiana visita sulle pagine di Pugliantagonista.it di Digos, Ministero dell'Interno , comando Generale dell'Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza, Vigili Urbani di Brindisi, ecc non ci sarà e che quindi saranno impossibilitati a leggere quanto riportiamo e quindi rimarranno all'oscuro "inconsapevolmente" della nostra denuncia vi proponiamo questa notizia che rimarrà solo come memoria dell'ennesimo ben riuscito attacco al nostro territorio nel silenzio totale di istituzioni, politica, ambientalisti con gli occhi tappati da interessi pari al classico piatto di lenticchie
L’inchiesta di Pugliantagonista.it
Nelle pagine dei siti delle amministrazioni comunali e provinciali ( che magnificano le bellezze del territorio di Brindisi e la capacità degli amministratori nel saper sfruttare i fondi europei -fondi POR- “facendo decollare l’economia locale e permettendo al territorio di giocare un ruolo da protagonista nel contesto internazionale”…) troviamo, vero cavallo di battaglia nella promozione turistica, il cosiddetto Itinerario svevo-normanno angioino , meglio conosciuto come itinerario Azzurro.
E’ un percorso cicloturistico di circa 60 chilometri, finanziato con i fondi Europei alla regione Puglia( POR 2000-2006, PIS 12, Misura 4.16 ) in cambio della promozione del turismo eco-compatibile su due ruote, che partendo dal castello aragonese e costeggiando i principali monumenti della città , percorre le vie secondarie nella campagna brindisina , tra masserie, chiesette rurali, i centri storici di San Vito , Carovigno, per terminare sino alla chiesa di San Michele Arcangelo dell’omonimo centro di San Michele Salentino,con possibilità di vie di accesso alle nostre coste.
La parte dell’entroterra brindisino più suggestiva era quella che, passando al ridosso del Cillarese, la masseria Lo Spada, percorreva quella che doveva essere un ramo secondario della via Appia messapico-Romana e superato l’incrocio di Restinco giungeva alla splendida masseria Casignano
Parlare al passato non è un nostro errore di grammatica, bensì necessità dovuta al fatto che negli ultimi giorni una orda di camion, tecnici , trasportanti centinaia anzi migliaia di pali metallici e pannelli di silicio stanno lavorando alacremente a far scomparire quello che doveva essere uno dei pochissime attrazioni del nostro entroterra, e fonte di promozione dei prodotti delle nostre terre, la nostra tradizione gastronomica, la salvaguardia del paesaggio e la sua memoria storica
In località Restinco, in pieno itinerario Azzurro, è in atto la costruzione del più grosso insediamento di fotovoltaico nel Comune di Brindisi , da 21 Megawatt, grande quanto decine di campi di calcio e piazzato proprio a ridosso di quella Masseria Casignano , uno splendido esempio di masseria fortificata del 1600, con un suggestivo viale costeggiato da pini centenari e tanto decantata nei depliant cicloturistici che l’assessore d’Attis ha distribuito negli anni scorsi ai promoter turistici come anche in quelli che portano il logo della nostra Amministrazione Provinciale.
Oggi, quello stesso Comune , autore di quei cartelli che, ironicamente, ci indicano i punti salienti di quell’itinerario, risulta essere nominato sui cartelli all’ingresso del megacantiere quale destinatario di una notifica preliminare ( dell’8 settembre 2011) con la quale la megazienda nord-americana SUN EDISON avvisa di aver deciso di investire i suoi soldi ricoprendo una estensione di decine di ettari di ferro e silicio.
A poco più di un chilometro giacciono abbandonati altri “piccoli” impianti fotovoltaici costruiti recentemente, nella distrazione delle amministrazioni, sfruttando illecitamente gli eco-incentivi europei su base regionale, ma che sono stati soggetti a denunce da parte delle associazioni ambientaliste come Terrarossa di Mesagne seguite dall’intervento della magistratura e il sequestro ad opera della guardia di Finanza, , con uliveti secolari, pescheti e vigneti fatti scomparire, in nome di logiche perverse del Mercato Globale.
Le stesse che oggi impongono di distruggere paesaggi e mandare in fumo investimenti per la promozione turistica per tramutarsi in quote azionarie sul rinnovabile, per fondi speculativi e “certificati verdi” per multinazionali dell’energia, mandando a casa gli addetti superspecializzati di un settore primario qual è la nostra agricoltura e importantissimo nell’era del turismo intelligente.

Ci chiediamo: esistono tutte le autorizzazioni , compresa quella sul VIA, da parte dei soggetti interessati, Comune, Provincia e Regione Puglia? Se non è così occorrerà che la magistratura si muova al più presto, per non dover essere una semplice testimone di questo ennesimo assalto al nostro territorio
Ma , caro presidente della Provincia, e caro commissario prefettizio e relativi tecnici delle amministrazioni, non pensate che forse a livello Europeo qualcuno potrebbe anche venire a vedere come sono stati investiti questi fondi POR?

Vi diamo un consiglio: con la stessa fretta sospetta con la quale gli operai del cantiere della SUN Edison stanno lavorando , inviate subito una squadra anche voi e cambiate le diciture sui cartelli dell’ex-Itinerario Azzurro e cambiateli in Via del Fotovoltaico Selvaggio, “dove la natura del Silicio e del ferro è protetta grazie ai fondi europei per la promozione turistica del territorio”!

LA REDAZIONE BRINDISINA DI PUGLIANTAGONISTA.IT

Brindisi 22 ottobre 2011

giovedì 20 ottobre 2011









NO TAV PUGLIA TOUR






LA TAPPA DEL 19 OTTOBRE 2011 A BRINDISI

FOTO E VIDEO SU


solo video
http://www.youtube.com/user/pugliantagonista






IL report di Pugliantagonista.it
circa duecento persone hanno partecipato all'iniziativa NO TAV TOUR a Brindisi, seguendo con attenzione gli interventi ed applaudendo più volte i rappresentati NO TAV giunti a Brindisi per far sentire le ragioni della loro lotta Grande attenzione all'avvenimento è stata dimostrata dalle telelevisioni locali e dai corrispondenti dei giornali che hanno fatto a gara per poter intervistare gli esponenti dei NO TAV. Applauditisssimo il messaggio telefonico inviato a tutti i presenti da parte di BOBO ai domiciliari che ha ribadito la giustezza dell'essere al fianco di tutti coloro che non intendono calare la testa, che essi siano disoccupati, emarginati, precari o contestatori ad opere inutili e dannose. Sono seguiti diversi interventi di rappresentanti di movimenti ambientalisti e non, di Brindisi, Lecce e Tarano.
Soddisfazione è stata espressa da parte dei NO TAV per la calorosa accoglienza avuta nelle tappe pugliesi di Bari e Brindisi. E' stata ribadita l'intenzione di continuare a mantenere i presidi NO TAV in Val di Susa e di manifestare domenica prossima sui cantieri dell'alta Velocità. Applauditi l'intervento e la presenza degli appartenenti del Comitato dei Disoccupati non costretti ai domiciliari dai giudici dell'operazione Escalation.













BOBO E' LIBERO ! I DISOCCUPATI BRINDISINI TUTTI SCARCERATI!









Giunta finalmente la notizia che aspettavamo da giorni: il giudice a cui è stata passata l'inchiesta sui disoccupati brindisini dopo l'interrogatorio ha rimesso in libertà tutti gli arrestati , BOBO Aprile dei COBAS compreso. Le lotta per il lavoro non si può mettere in gabbia ! I movimenti non si arrestano!Un altra Brindisi, libera dai ricatti clientelari e dal predominio dei signori dell'Energia Padrona e del malaffare è possibile!

la redazione di Pugliantagonista.it





mercoledì 12 ottobre 2011

















Arrestato Bobo Aprile del sindacato COBAS a Brindisi!
Grave attacco a tutti i movimenti che vogliono cambiare questa città!




(gli attestati di solidarietà da parte di tutto il mondo politico e sindacale di Brindisi, i video delle proteste , della conferenza stampa E dei presidi in Piazza su

http://www.pugliantagonista.it/openarea/arresto_bobo_aprile.htm )




LE FOTO DELLA MANIFESTAZIONE VENERDI' 14 OTTOBRE IN PIAZZA VITTORIA (Br)ALLE 18.00

siamo in attesa degli interrogatori degli arrestati nei primi giorni prossima settimana





Alle prime luci dell’alba, mentre per le strade di Brindisi si muovevano i camion dell’azienda che cura la raccolta dei rifiuti, la Digos portava a termine un’operazione di polizia che nella nostra città non ha precedenti: l’arresto di Bobo Aprile, il responsabile e fondatore a Brindisi del sindacato dei COBAS e numerosi aderenti al Comitato dei disoccupati brindisini che, nell’ultimo anno, hanno condotto numerose proteste in città per ottenere lavoro, anche con assunzioni presso l’azienda della raccolta rifiuti, onde far avere a tutti i cittadini migliori servizi pubblici

I capi di imputazioni nel linguaggio dei tribunali parlano di violenza privata e interruzione di pubblico servizio, ma altri non sono che l’aver fatto manifestazioni con centinaia di disoccupati, sit-in e altre normali e pacifiche attività sindacali e manifestazioni del pensiero ma, innanzitutto, l’aver dato voce a coloro che sono ritenuti dai benpensanti di questa città, soggetti da emarginare, cittadini di serie B e utilizzabili solo come serbatoio di voti da usare strumentalmente nelle campagne elettorali, farcite di false promesse.

Bobo Aprile, insieme al comitato dei disoccupati, è stato scelto quindi come soggetto da colpire per dare un segnale forte, non solo ai COBAS, ma anche a tutti i movimenti politici e sociali che in questi ultimi mesi, con il loro impegno costante hanno dimostrato che un’altra Brindisi è possibile!

Respingiamo con forza questo messaggio e lo rimandiamo al mittente :-“ E giunta l’ora che i poteri forti, che sino a questo momento hanno fatto il bello e il cattivo tempo in questa città, si mettano l’animo in pace ! Una nuova generazione di donne e uomini vuol dare un futuro diverso a sé e ai propri figli, lottando in prima persona e non delegando a nessuno la propria vita.”-

Alle 11.30 presso la sede dei COBAS in via Lucio Strabone 38 , Brindisi, si terrà un a conferenza stampa sull’accaduto. Sono invitati i giornali, televisioni e radio, sindacati, organizzazioni politiche e associazioni e tutti i cittadini .









( alle 1830 si è poi tenuto un presidio di solidarietà con oltre trecento partecipèanti provenienti anche da Lecce Taranto e Bari ed interventi dei disoccupati a piede libero) si prosegue venerdì 14 alle 1800 con altro presidio sempre a Piazza vittoria . Pubblicheremo presto foto e video)

CONFEDERAZIONE COBAS

Medicina Democratica

Brindisi bene comune,

No al carbone

Associazione RuniRuni

Osservatorio sui Balcani di Brindisi

Pugliantagonista.it

Brindisi 12 ottobre 2011

lunedì 10 ottobre 2011







Il compagno, amico e collega Gianni Morelli ci ha lasciati!

http://www.pugliantagonista.it/openarea/gianni_morelli.htm

Durante la notte Gianni ha smesso di combatter la sua battaglia che conduceva da anni contro un male che sembrava prendersi gioco di tutti, illudendoci che anche questa volta a vincere la partita sarebbe stato il coraggio e la voglia di vivere di Gianni.

Quando ci siamo sentiti l’ultima volta , in Gianni c’era la voglia di superare di questo grave momento e di potersi dedicare agli affetti familiari, ai suoi hobby: la fotografia , il web, la radioelettronica, all’impegno sociale, nel caso gli fosse stato impossibilitato il rientro ad una piena attività lavorativa.

Al fianco della compagna Letizia, in tono discreto, lo abbiamo incontrato sino a quando le sue condizioni fisiche lo hanno permesso, nelle manifestazioni politiche e iniziative pubbliche che in particolare nei primi mesi del 2011 han riportato un nuovo vento di partecipazione alla vita sociale e politica della nostra città: dai festeggiamenti per il 150° dell’Unità d’Italia, alla discesa in campo delle donne di “Se non Ora quando”, sino ai festeggiamenti unitari del 25 aprile, con l’omaggio al partigiano Vincenzo Gigante.





Come collega lo ho avuto sempre al fianco in tutti i momenti sindacali in cui c’è stato bisogno della massima unità dei lavoratori della nostra azienda nel contrastare scelte sbagliate padronali e proporre valide alternative ad esse. Lui stesso, dobbiamo ricordare amaramente, pagò le conseguenze, se pur momentanee, di una ristrutturazione aziendale nell’Aeroporto di Brindisi con un trasferimento di sede lavorativa

Una volta rientrato a Brindisi , reagendo al male che incominciava a mostrarsi nella sua virulenza , mi confidava di non vedere l’ora di poter ritornare a lavorare col cacciavite e il saldatore poiché dentro si sentiva un tecnico appassionato dell’elettronica, delle comunicazioni, con lo stesso spirito ed entusiasmo che lo animava quando l’ho conosciuto giovanissimo, studente dell’ITIS di Brindisi, quando si avvicinò al gruppo di noi “vecchi” radioamatori ufficiali e CB “clandestini”. Lui insieme ad altri giovani, Angelo “Antares”, Felice “Scorpione”, Oscar”Tonino il bancario, e tanti ancora , portarono quella ventata di freschezza, rinnovamento nell’uso della radio anticipando quello che sarebbe stato poi l’uso dei social network e di facebook.

Una voglia di sperimentare e sperimentarsi che lo ha accompagnato nella sua vita e di cui ne rendiamo atto e vorrei augurarmi che, se c’è da qualche parte un paradiso di radioamatori, oggi Gianni possa avervi trovato posto magari riprendendo a trafficare saldatore e mike alla mano con qualche baracchino d’epoca e magari scattando qualche foto d’eccezione .
Un saluto affettuoso alle tue figlie, alla tua famiglia, a Letizia e ai compagni di Rifondazione che ti hanno visto in tante occasioni al loro fianco

Ciao Gianni

ANTONIO CAMUSO

Brindisi 9 ottobre 2011