martedì 9 febbraio 2016

Caso Regeni e la Tortura di Stato

Caso Regeni e le torture di Stato.


In questi giorni l’attenzione dei media sulla questione torture  si è posata su  paesi come l’Egitto che vivono  una profonda crisi economica –politica –istituzionale in un quadro di legittimità garantita all’interno dal controllo dei poteri armati e legislativi e all’esterno dalle garanzie date alla “Comunità internazionale sulla lotta al terrorismo fondamentalista islamico.

 L’Italia che ha visto morire uno dei suoi figli migliori , giovane studioso, impegnato nell’andare a fondo  nella ricerca sulle contraddizioni di quel paese , ha avuto un moto di sdegno e di raccapriccio nello scoprire il modo in cui è stato torturato il giovane Regeni  e come le tecniche appartengano ad uno standard  utilizzato dai corpi antirepressione  interna dei diversi stati arabi ma ben conosciuto agli esperti del settore dei “Corpi speciali” occidentali, compreso quelli italiani.

Tanto orrore espresso va purtroppo a braccetto con l’ipocrisia di tanti politici ed opinion makers che ancor oggi siedono in parlamento, o nei dibattiti televisivi, o che hanno comunque fatto la storia politica del nostro Paese , che non molti anni fa chiusero un occhio o meglio tutti e due sulle torture che vennero praticate come metodo inquisitorio nei confronti di coloro che furono sospettati di appartenere alle formazioni armate  e di movimenti antagonisti , in particolare dell’estrema sinistra italiana(Brigate Rosse, prima Linea, ecc. Autonomia operaia, Rosso,ecc). 

L’intento era “lodevole”; dimostrare all’opinione pubblica che usando le maniere forti e lo stesso cinismo di chi faceva dell’assassinio dei “nemici del popolo” una pratica di guerriglia, si sarebbero conseguiti risultati di tale efficacia da mettere KO in breve tempo coloro che da 10 anni sembravano mettere sottoscacco l’intera classe politica italiana(rapimento ed uccisione Moro)  e la credibilità internazionale del nostro paese compreso nel patto Atlantico (NATO) dopo che un suo generale, Dozier, era stato rapito dalle BR.

Di concerto operarono i direttori dei giornali e dei media dell’epoca, esaltando i successi conseguiti dalle teste di cuoio e praticando un’opera  sistematica di negazione  dell’esistenza delle torture subite dagli arrestati o minimizzandole quando esse erano troppo evidenti.
Dall’altro,  il Partito di sinistra di opposizione,il PCI,  seguendo la linea tracciata del compromesso storico non fece le barricate sulla difesa dei diritti umani e chiese anzi ai suoi militanti di praticare la delazione come forma di autodafè politico 

.Salvo alcuni isolati avvocati, i soliti radicali, qualche socialista e qualche intellettuale scomodo, per il resto l’Italia nazional-catto-popolare TIFAVA LA TORTURA

Fa specie vedere come oggi l’orrore,  la ripulsa , l’affermare che certe pratiche che hanno portato alla morte il giovane Regeni appartengano ad un mondo, ad una società ad una concezione di Stato che non ci appartiene , siano patrimonio di un’opinione pubblica dalla memoria corta o distorta e pronta a modificare  se stessa a seconda come vengano mossi i fili dei burattinai  di Stato che la dirigono.

Un’opinione pubblica manichea, giustizialista e bigotta, la stessa contro la quale si scagliò il giovane Alessandro Manzoni, e non un cattivo maestro del ’68 come Antonio Negri o Scalzone,  quando temendo , ed a ragione , che la tortura di Stato entrasse a far parte della Naziona Italiana che si voleva edificare, scrisse il suo persona pamphlet contro la Tortura: La colonna Infame.
 Una storia  dai contorni kafkiani , ma tragicamente vera su una Milano colpita dalla peste alla caccia di untori da torturare e squartare.


Negli anni 70-80 , detti anche anni di piombo, quel libro divenne un best seller sia tra chi la tortura di Stato la praticò,  che tra la generazione che la subì. Consiglieremmo di rileggerlo, magari in qualche edizione economica, visti i tempi magri attuali.
Ma consiglieremmo anche di andarvi a leggere un altro scomodo libro che alcuni ricercatori hanno redatto pochi anni fa raccogliendo le testimonianze delle torture praticate nelel carceri legalli ed extralegali dell’Italia anni 70-80. Il libro si chiama LE TORTURE AFFIORATE, la casa editrice è Sensibili alle foglie.


Nel caso fosse difficile reperirlo vi riportiamo  giusto per esempio alcuni brani della denuncia   di Cesare Di Leonardo, arrestato dai NOCS  detenuto nella Caserma del II Reparto Celere di Padova ,  sospetto BR e  della perizia del Prof Mario Marigo  dell’Istiti Legale dell’Univ di Padova incaricato dal Proc repub Guido Papalia sulla persona di Cesare Di Leonardo, detenuto  sospetto BR e denunciante torture: verona 3 febbraio 1982

Denuncia di Leonardo :

Catturato il 28-1-82 , quando finalmente verrà visitato  Il Di Leonardo  lamenta dolori alal testa  alla regione frontale alle gambe alle piante dei piedi alla regione pubica alal cassa toracica al coccige e alle mani Lui denuncia che “ i dolori sono dovuti subiti dal trattamento subito da me e i miei compagni bendato  e legato mani e gambe subiva calci con anfibi in tutte le parti del corpo, poi inflitte ferite con arnesi muniti di punte.sono stato oggetto di bruciature alle mani presumibilmente da cicche di sigarette e scosse elettriche ai genitali e nella regione pubica..prelevato e chiuso in un bagagliaio di una macchina sono stato portato in un campo dove prima minacciato di fucilazione poi mi è stato esploso un colpo vicino al mio corpo. Riportato indietro messo su un tavolo legato mani e piedi e la testa rivolta all’ indietro. Mi hanno costretto a ingerire sale  e successivamente un flusso di acqua corrente con il naso tappato. Nel frattempo fatto segno di calci e pugni sul torace , addome e viso…chiedo un legale e rilievi fotografici del mio stato

Perizia medica: 

"sulla faccia , sugli arti e sul torace presenti lesività di tipo contusivo –ecchimotico risalenti ad alcuni giorni fa e non compatibili con  autolesionismo: Difficile stabilire i mezzi usati ma l’ecchimosi rotondeggiante allo zigomo destro può essere stata provocata da una bocca  di pistola. Poi vi sono tre gruppi di ferite in parti diverse del corpo compatibili con quanto denuncia il Leonardo ovvero  uno strumento  provvisto di punte. Poi ferite da ustione  in parti della mano destra . nella regione addomico inguinale e del pene si riscontrano evidenti  lesioni  di cui si consente di parlare di lesività provocate da un elettrodo, Il paziente ha una lesione al timpano sinistro …."

Ci fermiamo qui, nel caso di particolari curiosità potremmo dilungarci sulle torture praticate sulle donne brigatiste…. Ma come dice Al Sisi , pardon Macchiavelli, il fine giustifica i mezzi ed alla fine lo Stato trionfò su chi lo voleva capovolgere.
In attesa dell’elezione a Presidente degli USA di Donald Trumph che promette il ritorno della Tortura nelle pratiche utilizzate  dalle Forze armate e dai servizi segreti americani, vi alleghiamo alcune foto del denunciante Di Leonardo. Per motivi di pudicizia non mettiamo quelle del suo pene arrostito con le scosse elettriche…


9-2-2016 trentaquattro anni dopo per non dimenticarePugliantagonista.it