mercoledì 13 maggio 2020

l'assassinio di Giorgiana Masi e la prima volta del divieto sul 25 aprile e 1 maggio

Quei giorni del 1977, , la prima volta del divieto di festeggiare il 25 aprile e il 1 maggio e la morte di Giorgiana Masi

25 aprile e Primo maggio senza manifestazioni:  non è vero che questo divieto  del 2020 sia stata la prima volta e solo per l’eccezionalità del Coronavirus.



La mia generazione se lo ricorda bene  come  fu un certo Kossiga che decretò per legge con la connivenza dei partiti della sinistra istituzionale , PCI in testa, il divieto di manifestare in piazza  per oltre 40 giorni in quei maledetti aprile e maggio 1977, Un divieto che fu fatto rispettare con il sangue di chi, nonostante tutto, cercò di  far valere i diritti costituzionali e fu ferito o addirittura  assassinato durante le cariche della polizia come successe a Giorgiana Masi il 12 maggio 1977.
Lo ricorderemo rifacendoci ad alcune copertine del giornale Lotta Continua, le cui copie  cartacee sono custodite dall’Archivio Storico Benedetto Petrone, nel fondo Cosimino Pecere(Ostuni) , presso l’ANPI di Brindisi.

Titolava così Lotta Continua del 22 aprile 1977: Cossiga decreta l’abolizione del 25 aprile e del Primo maggio: Tambroni non era arrivato a tanto.


Nella parte bassa della copertina: l’aria che tirava a Roma e a Bologna:a Roma

 di nuovo blindati a San Lorenzo. Gli attivisti del la sezione Tiburtina del PCI danno la caccia a studenti presunti autonomi e quando dall’Università parte un corteo la polizia spara ad altezza d’uomo.
Bologna: come a marzo assediati migliaia di studenti


Purtroppo il 13 maggio 1977,  la conferma di come quelle scelt e divieti   fossero scellerate   viene  dal titoto eloquente su cosa era successo  al centro di Roma il giorno prima:

Lotta Continua 13 maggio 1977:
La polizia spara e uccide!
Picchiati selvaggiamenteparlamentari, giornalisti e compagni.In risposta decine di cortei in città


In ultima pagina, la cronaca di quella che viene definita “una giornata spagnola”, ma anche di quella  che fu la risposta non solo del movimento “del 77” ma degli abitanti dei quartieri coinvolti. Lo sanno bene i compagni che  tra campo dei fiori, piazza Navona e il Ghetto, trovarono rifugio e prtezione presso negozi , e portoni delel anbitazioni di molti romani di fede ebraica.

Sulla cronaca dei giorni di marzo 77 e sull’assassinio di Giorgiana Masi sul sito di Pugliantagonista consultare:


l'archivio storico Benedetto Petrone (Brindisi)
13 maggio 2020




sabato 25 aprile 2020

Ricordo del compagno Gianni Morelli . Brindisi 25 aprile 2011-2020

Ricordo del compagno , amico e collega di lavoro, Gianni Morelli.


Lo so, il 25 Aprile è una giornata di festa, ma rivedendo le foto del primo 25 aprile unitario che celebrammo  nel 2011, come nuova ANPI di Brindisi, e scorgere tra esse Gianni Morelli, che abbracciava la bandiera  del partito in cui militava , Rifondazione Comunista, non posso trattenermi di ricordarlo poiché molti aspetti della sua vicenda personale si intrecciano sull’attualità del 25 aprile e su come esso sia il monito a non  abbassare la guardia sulle battaglie per il diritto al lavoro e alla salute. Gianni lo ricordo ragazzino che  appassionato CB  insieme ad Angelo, (Antares) e Felice (Scorpione) si avvicinò a noi radioamatori più anziani a metà degli anni 70 e con queste nuove leve del radiantismo condividemmo molti momenti di svago. Me lo ritrovai molti anni dopo tra i miei colleghi, nell’aeroporto di Brindisi e lui si contraddistingueva per il suo carattere gioviale   ma anche per le sue qualità di eccellente tecnico RADAR.  Nella mia azienda , come rappresentante sindacale  di Brindisi ebbi quindi l’opportunità di seguire il suo iter lavorativo e purtroppo poi, anche  l’incombenza di dover affrontare  la vicenda di una ristrutturazione imposta dall’Azienda e dai committenti che lo costrinsero , nonostante  scioperi e manifestazioni in aeroporto, a doversi traferire lontano da Brindisi e dalle persone che lui amava all’inizio degli anni duemila. Una imposizione che stressò il suo fisico , innescando dei meccanismi , a mio avviso, che interagirono con  le ricadute di dover lavorare in ambienti dove operano le radiofrequenze ad alta energia e breve lunghezza d’onda. Quando riuscimmo sindacalmente a far ritornare Gianni nell’ambito di competenza di Brindisi, la sua salute era fortemente compromessa. Ricordo  l’ultimo mio colloquio telefonico con lui:- “Antonio, non vedo l’ora di riprendermi, mi conosci  da ragazzo, io non so stare con le mani(il cacciavite) in mano, l’elettronica è la mia passione-!”  Così alcuni anni fa Gianni ci lasciava-
Ciao , compagno Gianni Morelli, spero che ti abbia fatto piacere essere ricordato in una giornata come questa!

Antonio Camuso
foto e notizie del 25 aprile 2011 si trovano sulla pagina web http://www.pugliantagonista.it/archivio/25aprile2011.htm

giovedì 16 aprile 2020

Brindisi 16 aprile 1995.Incendiato il centro sociale e aggredito Mario Merico



Brindisi 15-16 aprile 1995.  Venticinque anni fa, la Pasqua di violenza contro il Centro Sociale di via S Chiara. 

 Prima l’incendio e poi il sanguinoso pestaggio contro Mario Merico, tra i principali fondatori del Centro Sociale.

 


Quest’anno, causa le restrizioni imposte dall’emergenza del Coronavirus, non abbiamo potuto festeggiare con Mario Merico, la Pasqua e ricordare con lui le attività di quel Centro Sociale che lo vide tra i fondatori. Proprio in queste ore ricorreva  il 25ennale di uno dei momenti peggiori di quella esperienza, ovvero la Pasqua di violenza e di sangue del 1995 che lo vide vittima del clima di mancanza di umanità e di regole civili in cui parte della città di Brindisi  allora viveva .  segue su http://www.pugliantagonista.it/archivio/br_mario_merico_aggressione_95.htm     

giovedì 26 marzo 2020

No Violenza sulle donne: volantino Femministe di Brindisi marzo 1980

il dramma di Francesca Fiscarelli ,

da un volantino femminista di  40 anni fa, 

In questi giorni in cui l'Italia è chiusa in casa, l'allarme che proviene dalle associazioni di difesa della donna è sulla strana diminuzione di telefonate di aiuto da parte delle donne contro le violenze domestiche, segno evidente di come  esse siano , proprio in casa, non in condizioni di poter essere libere di denunciare, neanche al telefono, ciò che subiscono.
Come Archivio Storico Benedetto Petrone e sito di Pugliantagonista, vogliamo anche noi supportare questo grido di allarme pubblicando secondo il nostro stile , un volantino di 40 anni fa, prodotto nel marzo del 1980 dal Coordinamento studentesse e disoccupate di Brindisi che si riuniva nella sede del Circolo del Proletariato  Giovanile in Via Giordano Bruno.
 Molte di quelle compagne femministe continuano ancor oggi  nella battaglia in difesa delle donne attraverso le iniziative portate avanti,  innanzitutto dall'Associazione IO Donna , erede del Centro di Documentazione Donna che per 20 anni successivi a quel 1980, operò all'interno del Centro Sociale(contro l'emarginazione giovanile)  di via Santa Chiara a Brindisi,  e tutte/i noi dobbiamo ringraziarle per questo impegno.
Pubblichiamo doverosamente il testo integrale di quel volantino che ancor oggi è fin troppo attuale e che narra di una vicenda di ciò che dovette patire una ragazzina di 17 anni, , violentata dal padre e che  per difendersi dai continui soprusi , alla  fine lo uccise, ma per questo incarcerata.


NON SIAMO PIÙ  DISPOSTE A SUBIRE VIOLENZA! NON VOGLIAMO DELEGARE A NESSUNO LA DIFESA DEL NOSTRO DIRITTO ALL'ESISTENZA.
Francesca Isabella Fiscarelli, una donna di Foggia di 17 anni, è in carcere dopo aver ucciso il padre che voleva violentarla.
Ora ci sarà un tribunale che la giudicherà e stabilirà quanti anni di galera dovrà fare per scontare quello che ha fatto,
Ma sul come e sul perchè funzionerà questa logica punitiva potrà essere d’accordo chi non è in grado di capire Francesca e la sua scelta.
La realtà di una donna che è costretta a vivere segregata in casa, a subire continue intimidazioni, a vedersi tolta la possibilità di gestirsi anche
in maniera minima la propria vita e a trovarsi a vivere la negazione assoluta della propria persona attraverso il tentativo di essere violentata fisica-
mente non potrà mai entrare in tribunale nel suo vero significato ed in tutta la sua gravità e nessun giudice potrà mai capirlo, PERCHE’ALLORA SMETTEREBBE DI FARE IL GIUDICE.
Se Francesca non avesse reagito probabilmente ogni cosa sarebbe passata sotto silenzio. Nessun processo ci sarebbe stato a chi le procurava paura,
angoscia e la faceva vivere in uno stato di continua tensione per le ulteriori sevizie psicologiche e materiali che doveva subire.
Ma la scelta di Francesca di reagire nell'unico modo in cui poteva (erchè questa società che crea queste situazioni non si preoccupa certo di
dare strumenti per uscirne SENZA PAGARE DURAMENTE IN PRIMA PERSONA) ne han fatto un caso di cronaca nera, negando ciò che veniva messo in discussione alla radice, e cioè la famiglia, come luogo in cui si dà potere al padre perchè possa sfogare le proprie frustrazioni su chi gli è sottoposto.
La storia di Francesca non ci sarebbe potuta essere se non ci fosse una società che è basata sulla divisione dei ruoli e sui rapporti personali oppressivi .
In un processo tutto questo non verrà preso in considerazione e probabilmente verrà chiesta la semi-infeimità mentale, perchè si definisce "irrazionale" ciò che si produce per negare le proprie responsabilità.
Crediamo che sia molto importante fare tutto il possibile in aiuto di Francesca proprio per mettere sotto accusa queste responsabilità con lo scopo
di liberarci dalla violenza che in quanto donne subiamo.
In concreto riteniamo che sia interesse di ogni donna
NON LASCIARE FRANCESCA SOLA NELLE MANI DI QUESTA GIUSTIZIA DI CLASSE E MASCHILE,
quindi,
OGNUNA DI NOI DOVREBBE DARE UN CONTRIBUTO MONETARIO PER GARANTIRLE UNA DIFESA ADEGUATA CHE SAPPIA PORTARE ANCHE IN SEDE DIBATTIMENTALE TUTTE LE MOTIVAZIONI CHE HANNO DETERMINATO QUELLA SCELTA.
PROPRIO PERCHE' CONOSCIAMO IL TRATTAMENTO CHE. VIENE IMPOSTO NELLE CARCERI FEMMINILI (MASSIMO ISOLAMENTO, IMPOSSIBILITA A STABILIRE MOMENTI DI SOCI ALI ZZAZIONE TRA LE DETENUTE, CONTROLLI SULLA POSTA, SUI COLLOQUI, MANCANZA ASSOLUTA DI ASSISTENZA SANITARIA,ECC.)
 DOBBIAMO CREARCI LA CAPACITA' DI ESERCITARE UN MINIMO ED CONTROLLO SUI TRASFERIMENTI DA UN CARCERE ALL'ALTRO
A CUI FRANCESCA POTREBBE ESSERE SOTTOPOSTA, SUL SUO STATO DI SALUTE E SULLE
CONDIZIONI DI DETENZIONE.
E’chiaro che solo la mobilitazione diretta di noi donne può far capire alla Magistratura e a tutto il personale carcerario che Francesca non è
sola e che le donne non sono più' disposte a pagare un prezzo cosi ' alto per Garantirsi il proprio diritto all'esistenza.
Mobilitiamoci in difesa delle donne incarcerate perche' si sono ribellatealla violenza e allo sfruttamento a cui siamo quotidianamente sottoposte!
CIP ■
VIA G.'BRUNO 21,
BRINDISI, 04/03/1980
COORDINAtlENTO DONNE STUDENTESSE-DISOCCUPATE
DI BRINDISI, VI A G. BRUNO 21.


domenica 8 marzo 2020

8 marzo 1914- 8 marzo 2020

Buon 8 marzo 2020 riflettendo sul lungo cammino per l'emancipazione affrontato dalle donne 



 Oggi ho voluto  scegliere tra il materiale documentario dell'Archivio Storico Benedetto Petrone, una copertina  della rivista del Touring Club Italiano, apparsa sul numero di marzo del 1914, alla immediata vigilia dello scoppio della prima Guerra Mondiale (e poi della pandemia dell'influenza Spagnola (H1N1) che falciò più vite della stessa guerra).
Oggi le donne sono in prima fila nella lotta contro il nuovo coronavirus e ad esse dobbiamo essere riconoscenti.
Nella copertina che ho scelto  traspare la voglia delle donne di liberarsi da antichi preconcetti, di scalare le montagne , andare a sciare, indossando anch'esse dei comodi pantaloni, sognando di poter guidare un'automobile per poi magari dare l'assalto al cielo, pilotando un aeroplano.
 Ogni volta che l'umanità , o meglio l'universo maschile si è opposto ai sogni delle donne, ha impedito all'umanità intera di intraprendere un vero cammino di liberazione.

Antonio Camuso
Archivio Storico Benedetto Petrone
8 marzo 2020

venerdì 6 marzo 2020

Buon 8 Marzo 2020

BUON 8 MARZO 2020




dall'Archivio Storico Benedetto Petrone
 (Brindisi)

attraverso le foto significative di alcuni storici 8 marzo
apparse sui giornali di movimento tra gli anni 70 e gli anni 80
le prime foto sono tratte dal giornale Movimento Studentesco (Milano) del 1972

sono le foto delle donne in lotta per la loro libertà dall'imperialismo e dal colonialismo, ma anche per affermare la loro emancipazione da stereotipi che le vorrebbero confinate nei ruoli tradizionali. Sono le giovani donne  guerrigliere vietnamite,





ma anche quelle dell'Angola ed altri paesi dell'Africa in lotta contro il colonialismo.


le foto successive sono quelle della manifestazione femminista dell'8 marzo 1982 a Roma e che provengono da un Quotidiano dei Lavoratori appartenente al fondo Dino Frisullo dell'Archivio St B Petrone








Brindisi  8 marzo 2020