Il duplice stupro
di Rimini e i paradossi del politicamente corretto a tutti i costi
ovvero,
La
Nazione Italiana è fondata sullo stupro etnico ,
subìto o compiuto.
(Parte
prima)
L’opinione
non politicamente corretta di Antonio Camuso
A distanza
di poco più di 24 ore dalla bestiale aggressione a Rimini, di cui sono state vittime una coppia di cittadini polacchi ed un trans
peruviano da parte da 4 giovani di
origine nord-africana,( come testimoniato dalle vittime), l’opinione pubblica
italiana appare coinvolta in una vera e propria guerra civile “culturale” che
ha raggiunto livelli parossistici con l’augurio di un leghista (subito dopo
espulso dal suo gruppo) per un prossimo
stupro a danno della Boldrini e delle
donne del PD.
Che quel duplice stupro abbia comunque segnato un
punto a favore di chi fomenta il vento
subdolo della xenofobia che spira ormai
impetuoso su tutta Europa, lo si è visto dalla reazione plebiscitaria indignata
sui socialmedia con parole pesanti nei
confronti di quella parte , se pur minoritaria di “stranieri” ed in particolare di origina africana
che specialemente nelle grandi città del
Centro-Nord hanno il monopolio su reati
quali il controllo dello spaccio di
sostanze stupefacenti, sulla tratta delle donne africane da avviare alla prostituzione,
ed il racket sui migranti “illegali”.
Che nella
legislazione italiana odierna, i reati commessi da questi soggetti vengano considerati reati di natura minore è risaputo da tutti , e sulla vastità del
fenomeno, la cui punta dell’iceberg è la percentuale
di “stranieri” ospitati nelle patrie galere e la loro suddivisione per nazionalità e gruppi
etnici, rinvierei il lettore a
consultare i relativi studi di settore
sia delle associazioni di volontariato che operano nelle carceri , o delle stesse organizzazioni sindacali della
polizia penitenziaria.
La creazione
di vere e proprie zone franche in
determinati quartieri di Torino o di Genova
dove si commettono questi reati
impunemente è gettata in pasto agli occhi dell’opinione pubblica da
programmi televisivi , in particolare sulle reti
Mediaset, vere e proprie arene di incitamento all’odio razziale e
prove generali di psico-guerra e
ai quali il ministro della propaganda nazista la “buonanima” di Goebbels
farebbe tanto di cappello. Propaganda
che sempre più ha visto
scemare la platea degli oppositori,
specialmente dopo la giravolta estiva
del duo Gentiloni Menniti sulla questione Migranti-sbarchi- ONG- Libia.
Una schiera
di oppositori che purtroppo , ad opporre
a quelle argomentazioni che fanno
torcere le budella e il cervello agli italiani benpensanti atterriti
dall’invasione dei “mori, non fa altro che aggrapparsi alla ricerca
parossistica del politicamente corretto a tutti i costi mettendo in campo
argomentazioni che lascerebbero di stucco qualunque studioso della psiche umana e che comunque danno il segno di come
l’avvelenamento delle coscienze e la cancellazione della memoria sia
totale.
Abbiamo
visto così persone che si dichiarano di sinistra, antirazzisti, pro-accoglienza
ecc, per cercare di spegnere
l’indignazione contro “gli stupratori africani”, mettersi a ricercare
morbosamente sul web , episodi in cui a stuprare in maniera particoalrmente
violenta fossero stati italiani purosangue, mettendo in secondo piano il valore
dell’efferatezza di questo crimine , e non comprendendo quanto l’argomento stupro ed in particolare quello
contro le donne su base etnica abbia un
significato “particolare” su quella complessa stratificazione culturale che determinata
la nostra identità nazionale.
Mi riservo di approfondire l' argomento , nella seconda parte di questo
articolo, che pubblicherò quanto prima con il titolo “L’identità nazionale Italiana
è fondata sullo stupro etnico , subìto o compiuto”.
Colpisce il
fatto comunque che ancora adesso nessuna organizzazione femminista abbia
indetto una mobilitazione sul luogo dove
è stato perpetrato questo grave crimine ed addolora che siano proprio i fogliacci di destra a mettere
in risalto questa mancanza.
Ben diverso avviene in nazioni in cui l’emancipazione femminile ha
una lunga tradizione , come la Germania. dove per esempio, dopo che durante i festeggiamenti
di fine anno vi era stata un’aggressione
sessuale di massa da parte di migranti a maggioranza di religione
islamica, la risposta delle donmne era stata immediata con mobilitazioni di
piazza lanciando un chiaro segnale alla
classe politica e chiedendo che oltrte ai programmi di inserimento sociale e
lavorativo per i migranti accolti in quel paese, vi fossero adeguati corsi, per
glio stessio, sulle abitudini e consuetudini delle donne tedesche , onde evitare
di incorrere in gravi conseguenze.
Quanto
queste prime misure”educative” possano essere efficaci lo dirà il tempo, visto
che un Paese come la Francia che ha una
lunga tradizione di immigrazione africana
con milioni di donne e uomini di religione islamica, oggi vede moltiplicarsi gli episodi di aggressioni
verbali e fisiche nei confronti delle donne indifferentemente autoctone o
“straniere”, il cui abbiglianmento o atteggiamento
in pubblico siano in contrasto con i
principi più ortodossi dell’Islam.
A
denunciare il fatto che ormai in Francia
vi siano strade o quartieri, di città
piccole e grandi , dove una minigonna o
un pantalone succinto diano spunto a pesanti apprezzamenti o scherno, non sono gli inviati Mediaset o di Libero, ma esponenti
qualificate di organizzazioni femminili
francesi e ciò attizza quel clima pesante di stato di guerra permanente a cui non solo le istituzioni , ma l’intera stessa
società civile francese cooorno il rischio di pesanti ricadute sulla democrazia
, se pur formale, nell’intera Europa.
Ritornando
al luogo della duplice aggressione sessuale,
mentre stanno emergendo particolari
inquietanti in queste ore i media ci regalano una informazione dagli aspetti
psicotici con volteggi da saltimbanco tra
la ricerca affannosa del politicamnte corretto e un viscerale “dagli
allo stupratore magrebino”, lasciando a tutti noi molto da pensare e
costringendoci a porre alcune domande:
1)
Il politicamente corretto fa calare il sipario
sull’informazione , oscurando cervello e coscienze, così come la propaganda
xenofoba e razzista?.
2)
I casi
di aggressione precedenti allo stupro e l’ipotesi di un branco seriale che aumenta il suo potenziale
di violenza man mano che ha coscienza
dell’impunità: un segnale preso
sottogamba dagli organi di polizia?
3)
Rimini
come Scampia? Negozianti e testimoni intimiditi che chiedono di spegnere le telecamere, Rimini la città amata
di giorno per il suo mare, ma dove un pugno di spacciatori e delinquenti
abituali si impone di notte?
Mentre la Boldrini
tirata miserabilmente in ballo era
costretta a ricordare il suo continuo impegno contro la violenza di genere, e
non, il duplice stupro diventava un giallo
internazionale, visti i soggetti coinvolti: nordafricani( presunti) gli
aggressori, polacchi la coppia e
peruviana/o il trans gli aggrediti , il luogo del crimine Italia facente parte
dell’Unione Europea.
In questo contesto la notizia dell’arrivo di poliziotti da quella Polonia che cappeggia il
fronte del NO al ricollocamento di profughi/migranti nel suo paese, non è un segnale che
aiuta il nostro Paese nell’ammorbidire quelle posizioni e se l’inchiesta
non darà risultati soddisfacenti, questo crimine efferato sarà l’ìennesimo
cavallo di Troia a favore di chi vuole
lasciare solo il nostro Paese a gestire la cosiddetta emergenza migranti.
Che le forze di
polizia a Rimini possano aver sottovalutato quanto stava accadendo per le
strade notturne della cittadina balneare , è confermato dell’arrivo in città degli specialisti per i crimini
particolarmente violenti onde coadiuvarli nell’indagine e cercare di non fare
una grama figura nei confonti dei colleghi polacchi.
Le notizie che nelle
ultime ore sono filtrate e confermate
dai reportage della stessa RAI con interviste ad abitanti e negozianti dei
luoghi dove sono avvenuti i crimini fanno pensare all’esistenza di un gruppo
ben conosciuto che si muove indisturbato nelle ore notturne in quella città turistica.
Le richieste pressanti non solo di prostitute ma anche di più di un negoziante,
di non farsi riprendere pena pesanti ritorsioni, fanno pensare che quelle scene siano state girate
non nella Rimini di Fellini ma bensì nelle vele di Scampia del Gomorra di
Saviano.
Possibile che se
questo è il clima, le autorità di
polizia locali e di Stato siano state sino ad ora inerti, visto che come ci si è lasciato trapelare nelle ultime
ore vi erano già stati casi di aggressioni in precedenza compiuti presumibilmente
dallo stesso branco?
Ancora più sconcertante è poi il fatto che in un’intervista agli inquirenti si lasci trapelare
che i sospetti stanno ricadendo su una
schiera di una trentina di soggetti (spacciatori,rapinatori, papponi, ecc “presumibilmente” di
origine nord-africana) già conosciuti
dalle forze dell’ordine , ma che fanno parte di quella coreagrafia di un litorale dove mare, spaccio,
prostitute e trans sono parte dello stesso pacchetto turistico.
Intanto, onde svelenire gli animi dell’opinione pubblica il sipario del politicamente corretto calava
sull’informazione e nel giro di poche
ore l’origine etnica degli stupratori veniva messa a tacere e gli stessi
diventavano solo un branco di giovani scellerati, in preda a droga ad alcool e
la cui origine , richiesta insistentemente dai reporter TV agli
inquirenti del luogo, diveniva “
presumibilmente straniera a detta delle
vittime”, riportando lo stesso crimine ad un livello più basso e di fatto in
sede di giudizio penale un’attenuante per i colpevoli se portati in giudizio.
Sappiamo che questa è
un affermazione piuttosto pesante però l’iter processuale di tanti processi di
stupro in Italia ha visto sentenze dal
sapore diametralmente opposte ed in cui il peso dell’opinione pubblica quando
si è fatto sentire ha inciso
notevolmente su di esse e in certi casi hanno rappresentato dei punti
di svolta per il cammino dell’emancipazione femminile in Italia .
Ci stupisce quindi il
silenzio o meglio l’inerzia delle
organizzazioni femnministe su questo caso,
e ci auguriamo che presto si
facciano sentire con forza. Troppi sono i casi di crimini violenti che stanno coinvolgendo l’ambiente squallido
della prostituzione che è un tutt’uno
con quello del traffico degli stupefacenti, Troppe le”malefemmine” italiane
e di origine straniera , che vengono
ritrovate mutilate, sgozzate sotto i cavalcavia e nei fossi ,vittime di clienti
violenti e di spacciatori e papponi senza scrupoli e che maturano crimine dopo
crimine la certezza dell’impunità. Un ‘impunità che nasce e cresce grazie anche
al silenzio di tante vittime di stupro, siano esse prostitute o semplici donne aggredite ritornando a casa dal lavoro o da
una festa, mentre l’origine dell’aggressore fa maturare nell’opinione pubblica
che quel crimne sia stato commesso non solo per motivi sessuali, ovvero daun
violento e incontrollato impulso
sessuale ma bensì come forma di affermazione di superiorità non solo di genere
ma anche razziale, religiosa, etnica,
insomma fondamentalmente razzista.
C’è stupro e stupro
A sottolineare questa contraddizione e per far riflettere il lettore di
quest’articolo, segnalo come la stessa legislazione internazionale fa dei distinguo tra stupro e stupro: dove è
lasciato alla coscienza dei governanti e
dei capi religiosi di ogni Stato, il sanzionare lo stupro individuale o di
gruppo tra connazionali ed in
particoalre quello perpetrato contro le
donne ,( permettendo che tra le mura
domestiche il conflitto di genere veda le donne a soccombere), mentre se compiuto
in nome della discriminazione razziale , religiosa, come forma di
incitamento alla pulizia etnica, al terrorismo di guerra, alal guerra
convenzionale o asimmetrica esso possa imputarsi e qualificarsi come crimine
contro l’Umanità.
Ebbene ci domandiamo quanto avvenuto a Rimini, se sarà ritenuto uno stupro di
serie B e vedrà al massimo il comune di Rimini ritenersi parte civile offesa
per “ immagine turistica danneggiata” o vi sarà il coinvolgimento delle
associazioni femministe nel processo per chiedere in faccia agli stupratori il
motivo e le ragioni di questo crimine? In altri tempi come in quello del Circeo , in cui solo per caso una delle due donne stuprate
riuscì a sopravvivere, l’origine pariolina, fascista, e profondamente razzista nei confronti di
donne sottoproletarie, degli stupratori,
fu messa in luce proprio da un’accusa
sollecitata dalle femministe, e determinante
ai fini della condanna .
Quel processo segnò
un salto di qualità della coscienza non solo femminile ma anche maschile sulla violenza di genere. Oggi,
nei confronti di un’altra
stratificazione di soggetti di provenienza
e religione molteplice, ma accomunati da un disprezzo assoluto nei
confronti delle donne, non merita altrettanto impegno? Il silenzio complice in nome
del politicamente corretto e il tentare
di giustificare che i soggetti che
commettono questi reati provengono da luoghi
poveri culturalmente non solo non
è sufficiente ma addirittura porta
l’acqua al mulino dei razzisti nostrani
che accomunano tutti i migranti sotto l’epiteto di stupratori, rapinatori, e tutte gli altri veleni delal canaglia
neonazista e leghista.
Forse è venuto il momento che ci si prenda coscienza che
contro la villenza di genere occorra costruire una grande battaglia culturale
alla quale devono prender parte tutti cittadini e cittadine con passaporto italiano e non, affinchè si
costruisca una prima base fondamentale sulla quale si possa costruire un futuro
multietncico e multiculturale in cui
uomini e donne abbiano pari dirtti e doveri. Se questa battasglia non sarà
vinta lòa nostra società alla lunga
metterà in mostra tutto il marciume ipocrita e correrà il rischio anzi la
certezza di implodere su se stessa .
Antonio Camuso
Brindisi 30 agosto 2017
Fine prima parte
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