Di Maio , il 25 aprile e la Brigata Ebraica
Autor Antonio Camuso
La vera storia
della Brigata Ebraica
…”-Nel Tirolo non c’erano foibe, quindi
facevamo scavare la fossa agli ex nazisti e loro collaboratori che
rapivamo in Austria e li giustiziavamo…”-
Nel clima arroventato tra i due
partner di governo (Di Maio e Salvini) anche il 25 aprile è divenuto motivo del
contendere in questa campagna elettorale infinita. Mentre Salvini annunciava di andare a
Corleone tra la polizia impegnata nella lotta alla mafia, il suo scomodo
partner replicava che la festa della Liberazione l’avrebbe celebrata nella
sinagoga di Roma per omaggiare la memoria e il contributo alla lotta
antinazista della Brigata Ebraica.
Ancora una volta il nome di questa
minuscola unità militare (c irca cinquemila uomini) che combattè negli ultimi
due mesi di guerra in Italia, con un ruolo irrilevante, sotto le insegne
dell’esercito britannico, è sfruttato strumentalmente; la cosa singolare è che
mentre negli anni scorsi erano gli esponenti del CentroDestra, Lega compresa
che si indignavano delle contestazioni di piazza dei filo palestinesi,
all’apparire della bandiera israeliana, durante le sfilate del 25 aprile,
quest’anno è il massimo esponente dei Cinquestelle a usare strumentalmente il
nome della Brigata Ebraica.
Ritengo giusto, come ricercatore
storico, contribuire a collocare nella giusta prospettiva, l’operato della
Brigata Ebraica nella campagna d’Italia, mettendo in luce aspetti inediti e paradossali, se confrontati sul fango gettato
sui partigiani comunisti, additati a
infoibatori e spietati assassini dal revisionismo di destra.
Per non esser accusato di dare giudizi di parte, ho
ritenuto opportuno, non utilizzare fonti
ritenute della“sinistra antisionista e filo palestinese”, bensì autori e associazioni che fanno riferimento al sionismo italiano e
internazionale e siti facilmente
verificabili, delle comunità ebraiche
che con dovizia di particolari narrano con”giusta enfasi” delle imprese
della Brigata Ebraica nel suo soggiorno in Italia.
…”-Nel Tirolo non c’erano foibe,
quindi facevamo scavare la fossa agli ex nazisti e loro collaboratori che
rapivamo in Austria e li giustiziavamo.”
Si potrebbe condensare in queste poche parole
l’operato antinazista della Brigata Ebraica, in Italia a guerra ormai finita,
se non ci fossero da annoverare le perdite subite nei due mesi di guerra
convenzionale, dal febbraio 1945 all’aprile del 1945, in altre parole cinquantadue
morti e qualche centinaio di feriti e ammalati vedi articolo odierno sul sole ventiquattro
ore di oggi 24 aprile 2019.
Squadroni della morte a caccia di nazisti
Grazie a preziosi articoli come
quelli pubblicati sul sito dell’associazione ebraica milanese sin dall’aprile
del 2015 ad opera della ricercatrice
ebrea Marina Gersony, nella pagina http://www.mosaico-cem.it/attualita-e-news/mondo/chaim-miller-il-cacciatore-di-nazisti
che possiamo scoprire come fosse ancora in vita nel 2015 il 93enne Chaim
Miller, austriaco di nascita, fiero di aver condotto con gli uomini della
Brigata Ebraica l’operazione Nakam (vendetta). “… La Brigata, suddivisa in gruppi di
otto/dieci persone che agivano indipendentemente tra di loro, era fortemente
motivata a scovare i nazisti che si erano macchiati di atti criminali (o di
persone che in qualche modo avevano collaborato con loro), catturandone e
giustiziandone molti, … Del resto le autorità britanniche che presidiavano la
Carinzia non muovevano un dito per punirli».
Legger ciò fa comprendere come altri
partigiani slavi e Italiani, maquis francesi , belgi e olandesi, a
guerra finita abbiano in modi e tempi diversi, in qualche modo giustiziato
alcune migliaia di nazisti e fascisti rei di una guerra di aggressione di cinquanta milioni
di morti.
Così di fronte alla giusta
convinzione che nessuno avrebbe
perseguito con altri tribunali di Norimberga, i cosiddetti pesci piccoli
nazisti e fascisti, ci fu chi decise nel primo dopoguerra di farsi giustizia da
sé:
«Il primo uomo delle SS l’ho ucciso
dopo la guerra nel 1945, in Italia. Era un nazista di Vienna, la mia città
natale, che aveva fatto stragi durante la Shoah. Quando l’ho rapito, l’ho
portato in un bosco e l’ho messo di fronte alle sue azioni. Ha ammesso tutto…
ho emesso il verdetto, lui ha scavato una fossa e si è inginocchiato ... È
morto prima che potesse sentire il botto».
Gesta da giustizieri della notte se non proprio da Squadroni della Morte , o
da” infoibatori"
Altri particolari interessanti provengono
da un articolo di Marco di Blas apparso
sul messaggero veneto nel 2009 e rintracciabile anche sul sito ebraico filo-sionista. http://www.ilvangelo-israele.it/news/isr_464.html
Criminali nazisti giustiziati dalla Brigata ebraica
Il racconto di Chaim Miller, 88 anni, tornato in Carinzia e in Friuli da Gerusalemme dove vive in un kibbutz. Decine di esecuzioni e i corpi sepolti nella Valcanale.
Il racconto di Chaim Miller, 88 anni, tornato in Carinzia e in Friuli da Gerusalemme dove vive in un kibbutz. Decine di esecuzioni e i corpi sepolti nella Valcanale.
di Marco Di Blas
https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2009/05/30/NZ_10_SPEA1.html
https://ricerca.gelocal.it/messaggeroveneto/archivio/messaggeroveneto/2009/05/30/NZ_10_SPEA1.html
…Dichiarazioni
e interviste…racccolte in un documentario trasmesso, sempre in Germania,
dall'emittente televisiva Zdf.
La svolta arriva con il libro di Howard Blum La brigata. Una storia di guerra, di vendetta e di redenzione, edito in Italia dal Saggiatore nel 2005. E nello stesso anno arriva in Friuli il colonnello Jonathan Pelz, ex ufficiale della Brigata ebraica, che per la prima volta ne parla al Circolo ufficiali di Udine e a Tarvisio. Pelz …accenna anche «all'Operazione Vendetta nei confronti di criminali nazisti nascosti in Carinzia».
La svolta arriva con il libro di Howard Blum La brigata. Una storia di guerra, di vendetta e di redenzione, edito in Italia dal Saggiatore nel 2005. E nello stesso anno arriva in Friuli il colonnello Jonathan Pelz, ex ufficiale della Brigata ebraica, che per la prima volta ne parla al Circolo ufficiali di Udine e a Tarvisio. Pelz …accenna anche «all'Operazione Vendetta nei confronti di criminali nazisti nascosti in Carinzia».
I
boschi della Valcanale celano da oltre sessant'anni un segreto. Lungo le valli
che si dipartono da Malborghetto, Camporosso, Tarvisio sono sepolti criminali
nazisti giustiziati sommariamente da cellule della Brigata ebraica di stanza
nella zona tra maggio e luglio del 1945, nell'ambito di un'operazione
denominata "Nakam", che nella lingua ebraica significa
"Vendetta". La loro ricerca, cattura e uccisione - con un colpo di
pistola alla nuca o con un cappio al collo - costituisce un capitolo della
storia della seconda guerra mondiale ancora non scritto, anzi rigorosamente
taciuto per più di mezzo secolo.
L’inedita collaborazione tra
partigiani comunisti slavi “titini” e i
giustizieri della Brigata Ebraica
«Ricevevamo
indicazioni sulla presenza di ex nazisti dai partigiani jugoslavi. Di
giorno facevamo sopralluoghi per localizzare le persone. La nostra uniforme
britannica (distinta soltanto dalla stella di Davide su una manica, ndr) ci
consentiva di attraversare il confine di Coccau e di muoverci liberamente».
La cattura delle persone accusate di crimini avveniva però sempre all'imbrunire: «Bussavamo alla porta, presentandoci come polizia militare. Invitavamo le persone ricercate a seguirci al comando per essere interrogate, ma anziché al comando le portavamo in Italia, dove potevamo agire senza problemi. Raggiungevamo una baita in un bosco tra Tarvisio e Malborghetto, dove la persona fermata era interrogata da altri membri della cellula. Se le accuse nei suoi confronti trovavano conferma, lo si fucilava sul posto, seppellendolo in una fossa che prima lo avevamo costretto a scavare»
La cattura delle persone accusate di crimini avveniva però sempre all'imbrunire: «Bussavamo alla porta, presentandoci come polizia militare. Invitavamo le persone ricercate a seguirci al comando per essere interrogate, ma anziché al comando le portavamo in Italia, dove potevamo agire senza problemi. Raggiungevamo una baita in un bosco tra Tarvisio e Malborghetto, dove la persona fermata era interrogata da altri membri della cellula. Se le accuse nei suoi confronti trovavano conferma, lo si fucilava sul posto, seppellendolo in una fossa che prima lo avevamo costretto a scavare»
Di tutto ciò i superstiti della Brigata
Ebraica ne hanno voluto parlare per rendere perpetua la memoria di questo
“glorioso passato” in un film documentario dellaTelevisione tedesca ZDF, la cui
copia forse sarebbe opportuno regalare insieme a quella del libro al nostro
vice primo ministro Di Maio in occasione del 25 aprile. Una copia da regalare
anche ai denigratori della resistenza
comunista e yugoslava, che si professano filosionisti… e forse il rileggere di quella collaborazione
tra partigiani yugoslavi e giustizieri
della Brigata Ebraica, farebbe bene anche per chi , a sinistra, condanna tout
court la presenza degli striscioni della Brigata Ebraica nei cortei del 25
aprile .
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