Nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne come Archivio Storico Benedetto Petrone, partecipiamo
secondo il nostro modus operandi, pubblicando delle testimonianze storiche di lotte di donne.
Lo facciamo con una foto del 1946, l’Italia da pochi giorni repubblicana ed un manifesto del PCI sulla “settimana della
Compagna”, poi con una foto di una manifestazione del Movimento Femminista Brindisno
del 1978 ed un volantino manifesto/denuncia del
1977 di un gruppo di giovanissime studentesse di Sandonaci ,un paese della provincia di
Brindisi, che rompendo il muro di omertà caduto su un episodio di violenza
subito da un’adolescente di quel paese, lanciano un grido, di rabbia e di ribellione.
Si tratta di un volantino
custodito nel nostro Archivio Storico Benedetto Petrone e facente parte
del fondo Giulia Litti che lo ha dato a noi in custodia. Esso è la testimonianza
come dice la canzone di De Andrè “ non
solo nella Capitale fioriscono i fiori del male…” in quegli anni 70 la voglia
di ribellarsi alla violenza e di autoemanciparsi scorresse nelle donne dell’Italia intera,
anche nei luoghi più lontani e sconosciuti del Paese e vi fosse una presa di
coscienza femminile che faceva sperare in
un cambiamento del fenomeno della violenza sulle donne.
Purtroppo dobbiamo registrare che così non è accaduto e se
nel volantino d’epoca si dava la colpa
anche a fotoromanzi e canzonette che coniavano un clichè di donna bella
e sottomessa, oggi altri media
continuano a mantenerla in vita contribuendo alla sua sottomissione a forme di violenza palese ed
occulta.
L’Archivio Storico Benedetto Petrone
Brindisi 25 novembre 2016
IL VOLANTINO/DENUNCIA
…. Ancora violenza sulle donne
….A Sandonaci una ragazza di 13 anni è stata violentata.
Per
tutto il paese è stato solo un momento di pettegolezzo, almeno esteriormente,
e… come al solito non si è andati oltre.
Dopo pochi giorni il paese riprende la solita vita
Bar per gli uomini
Casa e Chiesa per le donne
Il paese tace, bisogna nascondere tutto.
Purtroppo da parte delle donne del paese non c’è stata
nessuna solidarietà, almeno apparentemente; ma il fatto più triste è di aver
riscontrato ancora una volta nelle donne stesse, il non riconoscere nell’episodio
accaduto un atto di violenza, colpevolizzando
così la ragazza per la sua cosiddetta “leggerezza”.
Si è dato per scontato
che questo fatto sia accaduto solo
perché la ragazza non “era abbastanza seria” e si è fatto presto a liquidare tutto schedandola
come PUTTANA!
Le donne accettando questa definizione, inventata dagli
uomini ,hanno dato di fatto dato ragione , e la cronaca tristemente ce lo ricorda, a tutti
quelli che hanno violentato e a volte anche ammazzato tante
donne.
Questo manifesto vuol essere una denuncia contro la violenza che quotidianamente viene vissuta dalle donne. La violenza non comincia e non finisce nel momento in
cui la donna viene stuprata, ma lo
stesso stupro si matura in un contesto in cui essa non si considera soggetto
capace di modificare la sua
condizione che poi la porta ad essere donna
e madre ubbidiente ( e quindi succube e
ripetitrice di questi valori, NdR)
Questa rete in cui la
donna è imprigionata da sempre ….le impedisce di comprendere perché essa non si
ribelli…
Sta a noi donne prendere coscienza di questa condizione e cercare altre vie con altre donne,
iniziando a vedere criticamente la funzione oppressiva della Chiesa, della
famiglia, la funzione speculativa dei fotoromanzi e delle canzonette che
trasmettono un modello di donna dolce, bella e passiva.
Un gruppo di donne di Sandonaci
Giorno imprecisato della primavera 1977
Volantino classificato presso l’Archivio Storico Benedetto
Petrone alla voce: Fondo Giulia Litti cat M/FEM/SD3
Nessun commento:
Posta un commento