venerdì 25 novembre 2016

NO, violenza sulle donne!



Nella giornata mondiale contro la violenza sulle donne  come Archivio Storico Benedetto Petrone, partecipiamo secondo il nostro modus operandi, pubblicando delle testimonianze  storiche di  lotte di donne.
Lo facciamo con una foto del 1946, l’Italia  da pochi giorni  repubblicana  ed un manifesto del PCI sulla “settimana della Compagna”, poi con una foto di una manifestazione del Movimento Femminista Brindisno del 1978 ed un volantino manifesto/denuncia   del 1977 di un gruppo di giovanissime studentesse di  Sandonaci ,un paese della provincia di Brindisi, che rompendo il muro di omertà caduto su un episodio di violenza subito da un’adolescente di quel paese, lanciano un grido, di rabbia  e di ribellione.


Si tratta di un volantino  custodito nel nostro Archivio Storico Benedetto Petrone e facente parte del fondo Giulia Litti che lo ha dato a noi in custodia. Esso è la testimonianza come  dice la canzone di De Andrè “ non solo nella Capitale fioriscono i fiori del male…” in quegli anni 70 la voglia di ribellarsi alla violenza e  di autoemanciparsi  scorresse nelle donne dell’Italia intera, anche nei luoghi più lontani e sconosciuti del Paese e vi fosse una presa di coscienza femminile che  faceva sperare in un cambiamento del fenomeno della violenza sulle donne.

Purtroppo dobbiamo registrare che così non è accaduto e se nel volantino d’epoca si dava la colpa  anche a fotoromanzi e canzonette che coniavano un clichè di donna bella e sottomessa, oggi  altri media continuano a mantenerla in vita contribuendo alla sua  sottomissione a forme di violenza palese ed occulta.

L’Archivio Storico Benedetto Petrone

Brindisi 25 novembre 2016

IL VOLANTINO/DENUNCIA

…. Ancora violenza sulle donne

.A Sandonaci una ragazza di 13 anni è stata violentata.
Per tutto il paese è stato solo un momento di pettegolezzo, almeno esteriormente, e… come al solito non si è andati oltre.
Dopo pochi giorni il paese riprende la  solita vita
Bar per gli uomini
Casa e Chiesa per le donne
Il paese tace, bisogna nascondere tutto.
Purtroppo da parte delle donne del paese non c’è stata nessuna solidarietà, almeno apparentemente; ma il fatto più triste è di aver riscontrato ancora una volta nelle donne stesse, il non riconoscere nell’episodio accaduto un atto di violenza, colpevolizzando  così la ragazza per la sua cosiddetta “leggerezza”.
Si è dato per scontato  che questo fatto sia accaduto  solo perché la ragazza non “era abbastanza seria” e si  è fatto presto a liquidare tutto schedandola come PUTTANA!
Le donne accettando questa definizione, inventata dagli uomini ,hanno dato di fatto dato ragione , e la cronaca  tristemente ce lo ricorda, a tutti quelli  che hanno  violentato e a volte anche ammazzato tante donne.
Questo manifesto vuol essere una denuncia  contro la violenza  che quotidianamente  viene vissuta dalle donne. La violenza  non comincia e non finisce nel momento in cui  la donna viene stuprata, ma lo stesso stupro si matura in un contesto in cui essa non si considera  soggetto  capace di modificare  la sua condizione  che poi la porta ad essere donna  e madre ubbidiente ( e quindi succube e ripetitrice di questi valori, NdR)
Questa rete  in cui la donna è imprigionata da sempre ….le impedisce di comprendere perché essa non si ribelli…
Sta a noi donne prendere coscienza  di questa condizione  e cercare altre vie con altre donne, iniziando a vedere criticamente la funzione oppressiva della Chiesa, della famiglia, la funzione speculativa dei fotoromanzi e delle canzonette che trasmettono un modello di donna dolce, bella e passiva.

Un gruppo di donne di Sandonaci

Giorno imprecisato della primavera 1977

Volantino classificato presso l’Archivio Storico Benedetto Petrone alla voce: Fondo Giulia Litti cat M/FEM/SD3

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