LA LEZIONE DELLA STORIA
CONTRO TUTTI I NAZIFASCISMI
(da un gelido Natale di 70 anni fa)
(caricatura del pittore sovietico Efimof)
NATALE 1941, fronte Russo, l’inizio della fine di Hitler e Mussolini.
Provare ad immaginare di cambiare la Storia con i “se…” è stato un esercizio
nel quale molti ci hanno provato e continueranno a farlo. Lo fecero Hitler e
Mussolini oltre 70 anni fa aggredendo l’Unione Sovietica, credendo di dare una
l.lezione al più grande stratega europeo sino all’ora conosciuto:Napoleone
Bonaparte, ipotizzando che se avesse avuto carri armati ed aviazione non
avrebbe fatto la fine che conosciamo. Purtroppo non credettero al coraggio del
popolo russo e dell’alleato Generale Inverno che in quel dicembre 1941 si
manifestò con temperature di oltre 40 gradi sottozero.
A sentire le previsioni meteo di questi giorni con i
moscoviti che fanno il bagno nei fiumi e corrono allegramente per i parchi di
Mosca, farebbe venire da dire che “se i nazifascisti avessero avuto a disposizione queste
condizioni, la Storia avrebbe potuto-purtroppo- cambiare corso” Fortunatamente
sappiamo che invece la neve e il gelo resero impossibile la vita anche alla
lubrificata macchina da guerra nazista, mentre
peggio si trovarono i 60.000 soldati
italiani del CSIR (Corpo di spedizione Italinao in Russia) , nonostante gli sforzi del generale Messe che li comandava di dotarli di autocarri e indumenti invernali
consoni acquistati in tutta fretta in Romania ed Ungheria .
Alla fine di
quell’inverno durissimo del 1941, si contarono tra essi oltre tremila congelati con relative
amputazioni di arti ed una percentuale di congelati del doppio in confronto ai
tedeschi che erano schierati lungo un
fronte che raggiungeva il Baltico.
Con il carburante che congelava nei serbatoi, e la neve che bloccava le ruote, gli stessi
muli non ce la facevano ad avanzare . Così, quando la mattina del Natale del 1941, contro le
divisioni italiane schierate sul fronte Sud, si lanciarono migliaia di cosacchi
a cavallo , appoggiati da artiglieria e carri armati, tutte le fandonie della
propaganda fascista che parlavano loro della
imminente file del bolscevismo, andarono in frantumi, tramutandosi in
una battaglia all’ultimo sangue e tantissimi morti sotto la neve.
Chi riuscì a sopravvivere a quella battaglia non se lo
dimenticherà mai e i numeri parlano chiaro. Quando la sera di Natale la battaglia
andava a concludersi e giungevano a rinforzo i carri armati e le truppe di rincalzo tedesche che
avrebbero permesso una piccola controffensiva sino al 28 dicembre , si
potè capire quanto era costata
quell’offensiva sovietica di poche ore: 168 morti, 715 feriti, 207 dispersi,
305 congelati da parte italiana , mentre
da parte russa giacevano sul terreno duemila soldati e oltre a 1500 prigionieri.
Nella neve i morti dell’una e delltra parte erano
praticamente indinstinguibili, sottolineando ancora una volta come quella fosse
una folle strage di proletari, la
maggior parte figli di contadini, scatenata da un criminale disegno di
conquista e di sopraffazione razzista
ideato dal regime nazista ed appoggiato dal fascismo italiano.Poco
valsero le decine di Medaglie al Valore distribuite dopo quella battaglia. Poco
più di un anno dopo i superstiti dell’Armata italiana sconfitti sul DON furono
fatti rientrare di nascosto in Italia, senza medaglie, come se quella ritirata
fosse colpa loro.
A molte migliaia di chilometri più a nord, la battaglia di
Mosca era irrimediabilmente perduta e i tedeschi che nel giorno
dell’anniversario della Rivoluzione Russa erano nei sobborghi di Mosca, a
dicembre erano costretti ad arretrare sotto il rullo compressore del
Maresciallo Zukov, che si sarebbe fermato solo a causa del grande Gelo.
Il 30 dicembre 1941 i carri armati e la fanteria russa riconquistano Kozielsk e
ai margini delle strade giacciono i cadaveri dei soldati tedeschi. Emblematica
è una foto scattata quel giorno di un cadavere di un fante tedesco schiacciato
come una sardina sotto i cingoli di un carro “Stalin”.
Arrendersi o perire!
E’ il monito con il quale è diffusa quella foto
dall’Armata Rossa! La strada per Berlino sarà lastricata di decine di milioni
di morti.
Arrendersi o perire!
Sarà scritto sul proclama del CLN Alta Italia a nome di tutta la Resistenza , il 25 aprile
del 1945, chiamando all’Insurrezione, 70 anni fa.
Oggi come ieri sappia chi crede di attentare alla libertà e
alal dignità umana in nome di ideologie
e credi razzisti, nazisti e fascisti , che si troverà dinanzi allo stesso
monito.
Archivio Storico Benedetto Petrone
www.pugliantagonista.it
Natale 2015
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