Ovvero 70 anni d’Italia tra carota e manganello.
“…Gli
incidenti di ieri hanno provocato in città un’ondata di sdegno contro il
comportamento degli autisti alleati che come è noto ogni giorno mietono vittime
innocenti fra la popolazione civile…”inizia così la cronaca di due giorni di “ordinaria violenza” e di
Resistenza attiva contro le truppe di occupazione inglesi che con il loro
comportamento nei confronti dei cittadini di Padova , costringono gli
stessi quasi a rimpiangere i giorni
dell’occupazione nazifascista. Il bilancio di due giorni di fuoco è di decine
di civili, tra cui molte donne , feriti in modo anche grave, negozi devastati
da inferociti soldati di Sua Maestà Britannica , ma anche alcuni di essi
sonoramente pestati da padovani decisi nel non sopportare più i loro soprusi.
Stiamo
parlando di una pagina di “Resistenza”
volutamente rimossa dalla storiografia ufficiale interessata a coniare
la medaglia ad unica faccia da “Liberatori “ alle Forze Armate dei paesi
Alleati vittoriose sul Nazifascismo,
ma trasformatesi in forze occupanti e
guardiani degli interessi economici e militari delle grandi potenze nello
scacchiere europeo nato dopo il 1945.
Un’Europa
divenuta campo di battaglia di una nuova guerra, fatta di muri, incubi di
olocausto nucleare, colpi di stato e di regimi imposti con i carri armati, che avrebbe condizionato irreparabilmente il
cammino democratico e la voglia di libertà di centinaia di milioni di esseri
umani.L’Italia come tristemente
sappiamo fu il paese , dopo la Grecia ,
nel campo occidentale, che visse più di tutti sotto la spada di Damocle del
Colpo di Stato Permanente e dove i
servizi segreti e gli ambienti più conservatori ed antipopolari degli USA e della NATO, in nome dell’anticomunismo viscerale
ebbero un ruolo determinante come dimostrato nella stagione delle stragi
fasciste,
Singolare per alcune coincidenze, la vicenda
di cui oggi parliamo, ovvero la rivolta di Padova del 1946, visto che nella stessa
città, una ventina di anni dopo una “cellula neofascista”, con coperture di
servizi segreti NATO, fu coinvolta a
vario titolo nella strage di piazza Fontana,a Milano, il 12 dicembre del 1969,
la madre della stagione delle stragi.
E’ proprio
sui giornali di un altro 12 dicembre, ma
del 1946, che appaiono le cronache sdegnate e preoccupate di quanto avviene
nella città di Sant’Antonio protettore dei poveri e degli oppressi. Proseguiamo la lettura del
prestigioso “l’Avanti” , l’organo ufficiale di quel Partito Socialista Italiano(PSIUP), che nel
secondo governo De Gasperi ,in quei giorni, ha incarichi ministeriali
importantissimi a partire da quello ricoperto dal suo leader carismatico Nenni, come vice Presidente del Consiglio e
Ministro degli Esteri:
-”…Si è
aggiunta ieri ( 11 dicembre 1946) verso le 18 una grave provocazione da parte
di un centinaio di soldati inglesi ( l’inchiesta successiva appurò che erano
150) che armati di sfollagente e bastoni si sono riversati improvvisamente nel
centro della città malmenando i passanti. Un vero senso di terrore si è
immediatamente sparso…mentre la popolazione si affrettava ad armarsi come
poteva di sassi, bastoni e mattoni da alcuni edifici in costruzione per far
fronte agli energumeni e i negozi calavano velocemente le saracinesche i militari inglesi, forse avvinazzati,
sfogata la loro ira preferivano dileguarsi man mano che la furia popolare
prendeva consistenza. Intanto essi avevano già ferito una decina di civili,
alcuni dei quali versano in gravi condizioni. Una folla numerosa allora si dava
alla rappresaglia malmenando e bastonando
quanti inglesi trovava sul passaggio e quindi dava l’assalto all’Albergo
Regina occupato dalle truppe alleate e parecchi militari ne sono usciti malconci. Dall’Albergo i militari assediati rispondevano a colpi di
rivoltella.
Chiusi
tutti i ritrovi e cinema la popolazione
si è barricata in casa e le strade sono percorse da automezzi della
polizia italiana ed Alleata. Un (primo , NdR) comunicato del Comando Alleato sconfessa l’operato dei
militari dipendenti.”…-
Per ironia
della sorte quel comunicato dei nostri
Liberatori ed Alleati, ebbe vita breve poiché come leggiamo nell’articolo del
giorno successivo, il 13 dicembre , su “l’Avanti” si diffonde la voce che al
contrario gli Alleati vorrebbero multare
la città di Padova della somma di 15
milioni di lire( l’equivalente di 1 milione di euro) per i danni subiti. Gli
echi di quanto successo nella città del Santo giunsero addirittura nella
Assemblea Costituente che aveva tra i
suoi componenti proprio il sindaco di Padova, il socialista onorevole Costa :
”-….Ieri
(12 dicembre 1946) all’Assemblea Costituente
tre interrogazioni sono state rivolte sui fatti accaduti a Padova nei
giorni scorsi…Il sottosegretario agli Interni informa che l’investimento che ha dato luogo alla protesta della popolazione di Padova è avvenuto in una zona dove esisteva il
divieto di passaggio. Il conducente ( militare inglese, Ndr) fu malmenato mentre
tre cittadini rimasero feriti di cui uno gravemente. Nella
dimostrazione successiva alcuni
automezzi alleati furono danneggiati. La nostra polizia interveniva tempestivamente…il suo operato
lodato dal Comando Alleato. Mentre la calma era ritornata , ieri circa duecento
militari alleati si aggirarono per la
città percuotendo cittadini e infrangendo vetrine dei negozi. … Il Governo
esprime tutto il suo rincrescimento per
quanto è accaduto ma oltre i deplorevoli
fatti di carattere episodico, non si
dimentichi che con i soldati alleati abbiamo combattuto insieme la Guerra di Liberazione.”-
Un clichè utilizzato
per coprire e assolvere altre nefandezze
compiute da militari alleati, a partire
dagli stupri ed assassini compiuti dalle truppe coloniali francesi nel Centro
Italia, ma che poi sarà rivisto ed
aggiornato in nome della guerra umanitaria,
o della guerra al terrorismo internazionale pur di giustificare ogni governo del nostro Paese nell’accettare limitazioni alla sovranità nazionale in cambio di un piatto di lenticchie.
Una
subalternità dalle radici profonde che si evince da come
Parri, il nostro primo Presidente del Consiglio ,partigiano, nel novembre del 1945, sottoposto alle pressioni dell’ammiraglio
inglese Stone e del generale polacco Anders, scrisse a Togliatti per convincerlo a mettere freno alla campagna
di denuncia della stampa di sinistra
contro le illegalità commesse
dalle truppe alleate pur conoscendo:
-” bene le
doglianze che il Partito comunista muove per il modo di agire nei suoi riguardi
delle truppe polacche; […] Ma io ho comunque il dovere di farti presente che la
delicatezza del momento politico è tale che, quali che siano gli incidenti che
possano aver provocato le accennate pubblicazioni, è consigliabile evitare
manifestazioni destinate a suscitare le diffidenze da parte degli Alleati e
maggiori difficoltà al Governo…»
Purtroppo dobbiamo constatare che ancor oggi ,
70 anni dopo, le bende sugli occhi e sulla bocca per impedire denunce scomode
sui nostri protettori atlantici non sono mai state strappate Ritornando alle
cronache sui fatti di Padova , nelle pagine dell’Avanti:…
“-Il
compagno Costa (l’onorevole socialista e sindaco di Padova, NdR) ricorda che i fatti del 10 e dell’11 (dicembre
46), hanno un precedente nei continui investimenti da parte degli automezzi
alleati e che il giorno 10 gli automezzi inglesi vollero transitare per strade
dove vi era divieto di passaggio, travolgendo addirittura la guardia municipale
preposta al servizio d’ordine..”-
Per placare gli animi alla Costituente dovette
intervenire in giornata lo stesso De
Gasperi dicendosi rattristito per ciò che era avvenuto nella città veneta e
animato di senso di dolore e commiserazione per le vittime ma….”- bisogna
ricordare che la Padova partigiana e i
valorosi soldati britannici hanno combattuto insieme nella guerra di
liberazione per la libertà e la democrazia”… -anticipando di voler mettere una
pietra tombale sulle denunce, in attesa che da Turchia e Egitto arrivasse
grano, dall’Argentina navi cariche di cereali e carni e dall’America pacchi dono
natalizi, carbone e acciaio e materie
prime, insomma il necessario per sfamare gli affamati e rimettere in moto
l’apparato produttivo di un paese portato alla rovina dal regime fascista di
Mussolini.
Quanto
fosse difficile in quegli anni mettere
il bavaglio ad una stampa “ di lotta e di governo” lo si evince dal resto
dell’articolo che fregandosene delle
dichiarazioni concilianti di De Gasperi continuava a denunciare:
-…
“Si apprende intanto che il Comando Alleato vorrebbe ribaltare sulla popolazione
la responsabilità dei fatti nonostante che
le testimonianze concordino che 150 militari inglesi usciti dalal
caserma dell’ex 55 RGT Fanteria erano
perfettamente inquadrati ed armati con bastoni ed armi, dirigendosi
intenzionalmente verso il centro e…abbandonandosi
selvaggiamente nel malmenare i passanti senza distinzioni di sesso o età e
sfasciando a colpi di clava ogni cosa….”
Seguono poi l’elenco di ordinate manifestazioni
di migliaia di studenti al canto dell’inno di Mameli e di 10.000 lavoratori inquadrati dalla Camera del Lavoro sfilati in
un silenzio, foriero di ben altre risposte dinanzi alle sedi dei Comandi
alleati. Con il meccanismo della carota e del bastone, il Comando militare
alleato da un lato emanava un ordine di no-entry nella città di Padova di
truppe anglo-sassoni non di guarnigione , ma dall’altro faceva correre la voce
della multa a Sant’Antonio di 15 milioni di lire per essersi schierato con gli
oppressi.
Per
comprendere che dimensione raggiunse il fenomeno di autisti militari,
americani, inglesi, polacchi, in preda ad alcool o semplicemente sprezzanti della
vita dei civili italiani, lo si desume da un calcolo fatto in quei tre anni dai
partiti di sinistra che parla di oltre
4000 vittime, un numero che sembrerebbe enorme ma che
si avvicina di molto alla realtà facendo
i dovuti raffronti attraverso la lettura
dei quotidiani dell’epoca:
“Cronaca di
Napoli (’Avanti del 11 dicembre
1946 , in stampa durante i fatti di Padova) :”- Disprezzo assoluto per le
nostre vite…due cittadini investiti da automezzi alleati…La jeep che ha ridotto
in fin di vita il settantenne Di Pinto è contrassegnata col numero
20355149…ieri verso le 07.30 un pedone è
stato travolto da un automezzo inglese.Il disgraziato attraversava via Roma all’altezza
di Piazza Augusto quando veniva investito da un ‘auto alleata che percorreva l’arteria
cittadina a forte velocità. Raccolto da alcuni passanti e trasportato ai
Pellegrini, il poveretto non ancora identificato presentava una larga ferita
all’arcata sopraccigliare sinistra con fuoriuscita di materia celebrale…Più
tardi a Fuorigrotta, un settantenne . DI Pinto, veniva investito da una jeep
contrassegnata con il numero 203555149 riportando la frattura ad un braccio e
commozione cerebrale…”-
Per interrompere
questa catena di omicidi stradale in lingua inglese si dovette attendere il
ritiro completo di tutte le truppe di occupazione alla fine del 1947, ma
iniziava l’anno dopo, il 1948 con la sconfitta elettorale delle sinistre un
nuovo capitolo che con l’adesione dell’Italia alla NATO nel 1950 , avrebbe
condotto il nostro paese a siglare accordi che regalavano territori, basi,
tratti di mare, isole intere al servizio
delle esigenze strategico militari del Grande Fratello a stelle e strisce. Con
l’avvento del Capitalismo globalizzatore ben altri diktat hanno asservito ogni
ganglio vitale della società italiana, pur contrastato da mille rivoli di
resistenza. La stessa vittoria del NO
alle modifiche di una Costituzione, pur mai compiutamente applicata, ne
è un esempio e la chiusura della crisi di governo in tempi record è un segnale
di quanta sia la paura che il popolo
italiano rialzi la testa in nome della libertà.
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12 dicembre 2016
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