Fake news: la storia della madre
delle “bufale italiane”
Fake News : due milioni di italiani di cui la metà simpatizzanti di Lega e Cinquestelle, ipnotizzati per anni
da false notizie diffuse da ex-siti porno tramutati in diffusori di notizie
false pro-Lega e Cinquestelle.
Facebook, dopo anni di indecisione incomincia a bloccarli.
Tre anni fa scrivevamo su come Beppe Grillo si fosse scagliato contro il
responsabile dell’Antitrust che proponeva un controllo sulla Rete. Per
dimostrare come gli italiani fossero “geneticamente” affezionati alle
bufale ne ricordavamo quella che risulta
essere la madre delle bufale della Prima
Repubblica, ovvero la falsa notizia della morte di De Gasperi, nel novembre 1946, mentre la
nostra Repubblica muoveva i primi passi.
27 novembre 1946
La madre delle bufale
italiane:
70 anni fa il falso
della morte di De Gasperi
In queste ore sta montanto la polemica tra
Beppe Grillo e il responsabile dell’Antitrust che ha proposto un controllo da
parte delle Agenzie europee sulla diffusione di notizie false sulla Rete, le
cosiddette bufale. Sappiamo che dei social media come
Facebook stanno mettendo già in atto alcune norme precauzionali sui
rischi da diffusione di “bufale”, onde evitare che il loro rapido diffondersi
in Rete possa provocare reazioni incontrollate, sino al rischio che qualche
mente esaltata possa compiere atti inconsulti contro degli innocenti a causa di
esse, come è successo qualche mese fa negli
Stati Uniti.
Che le bufale siano nate con l’uomo
sociale, lo sappiamo, ma come oggi, esse, nell’era
della Rete e della globalizzazione, siano divenute uno strumento di manipolazione
dell’opinione pubblica, ne stiamo prendendo lentamente coscienza, ed una
conferma su come noi italiani siamo particolarmente affezionati alle bufale, lo
si vede dal loro successo in quell’opinione pubblica, in particolare quella
giovanile e dichiaratamente “incazzata contro tutto e tutti”.
Una constatazione che sembrerebbe
confermare il rapporto di amore, quasi di riconoscenza del nostro Paese ,con le
bufale. Continua
su
Nessun commento:
Posta un commento