mercoledì 20 marzo 2019

13/5/78; Palermo, cariche della polizia contro chi accusa la mafia per la morte di Impastato

Palermo 13 maggio 1978, cariche della  PS  contro chi accusa la mafia per l’uccisione di Impastato

Pestati studenti e turisti  in visita alle meraviglie di Palermo..



Domani 21 marzo 2019  ci saranno iniziative  per non dimenticare le vittime di tutte le mafie
Come Archivio Storico Benedetto Petrone vogliamo dare un piccolo contributo al recupero della memoria, ricordando  Peppino Impastato e come  i suoi compagni  dovettero subire a Palermo pestaggi e cariche della PS, perché accusavano la mafia e il potere democristiano  ad essa connivente,  di essere responsabili della sua morte, come narra la cronaca di un giornale di allora.

Archivio Storico Benedetto Petrone,




Quotidiano dei Lavoratori. 13 maggio 1978,

 (Archivio Storico Benedetto Petrone, fondo Cosimino Pecere-Ostuni)


  
  PALERMO — Peppino è stato assassinato!Con la sua lotta e con il suo impegno lui ha pagato per tutti noi. Nel denunciare questo infame delitto ringraziamo tutti coloro che hanno partecipato al nostro dolore. La mamma, la zia e il fratello Giovanni».
Questo è il testo del manifesto affisso a Cinisi dalla famiglia del compagno Giuseppe.
La polizia ha caricato ieri la manifestazione di controinformazione indetta dall'assemblea del movimento contro la montatura fatta sul compagno assassinato a Cinisi. Fin da giovedì la questura aveva vietato qualsiasi manifestazione; «le motivazioni del rifiuto», dice un comunicato scritto dai compagni che conoscevano Peppi-
no, «non sono state date per motivi di ordine pubblico o per motivi tecnici generali»,ma, per bocca degli stessi dirigenti della Digos, per «esigenze e ragioni politiche determinatesi nel paese in questo ultimo perìodo». Per capire queste esigenze e ragioni politiche, basta dare un'occhiata a tutti gli organi di stampa o ascoltare e vedere radio, e televisione.
Oggi bisogna parlare soltanto dell'uccisione di Moro, di ragioni di stato, e stringersi attorno ad esso, e dei
continui azzoppamenti delle Brigate Rosse.
E’ severamente proibito, parlare della morte del compagno Peppino, o se, se ne deve parlare, ciò deve avvenire nei termini in cui ne ha parlato la stampa nazionale, guidata dalle infamie veline passate dai carabinieri. Oggi è proibito gridare nelle piazze, fra la gente, nei quartieri che Giùseppe Impastato, militante comunista, rivoluzionario, è stato assassinato dalla mafia democristiana, quella stessa mafia che ha ucciso decine di sindacalisti, comunisti, e con cui dobbiamo quotidianamente  fare i conti nei nostri quartieri, nella nostra città ….
A Palermo  tutta l'assemblea  del movimento aveva deciso  unanimamente di scendere in piazza lo stesso,
con iniziative di controinformazione.
Le cariche sono state ben quattro, di una brutalità inaudita; mai forse a Palermo c'era stata un'operazione a-
naloga contro un raduno pacifico. Sono stati pestati molto duramente non solo gli studenti e i compagni pre-
senti, ma anche gruppi di stupiti turisti. Chiaramente era stata una manovra preparata: nei vicoli intorno alla
facoltà di legge erano già appostate numerose camionette. Sono stati fermati quattro compagni, tutti giovanissimi, ben presto però sono stati rilasciati tanto era assurdo il tentativo di imputarli di qualche reato.
Giovedì sera a Cinisi c'erano varie centinaia di persone al comizio di Democrazia Proletaria tenuto dal compagno Franco Calamida: «non si è mai vista una partecipazione cosi vasta a un comizio di Democrazia Proletaria qui a Cinisi». Poi, non ce lo aspettavamo proprio, dopo che ai funerali avevano partecipato soprattutto compagni di fuori».
Il comizio invece, è stato seguito da moltissimi abitanti---



E’ fallito il tentativo di far apparire Giuseppe un pazzo o un terrorista e al sua morte non è stata vana. In
precedenza a Palermo si era svolta un'assemblea conferenza stampa nel corso della quale il professor Dal Carpio. dell'Istituto di medicina legale, aveva smontato completamente le tesi del presunto suicidio e dell'attentato.

Nella maggioranza degli interventi, poi, c'è stata una critica dei ritardi, che come sinistra rivoluzionaria, come
compagni del movimento ab biamo avuto nei confronti del problema della mafia. Si è detto di preparare un convegno sul ruolo della mafia e dei legami fra mafia e potere.
Si è detto che va raccolta la più ampia documentazione e una serie di materiale di controinformazione per continuare a denunciare quotidianamente, con nomi e cognomi, mandanti e galoppini del potere mafioso in Sicilia.
Intanto i compagni di Cinisi, procedendo nelle indagini, hanno rinvenuto nella casa vicina al luogo del delit-
to delle pietre macchiate di un liquido che potrebbe anche essere sangue. I carabinieri non si erano accorti di
niente, preoccupati come sono di declamare l'innocenza della mafia.


  


  




domenica 17 marzo 2019

16 marzo 1977, il PCI chiede pugno di ferro; a Trento arrestati sindacalisti

16 marzo 1977: Il Comitato Centrale del PCI chiede al governo il pugno di ferro contro autonomi ed estremisti; a Trento arrestati due sindacalisti della FLM per blocco delle merci…

Quotidiano dei lavoratori 16 marzo 1977,

(Archivio Storico Benedetto Petrone, fondo Cosimo Pecere –Ostuni)

Riportiamo solo i titoli del Quotidiano dei lavoratori di quel 16 marzo 1977,  ma bastano per far respirare il clima da compromesso storico e  solidarietà nazionale che spirava in quei giorni, la voglia  di andare a governare il Palazzo  trasformava il Partito comunista  nel braccio politico della repressione contro il Movimento del 77.

Il CC del PCI chiede a Governo e  polizia il pugno di ferro:

dopo la relazione di Massimo D’Alema si sono susseguiti gli interventi.Oltre a quello di Bufalini sull’esigenza di riportare l’ordine ovunque,si sono avuti quello di Amendola e Libertini…

Trento 15 settembre 1977

Arrestati due sindacalisti. Tutta Trento si ferma.


Due compagni della FLM arrestati epr blocco delle merci.proclamato in giornata sciopero generale e manifestzzione. Gigi Cagliati della segreteria della FLM e Giuliano Poletti del consiglio di fabbrica della Rivadossi sono stati arrestati e condotti in carcere alle prime luci dell’alba, accusati di aver bloccato le merci durante uno sciopero di duecento ore della loro fabbrica Rivadossi…

10 marzo''78 la mafia edilizia uccide sindacalista CGIL a Sorrento

Sorrento 10 marzo 1978, la mafia della speculazione edilizia uccide sindacalista della CGIL


( Quotidiano dei Lavoratori 12/13 marzo 1978, Archivio Storico Benedetto Petrone, fondo Cosimo Pecere –Ostuni)

In occasione della manifestazione della giornata della memoria delle vittime da tutte le mafie , indetta dall’associazione  Libera contro le mafie , vogliamo come Archivio Storico Bendetto Petrone di Brindisi apportare anche noi un contributo ricordando l’assassinio di un sindalista della CGIL di Sorrento, nel 1978, ad opera della mafia locale assoldata dagli speculatori costruttori degli ecomostri sulla costiera amalfitana.. Lo facciamo riportando integralmente la cronaca  che appare  sul Quotidiano dei lavoratori del 12/13 marzo 1978 , la cui copia fa parte del fondo donato da  Cosimo Pecere-Ostuni al nostro Archivio.
Brindisi 16 marzo 2019

SORRENTO

Barbaramento ucciso un sindacalista della CGIL

Responsabile la locale  mafia alberghiera

Un sindacalista della CGIL  di Sorrento. Francesco Vanacore di 39 anni è stato
trovato ieri ucciso con la testa fracassata (da una mazza di ferro, sembra) in località Sant’Aniello. Il cadavere è stato scoperto da una pattuglia di CC durante un giro di ronda nella zona del cimitero di Sorrento.
Il compagno Francesco Vanacore era membro della commissione interna del suo cantiere ed aveva già subito nei dicembre scorso . una feroce aggressione ad opera di mazzieri assoldati dai boss della speculazione alberghiera della zona.
Malgrado una forte mobilitazione in risposta all'aggressione, il compagno era stato ancora minacciato per la sua attività sindacale .
E’ senza dubbio che che il movente di questo atroce assassinio  è da ricercare negli interessi ed intrallazzi della mafia locale legata agli esponenti della maggioranza che fino a qualche tempo ha retto il comune di Sorrento . Maggioranza di cui facevano parte uomini di Lauro e lo stesso MSI



sabato 16 marzo 2019

16 marzo 1978, la strage dimenticata di palestinesi

16 marzo 78 , non fu solo rapimento Moro,

ma  anche strage sionista di palestinesi, dimenticata da tutti.

Tra i giornali in edicola , quella  tragica  mattina del 16 marzo 1978, poco prima del rapimento Moro,  vi era anche  Il Quotidiano dei Lavoratori, organo  di Democrazia Proletaria, che denunciava  a caratteri cubitali il “raid  genocida “di Israele appena scatenato   nei confronti dei palestinesi in Libano.

In quella denuncia, la cronaca delle prime ore di questo attacco che in seguito si trasformò in occupazione militare di uno Stato sovrano,  durato quasi un decennio e  con una lunga fila di crimini commessi dalle forze armate israeliane e dai loro alleati contro i civili palestinesi.

Nelle prime ore di quell’attacco, i morti palestinesi furono centinaia, mentre aerei e navi israeliane tempestarono di fuoco i campi profughi dei palestinesi dove vivevano ammassati ed in condizioni precarie  circa quattrocentomila civili.

Leggere a distanza di tempo gli obbiettivi di quei primi attacchi fa venire i brividi perché sappiamo come in seguito essi furono il luogo del massacro di migliaia di  donne e bambini, scannati dai falangisti appoggiati dagli israeliani: Sabra e Chatila son nomi che non dovrebbero essere dimenticati da nessun essere umano, ma che oggi nessuno rispolvererebbe .

In quei giorni, quelle prime centinaia e poi migliaia di morti  di palestinesi e libanesi, provocati dall’attacco di trentamila israeliani, furono rimossi e cancellati  dai media , dal clamore del rapimento di Moro e dell’uccisione  di sei uomini della scorta. L’Italia si trasformò ben presto in quella delle leggi eccezionali, dei governi di solidarietà nazionale,  e delle carceri e processi speciali,  mentre quella generazione che scendeva nelle strade per solidarizzare  con i popoli in lotta contro l’imperialismo,  assaggiò sulla propria pelle la guerra scatenata dallo Stato in nome della perpetuazione dell’oppressione di classe.


L’archivio storico Bendetto Petrone e Pugliantagonista, ringraziano Cosimo Pecere nell’aver ricevuto in dono  in questi giorni alcuen centinaia di copie di giornali di movimento, relativi agli anni 70 e che entrano a far parte del neo costituito fondo Cosimo Pecere-Ostuni  dell’ASB Petrone. Tra quei giornali,  le copie  del Quotidiano dei Lavoratori del 16 e del 17 marzo 1978, che ci permettono approfondire, o meglio, respirare l’aria di quegli irripetibili anni.

L’archivio Storico Benedetto Petrone


Brindisi 16 marzo 2019

venerdì 8 marzo 2019

Femminismo aviatorio …di oltre un secolo fa.


Femminismo aviatorio …di oltre un secolo fa.


In occasione dell’8 marzo vogliamo regalare una pagina “vintage” a tutte coloro che  consce dell’esser metà del cielo, han voglia di affermare il diritto di volare in esso, libere da ogni ostacolo.
E’ una bella pagina di orgoglio femminile d’inizio secolo che scopriamo nella rilettura della rivista mensile del Touring Club (anno XVIII) n 2 del 1912 nell’edizione di febbraio  della prestigiosa rivista, un best seller di allora stampata in  180.000 copie  e gratis per i soci. Una rivista  che appartiene alla signora M Cdi Bagnoli Irpino, che gentilmente  mi ha permesso la consultazione, del suo archivio personale.
A pag 106 , dedicata alle attualità dell’Aviazione, troviamo, col titolo una coppa per aviatrici, l’orgogliosa risposta dell’AeroClub femminile “Stella” di Parigi ad un premio aviatorio organizzato dall’Aeroclub di Francia ,  al pilota che avesse letteralmente “rimorchiato” sul suo aereo il maggior numero di femminili passeggere.
Rispondere  pan per focaccia era lo stile delle suffragette-femministe dell’epoca, figurarsi  poi se  queste erano ardite signore e signorine , che pilotavano oggetti volanti apparentemente usciti dalle pagine medievali di Leonardo da Vinci,  a sprezzo di ogni pericolo, senza indossare  nessun paracadute, ma decise a dimostrare di saper fare  quanto, se non meglio degli uomini, ma innanzitutto d’esser capaci di volare con le proprie”ali” e non a cavallo di una scopa.
Le ardimentose ed orgogliose signorine aviatrici Parigine  misero in palio la loro Coppa di genere, dedicata a chi tra esse fosse stata capace di convincere più uomini a salire come passeggero su un aereo, guidato da una giovane  donzella.
La stessa copertina della rivista in questione è emblematica di quel che, all’inizio del Novecento,  agitava  i sogni e le speranze anche delle ragazze italiane , stufe di sentirsi riservare un sempre più soffocante ruolo di spose e madri esemplari. Sono donne quelle che guidando una rossa automobile SPA e salutano un traballante biplano,alla cui guida  forse c’è una di loro  sperando, poter  anch’esse, presto,  conquistare la loro parte del cielo.
Riportiamo integralmente l’articolo:
— Una Coppa per aviatrici. — La coppa Schelcher come è noto, sarà attribuita al pilota dell'Aero Club di Francia che avrà condotto in aeroplano il maggior numero di signore nel corso dell'annata; ora l'Aero Club femminile di Parigi « Stella », grazie alla generosità del signor Max Brodsky, ha creato a sua volta una Coppa da assegnarsi all'aviatrice
che avrà condotto in aeroplano il più gran numero  di signori.
Gentili premure dei sessi per le tenui carezze dell'aria!-


Antonio CamusoArchivio Storico Benedetto Petrone

8 marzo 2019

non una di meno