sabato 29 gennaio 2011


28gennaio 2011 La Battaglia di Suez
28 gennaio 2017 Bari : proiettili di gomma sulla spiaggia “Pane e pomodoro


http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/futur_mil_19.htm

Il sottotenente Gavino Sassu diede gli ultimi ordini ai suoi uomini in attesa di quello che sembrava lo scontro finale tra le forze di polizia della Confederazione europea e la massa di disperati che premevano da giorni dall’interland barese.
Si trattava di decine di migliaia di uomini e donne provenienti dalle zone dai paesi limitrofi a Bari che non riuscivano più a sopravvivere con il sussidio della carta di assistenza minima europea e che ora volevano raggiungere i depositi alimentari del Programma mondiale dell’ONU ammassati nella zona della Stazione Centrale delle Ferrovie.
Nonostante gli appelli lanciati con gli altoparlanti di elicotteri e droni, manifestini e trasmissioni radio a non avvicinarsi al centro di Bari e nonostante che sapessero di avere di fronte i reparti multinazionali della Brigata Garibaldi con i bersaglieri cinesi del sottotenente Gavino e degli alpini della Julia, (in gran parte marocchini, libici egiziani e turchi , quasi tutti ex-appartenenti delle polizie segrete dei regimi che erano caduti durante la grande rivolta del 2011-2012) la pressione di queste masse di disperati era ogni giorno andata ad aumentare.
Quasi dieci anni di crisi economica, carestie , rivoluzioni del terzo mondo che avevano messo in crisi i rifornimenti energetici e che ad effetto a catena avevano disgregato l’intero sistema capitalistico pre-crisi avevano ridotto tutte le grandi città ad un ammasso di bidonville ruotanti intorno ai centri di assistenza dell’ONU. Sistematicamente la pressione e le tensioni interne a questi immensi calderoni, tendevano a salire e a produrre ondate di follia suicida alle quali le forze antisommossa dovevano rispondere utilizzando al meglio quanto gli veniva messo a disposizione all’esercito della Confederazione.
Il sergente degli alpini Wazzim dopo aver salutato il sottotenente Gavino Sassu raggiunse i suoi uomini schierati vicino alla spiaggia Pane e Pomodoro.
Le autoblindo Freccia , alcune delle quali portavano ancora i contrassegni della missione ISAF in Afghanistan , si asserragliarono tra i ruderi dei vecchi stabilimenti balneari , mentre gli egiziani e i turchi di Wazzin appostati tra la strada del lungomare e gli scogli armati di fucili ad energia cinetica costante, lanciagranate assordanti ed abbaglianti , illuminatori laser e gas repellenti si misero a difesa dei reticolati e delle barriere elettrificate che proteggevano il settore….
Poco prima di mezzogiorno calò momentaneamente il silenzio. Anche il mare sembrò fermare d’incanto le sue onde , gli stessi gabbiani che sino a poco prima stridevano, si zittirono…

Un fenomeno strano al quale Wazzin aveva assistito tante altre volte e che precedeva la “battaglia” ma che per il sergente egiziano rappresentava un viaggio a ritroso nel tempo, sino al giorno della grande rivolta di Suez.
Quel lontano 28 gennaio 2011 , Wazzin era un agente delle forze speciali antisommossa che il presidente Mubarak aveva inviato per sedare la rivolta del pane nella città portuale di Suez. Ricordava come, nonostante l’addestramento avuto da consiglieri americani ed italiani nella gestione delle rivolte di piazza, l’aver sparato centinaia di proiettili di gomma, giunti in quantità massicce da Israele, lanciato un’infinità di lacrimogeni, la folla aveva preso d’assalto i mezzi blindati della polizia e dell’esercito. A quel punto era stato consentito l’uso delle armi da fuoco provocando morti e feriti ma anche la disgregazione psicologica dei reparti intervenuti.
Molti agenti e soldati , alla vista dei morti dei feriti tra i connazionali, avevano disertato, rifiutando di sparare, o addirittura passando dalla parte dei rivoltosi ricalcando un copione che in quei giorni andò in onda prima nel Nord Africa e poi in Medio Oriente…
In seguito dopo la crisi Mondiale del 2012 giunse la direttiva di formare forze antisommossa multinazionali , di pronto impiego da utilizzare nelle varie parti del globo ove ne fosse richiesto l’uso.
Diserzioni e episodi di solidarietà tra agenti e dimostranti furono così evitati, permettendo all’intero apparato repressivo mondiale di riprender fiato. Fu appunto rispondendo a un bando della brigata Julia che Wazzin si ritrovò con il cappello degli alpini a prestare la sua opera di “pacificatore” insieme a molti suoi excolleghi nell’Europa dalle Banlieu in perenne fermento.
Della paga non ci si poteva lamentare e dell’equipaggiamento…” se Allah lo avesse potuto dare alla polizia egiziana sei anni prima , forse le cose non sarebbero andate così a Suez.!!!”_ amava qualche volta ricordare Wazzin
Ma comunque, grazie a quelle rivolte l’apparato militar –industriale occidentale si era messo a produrre il pane e il companatico da offrire ad affamati e sovversivi che volessero mettere a ferro e fuoco le megalopoli della cittadella imperiale dell’Europa:abbandonati i programmi di missili e antimissili, super Radar e caccia dell’ultima generazione, le industrie militari capitalistiche si eran messe a produrre in quantità infinite armi e proiettili, droni e gasurticanti e repellenti, laser, armi ad energia termica e e quant’altro per tenere lontano dai centri di potere e dai quartieri bene delle capitali e megalopoli europee la massa di disoccupati, affamati, senza speranza, che andava sempre più aumentando in tutti i paesi e che costituiva ormai un bubbone insanabile.

Tutto ad un tratto il silenzio si tramutò in un brusio, poi una specie di ribollire lontano ed infine, una marea urlante di fomiche nere apparve all’orizzonte percorrendo il tratto di lungomare che si connette alla superstrada BARI- Brindisi… erano almeno alcune migliaia di esseri umani, molti di essi imbracciavano bastoni, altri facevano rotolare davanti a sé vecchi pneumatici , mentre già le fiamme di piccoli incendi incominciavano a divampare..
Gli alpini di Wazzin imbracciarono i loro Beretta ad energia cinetica costante, pronti a far fuoco a volontà con dei fucili che teoricamente avrebbero solo potuto far qualche ferità lieve ai dimostranti ma che, opportunamente regolati avrebbero spezzato braccia, gambe e mandibole e sfondato globi oculari ad ogni colpo.
“-L’importante non far uso di armi da fuoco sui dimostranti, salvo se non per autodifesa!”- Questi erano gli ordini e Wazzin li avrebbe fatti rispettare…altri avrebbero poi deciso diversamente se le cose si fossero messe male!
La marea umana giunse a ridosso dei reticolati e delle barriere elettriche e si scatenò l’inferno: gli alpini sparavano senza tregua falciando uomini, donne e bambini che rotolavano a faccia in giù torcendosi dal dolore, altri rimanevano impigliati tra i reticolati dalle lame lucenti e affilati come rasoi, altri ancora rimanevano semi-folgorati dalle barriere elettriche, …eppure ancora altri in centinaia, in migliaia continuavano a venire avanti.
“-Laser!”- I laser abbaglianti , capaci di metter fuori uso la vista per diverse ore , montati sulle autoblindo entrarono in funzione e la massa umana sembrò momentaneamente fermarsi, poi la calca macinò accecati e reticolati venendo avanti
“-Cannone termico!”-
Da un Freccia appostato tra i ruderi di uno stabilimento balneare partirono i raggi che incominciarono ad arrostire gli esagitati che stavano già dilagando dai reticolati, ma già Wazzin, ordinando ai suoi uomini di indossare le maschere antigas e dopo aver chiamato in aiuto l’Aeronautica Militare di Bari Palese, si preparò alla mossa che avrebbe potuto ribaltare l’esito di quella giornata ed in parte guadagnarsi l’onore perduto a Suez nel gennaio 2011.
I droni armati di gas repellente ed urticante giunsero sulla folla e d iniziarono a colpire nel mucchio disperdendola e lasciando sul terreno esseri in prede a convulsioni e conati di vomito e ben presto nella spiaggia di “Pane e Pomodoro” ritornò alla calma . Per Wazzin la Battaglia di Suez questa volta era stata vinta.
Tratto dal racconto " L’ultimo disertore"’ in corso di stesura dello stesso autore
Antonio Camuso osservatoriobrindisi@libero.it
Osservatorio sui Balcani di Brindisi
Pubblicato alla pagina
http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/futur_mil_19.htm
Gli altri episodi pubblicati
http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/futuro_miitarizzato_13.htm
4 agosto 2015 :Bari, la battaglia dei forni
http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/Bari_battaglia_f.htm
30 dicembre 2015: bari, piombo fuso su Barivecchia
http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/futuro_militarizzato_6.htm
Bari 10 luglio 2016 Predator e soldati cinesi all’assalto…
http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/futuro_militarizzato_11.htm

E sulla open area di pugliantagonista
http://www.pugliantagonista.it/open%20area.htm
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Brindisi 28 gennaio 2011

Da Israele aerei fantasma carichi di proiettili di gomma per salvare i regimi arabi.

http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/NLW_1_animali.htm



E ’solo di qualche ora fa il racconto in diretta della troupe del TG3 fatta segno di “proiettili di gomma” sparati dalle forze speciali egiziane in quantità industriali sulle folle in sommossa nelle strade egiziane confermando l’allargamento di questa misura di contenimento urbano alle polizie dei regimi arabi filoccidentali,
Ma se nel caso della Tunisia, la velocità della protesta, l’incapacità e l’inadeguatezza dei reparti antisommossa ha visto cedere da parte di essi molto velocemente il campo ai dimostranti, nel caso dell’Egitto ad evitare la carneficina per mano degli sgherri di Mubarak sta venendo in aiuto l’amico-nemico di sempre, la vicina Israele con il suo potenziale di armamenti antisommossa testato da più intifade sulle spalle dei palestinesi. In queste ore dagli aeroporti militari israeliani si alzano in volo strani aerei dalle sigle misteriose carichi del” pane e companatico” che sarà distribuito a ritmo incessante sulle ossa dei dimostranti egiziani. Sono pallottole rivestite di plastica dei calibri più svariati, lanciagranate e lacrimogeni dotati di aggressivi chimici più potenti di quelli normalmente in dotazione delle forze antitumulto arabe. La quantità richieste sono così tante che gli stessi israeliani in parte produttori di tali aiuti umanitari si stanno rivolgendo per gli ordinativi alle fabbriche sorelle ubicate in Sud-Africa e negli Stati Uniti
Il popolo ha fame? Che mastichino un po’ di gomma!
Questo è quanto si trovano a sentenziare le Marie Antoniette arabe che non vogliono lasciare lo scettro del comando, sicure dell’aiuto USA, NATO e israeliano
Nel frattempo negli USA negli ambienti del Pentagono che sin dalla presidenza Clinton avevano sostenuto anche in sede NATO, il piano Urban operation 2020 che prevedeva la distribuzione e l’addestramento di tutti gli eserciti nell’uso di armi “poco meno che letali” per mantenere freno le sommosse che tra il 2012 e il 2015 avrebbero potuto scoppiare in più parti del mondo, ora stanno urlando in faccia ai loro colleghi- concorrenti generali e industriali la follia di aver sperperato risorse oggi maledettamente necessarie , nelle guerre inutili e dispendiose dell’Iraq e dell’Afghanistan.
Ed ora?
“-Per adesso parliamo di esser garanti della democrazia rivolgiamo a tutti l’appello alla calma , ma nel frattempo acceleriamo gli studi e i test sui nuovi armamenti antisommossa. Questa disfatta potrebbe tramutarsi in un grande affare per il nostro prossimo futuro.”- questa sarà la nuova linea dell’amministrazione americana e del complesso militar-industriale che la sostiene.
Ringraziando il cielo lo spirito intraprendente americano non è morto…
Peccato che esso correrà più velocemente scivolando sul sangue degli affamati in rivolta.
Da parte nostra , come Osservatorio sui Balcani di Brindisi, quanto sta avvenendo oggi , lo avevamo incominciato a raccontarlo esattamente tre anni fa nel nostro libro on-line “L’ultimo disertore” anticipando date, uso di armamenti non letali, il carattere delle sommosse , le diserzioni di agenti e forze armate, ma anche la risposta del potere con l’affinarsi della tecnologia.
Vi invitiamo a rileggerli i nostri racconti e forse a credere che il futuro è arrivato, il Mediterraneo è la nostra porta sul giardino di casa e noi ci giriamo le dita correndo appresso sulle discussioni sul sesso degli angeli, pardon di Ruby e di qualcun altro…
Antonio Camuso
Osservatorio sui Balcani di Brindisi
Brindisi 29 gennaio 2011-01-29


Vedi http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/futur_mil_19.htm

Gli altri episodi pubblicati
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4 agosto 2015 :Bari, la battaglia dei forni
http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/Bari_battaglia_f.htm
30 dicembre 2015: bari, piombo fuso su Barivecchia
http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/futuro_militarizzato_6.htm
Bari 10 luglio 2016 Predator e soldati cinesi all’assalto…
http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/futuro_militarizzato_11.htm
Antonio Camuso
Osservatorio sui Balcani di Brindisi
Brindisi 29 gennaio 2011-01-29

sabato 22 gennaio 2011


Nicola Occhiofino : il pacifista coerente e le lotte contro la Mega Base ONU NATO a Brindisi



Vogliamo ricordare nelle pagine dell'Archivio Storico Bendetto Petrone Nicola Occhiofino , per il suo impegno nelle tante battaglie antimilitariste

Pubblichiamo oggi in suo onore le foto di una delle tante iniziative dell'autunno 1994 a Brindisi contro la Base ONU-NATO



il ricordo di chi lo ha conosciuto.

insieme agli amici di Mosaico di Pace lo ricordiamo con questo testo:


Occhiofino e don Tonino Bello: gli amici di mosaico di pace ricordano Nicola Occhiofino con le parole che lui stesso nel 2009 dedicò al suo amico Don Tonino Bello:
“-Il volto pulito, il dolce sorriso sulle labbra, la luce di contagiosabontà negli occhi, la gioia nel comunicare: è l’immagine che conservodi don Tonino.Sentiva profondamente l’obbligo, per il cristiano, di non negarsi mai,armonica sintesi delle tre virtù teologali, fede, speranza e carità.Erano sempre presenti in lui i versi del salmo 84: “Misericordia everità s’incontreranno, giustizia e pace si baceranno. La veritàgermoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo”.Riguardo al tema affidatomi dagli organizzatori, che ringraziofraternamente per il convegno e per aver invitato la mia modestapersona, mi soffermerò, nel mio intervento, sulle grandi sfide cheinterpellano nell’oggi soprattutto la politica.In una crisi economica, a livello mondiale, dai risvolti catastrofici,tragici, nella difficile ma determinante materia, gli insegnamenti didon Tonino, a ben riflettere, si rivelano, come non mai, attuali edoviziosi…”-.
la redazione di pugliantagonista.it
22 gennaio 2011

venerdì 7 gennaio 2011



ALPINO MATTEO MIOTTO MORTO IN AFGHANISTAN

La Russa travestito da Befana porta il carbone in Afghanistan ai generali che gli hanno mentito.
…la svolta afgana tra cecchini e Terminator volanti.

http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/afghan20_matteo_miotto.htm

Finalmente dopo giorni di retorica patriottica, condita di lacrime e onori militari, il castello di bugie lungo quanto il naso di Pinocchio è caduto con l’autopsia del caporalmaggiore Miotto e la verità detta a denti stretti dai vertici militari.
La stasi delle operazioni militari a causa del “ Generale Inverno” che in Afghanistan dura sei mesi avrebbe dovuto determinare quella diminuzione routinaria degli attacchi dei ribelli talebani accora non accenna a vedersi e quotidianamente alpini italiani e marines sono sotto attacco nelle città e nei caposaldi sperduti.
Un vero peccato perchè quella diminuzione tradotta in bei diagrammi colorati da distribuire in estate alla stampa, sarebbe stata contrabbandata come prova della riuscita dell’operazione trasferimento del territorio all’esercito di Karzai , presupposto di quel “tutti a casa “che USA, NATO e Italia in testa non vedono l’ora di attuare al più presto.
Così il pantano afgano è nella fase del raggiungimento del guinnes dei primati: la prima guerra della NATO durata più di dieci anni. La guerra nATO con la logistica più lunga, superando quella del Golfo e la prima guerra non vinta dalla NATO

L’Afghanistan alla svolta tra cecchini e terminator volanti.
Ma tra i guinnes dobbiamo elencare quello che questa è stata la guerra dei paradossi: dove i droni impiegati inizialmente in maniera sperimentale sono man mano divenuti veri e propri Terminator, superando qualsiasi confine di decenza nell’uso, uccidendo talebani, capi clan ma sterminando anche famiglie intere senza che una lacrima uscisse dalle occidentali opinioni pubbliche benpensanti.
Una guerra in cui per giustificare stragi inutili si è passati dal cosiddetto “errore umano” all’utilizzo del termine “ errore di elaborazione ed interpretazione di dati”, quando a morire sotto i missili dei terminator volanti sono finiti civili innocenti afgani o abitanti delle zone tribali pachistane. In tal modo improbabili procesi per crimini contro l’umanità non saranno processati e al massimo si correrà il rischio di rottamare qualche computer o qualche inaffidabile sistema informatico dell’antiterrorismo islamico.

http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/382572/

Capitava così che giorno in cui la salma del caporalmaggiore degli alpini Miotto rientrava in Italia, dal Pentagono giungeva la notizia del prossimo invio in Afghanistan del super drone dai mille occhi che dovrebbe rappresentare la soluzione decisiva per il controllo del territorio afgano ( e non solo) : il Gorgon Stare ( lo sguardo di Gorgone_Medusa).
Si tratta di un robot volante dotato di una decina di telecamere capace di inviare oltre cinquanta filmati diversi ad analisti e soldati pronti a far intervenire altri droni armati di missili contro ribelli operanti anche in uno scenario complesso come quello di una città.
E’ una notizia confortante quella che questa nuova generazione dei controllori e , Giudici e Terminator volanti stia per essere immessa nell’armata aerea dell’esercito imperiale. Una dotazione che arriva nel periodo giusto, quando la FAO lancia l’allarme rialzo dei prezzi dei prodotti alimentari e di un pericolo scarsità di cibo per grandi parti del Pianeta che potrebbe generare rivolte di massa e gravi contraccolpi politici.
Sapere che lo sguardo di Gorgoni-Medusa sia entrato in sperimentazione sul territori afgano , ma con prerogative di uso sul controllo delle città ci fa tirare un sospiro di sollievo. Molto presto questi “ giudici Gregg” volanti ( vedasi il famoso film con Silvester Stallone) potranno dirigere i piccoli drone poliziotti armati di mezzi di annichilimento della folla e dei capi sovversivi come da anni assicurano le aziende nord-americane del complesso militar-industrialeinteressate a rendere sicuro il futuro del capitalismo globalizzatore del terzo Millennio.

Non sappiamo quando questi scenari diverranno realtà nelle megalopoli del prossimo futuro, dobbiamo accontentarci del fatto che per adesso, come nel caso del combattimento dove è morto l’alpino Miotto per “bonificare” il terreno intorno alla base italiana sotto attacco, siano intervenuti i cacciabombardieri americani che hanno schiacciato come scarafaggi , a detta delle notizie di stampa odierne , almeno quattro puzzolenti straccioni talebani che, nonostante l’impari differenza di mezzi osavano attaccare un caposaldo armato di mitragliatrici, mortai ed ogni ben di Dio.
Lo sguardo della Medusa nella mitologia greca era l’arma invincibile con cui gli dei annichilivano rendendo di pietra gli umani che cercassero di scalare l’Olimpo. Ma nonostante ciò un semidio, Perseo, che voleva esser trattato come un uomo, armato solo della caparbietà e dal coraggio riuscì con uno stragemma, mimetizzandosi come un cecchino, a giungere a portata di tiro del suo pugnale il mostro e, difendendosi gli occhi con uno scudo, decapitò la Gorgone .

Gli antichi greci amavano riempire la loro mitologia di storie paradossali, prendendo in giro gli dei e la loro infinita potenza. Oggi invece una SUPER-RAZZA di ricchi umani spera di sconfiggere l’ansia e la paura della resa dei conti finali con qualche miliardo di affamati e derelitti di troppo , dotandosi di armi che ricordino l’invincibilità degli antichi Dei, quelli che terrorizzarono l’alba dell’Umanità

E’ paradossale scoprire come la guerra afgana continui ad avere una complessità di aspetti che ne stanno facendo di essa un luogo di sorprese continue per gli analisti di cose militari.

La guerra dove i droni sono divenuti veri e propri terminator, ma anche la guerra dove si può morire a causa di armi o congegni vecchi di oltre un secolo, quando erano ancora in circolazioni armi ad avencarica
Sì perché oggi , con le dichiarazioni ufficiali di La Russa e generali al seguito, ad uccidere l’alpino Miotto è stato un proiettile sparato da con una cartuccia progettata e costruita nel 1891 per l’esercito zarista: la 7,62 X54R
Una cartuccia esplosa da una fucile “di precisione” del vecchio arsenale russo , un Dragunov, progettato nel 1963 al tempo della crisi di Cuba.
Una cartuccia e un fucile per cecchini, di un'altra epoca, che ci riporta indietro nel tempo agli orrori della guerra nella exYugoslavia e a Sarajevo che alla fine degli anni 90 divenne la capitale dei cecchini.
Da un lato i serbi che dalle alture dominavano la città, dall’altra i musulmani e croati che misero in piedi delle unità , anche femminili, di controcecchinaggio, ingaggiando battaglie che potremmo paragonare a quelle del film cult del 2001 “Il nemico è alle porte” , ambientato nella Stalingrado assediata dai tedeschi.
E serbi, croati e musulmani fecero largo uso proprio della versione modificata del Dragunov russo , sfornata in migliaia di esemplari per l’esercito di Tito, dalla Zastava, nelle versioni M 76 (Una derivazione del caro, vecchio AK47) e poi lo M91 anch’esso calibrato con l’ottima cartuccia 7,62X54R capace di fare danni mortali a notevole distanza e contemporaneamente capace di mantenersi efficace sino a 600 metri se alla bocca del fucile si applica un silenziatore di tipo tattico.

Armi che però, al confronto di ciò di cui sono dotati gli eserciti NATO e USA schierati in Afghanistan, si possono paragonarealla fionda di Davide contrapposta alla spada e all’armatura e la titanica possanza di Golia.
Basterebbe dare uno sguardo nelle riviste specializzate delle nostre forze armate e scopriremmo come i nostri alpini abbiano un reparto di elite , il 4° reggimento Alpini “Monte Cervino”, specializzato in operazioni di cecchinaggio ed eliminazione di avversari a colpi di fucile di precisione dotato silenziatore.
Scorrendo l’ archivio fotografico delle operazioni condotte nei vari teatri di guerra degli ultimi vent’anni, dal 4 reggimento alpini scopriremmo, nell’armamentario da loro usato comunemente , il fucile Hekher e Koch MP5 SD dotato di silenziatore, e come essi siano dotati di un fucile “antimateriale” come il Barret m 82 e m95 dal calibro 12,7mm capace di fare scoppiare la testa di un talebano come se fosse un melone maturo ad una distanza di qualche migliaio di metri.
Armi modernissime con il doppio di portata e calibro di cui era dotato ‘l’excecchino talebano” autore del “fortunato/sfortunato” tiro contro il militare italiano, ma passato a miglior vita dopo l’operazione di bonifica da parte dell’aereo USA armato di insetticida antiscarafaggi ( napalm e bombe a grappolo). Eppure quel folle insieme ai suoi “compagni di merenda “ è andato ostinatamente all’assalto di quel fortino, capovolgendo il ricordo dei racconti dei nostri nonni che ci parlavano degli assurdi assalti alla baionetta contro le trincee irte di reticolati e mitragliatri degli austriaci nelle cento battaglie dell’Isonzo, esattamente cento anni fa.

Non sappiamo se questa gesta un giorno faranno parte della mitologia di quella razza di umani che dovranno vivere come topi nascosti tra le macerie delle loro megalopoli, mentre nel cielo solcano droni armati di missili e occhi di Medusa , sappiamo solo che ci avviciniamo consumando risorse , distruggendo l’ambiente, producendo cose inutili, affamando e opprimendo miliardi di esseri umani , sempre più ad incubi che da trame di film di fantascienza divengono giorno dopo giorno sempre più reali.

Ma i paradossi non terminano qui : se vorreste scaricarvi un bel manuale in russo sulla tattica, le armi, e l’addestramento per divenire un buon cecchino dotato di Bragunov, basta iscrivervi ad un forum di amanti di simulazione di guerra, la cosiddetta SOFTAIR-MANIA, quelli che vanno in giro per boschi , in mimetica, caschi e sensori, armati di fucili elettrici che sparano pallini in plastica con armi perfettamente identiche a quelle vere. Ebbe il sito che vi consigliamo dove vi insegnato a sparare col Dragunov e divenire un buon cecchino ha un nome emblematico. 6 °cacciatori alpini e frequentato…paradossalmente da giovani di Tiene, il paese da dove proveniva l’alpino Matteo Miotto. Vedasi
http://softairteam6cacciatorialpini.forumup.it/about671-softairteam6cacciatorialpini.html (thiene)

Antonio Camuso
Osservatorio sui Balcani di Brindisi
Brindisi 6 gennaio 2011