sabato 29 gennaio 2011


28gennaio 2011 La Battaglia di Suez
28 gennaio 2017 Bari : proiettili di gomma sulla spiaggia “Pane e pomodoro


http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/futur_mil_19.htm

Il sottotenente Gavino Sassu diede gli ultimi ordini ai suoi uomini in attesa di quello che sembrava lo scontro finale tra le forze di polizia della Confederazione europea e la massa di disperati che premevano da giorni dall’interland barese.
Si trattava di decine di migliaia di uomini e donne provenienti dalle zone dai paesi limitrofi a Bari che non riuscivano più a sopravvivere con il sussidio della carta di assistenza minima europea e che ora volevano raggiungere i depositi alimentari del Programma mondiale dell’ONU ammassati nella zona della Stazione Centrale delle Ferrovie.
Nonostante gli appelli lanciati con gli altoparlanti di elicotteri e droni, manifestini e trasmissioni radio a non avvicinarsi al centro di Bari e nonostante che sapessero di avere di fronte i reparti multinazionali della Brigata Garibaldi con i bersaglieri cinesi del sottotenente Gavino e degli alpini della Julia, (in gran parte marocchini, libici egiziani e turchi , quasi tutti ex-appartenenti delle polizie segrete dei regimi che erano caduti durante la grande rivolta del 2011-2012) la pressione di queste masse di disperati era ogni giorno andata ad aumentare.
Quasi dieci anni di crisi economica, carestie , rivoluzioni del terzo mondo che avevano messo in crisi i rifornimenti energetici e che ad effetto a catena avevano disgregato l’intero sistema capitalistico pre-crisi avevano ridotto tutte le grandi città ad un ammasso di bidonville ruotanti intorno ai centri di assistenza dell’ONU. Sistematicamente la pressione e le tensioni interne a questi immensi calderoni, tendevano a salire e a produrre ondate di follia suicida alle quali le forze antisommossa dovevano rispondere utilizzando al meglio quanto gli veniva messo a disposizione all’esercito della Confederazione.
Il sergente degli alpini Wazzim dopo aver salutato il sottotenente Gavino Sassu raggiunse i suoi uomini schierati vicino alla spiaggia Pane e Pomodoro.
Le autoblindo Freccia , alcune delle quali portavano ancora i contrassegni della missione ISAF in Afghanistan , si asserragliarono tra i ruderi dei vecchi stabilimenti balneari , mentre gli egiziani e i turchi di Wazzin appostati tra la strada del lungomare e gli scogli armati di fucili ad energia cinetica costante, lanciagranate assordanti ed abbaglianti , illuminatori laser e gas repellenti si misero a difesa dei reticolati e delle barriere elettrificate che proteggevano il settore….
Poco prima di mezzogiorno calò momentaneamente il silenzio. Anche il mare sembrò fermare d’incanto le sue onde , gli stessi gabbiani che sino a poco prima stridevano, si zittirono…

Un fenomeno strano al quale Wazzin aveva assistito tante altre volte e che precedeva la “battaglia” ma che per il sergente egiziano rappresentava un viaggio a ritroso nel tempo, sino al giorno della grande rivolta di Suez.
Quel lontano 28 gennaio 2011 , Wazzin era un agente delle forze speciali antisommossa che il presidente Mubarak aveva inviato per sedare la rivolta del pane nella città portuale di Suez. Ricordava come, nonostante l’addestramento avuto da consiglieri americani ed italiani nella gestione delle rivolte di piazza, l’aver sparato centinaia di proiettili di gomma, giunti in quantità massicce da Israele, lanciato un’infinità di lacrimogeni, la folla aveva preso d’assalto i mezzi blindati della polizia e dell’esercito. A quel punto era stato consentito l’uso delle armi da fuoco provocando morti e feriti ma anche la disgregazione psicologica dei reparti intervenuti.
Molti agenti e soldati , alla vista dei morti dei feriti tra i connazionali, avevano disertato, rifiutando di sparare, o addirittura passando dalla parte dei rivoltosi ricalcando un copione che in quei giorni andò in onda prima nel Nord Africa e poi in Medio Oriente…
In seguito dopo la crisi Mondiale del 2012 giunse la direttiva di formare forze antisommossa multinazionali , di pronto impiego da utilizzare nelle varie parti del globo ove ne fosse richiesto l’uso.
Diserzioni e episodi di solidarietà tra agenti e dimostranti furono così evitati, permettendo all’intero apparato repressivo mondiale di riprender fiato. Fu appunto rispondendo a un bando della brigata Julia che Wazzin si ritrovò con il cappello degli alpini a prestare la sua opera di “pacificatore” insieme a molti suoi excolleghi nell’Europa dalle Banlieu in perenne fermento.
Della paga non ci si poteva lamentare e dell’equipaggiamento…” se Allah lo avesse potuto dare alla polizia egiziana sei anni prima , forse le cose non sarebbero andate così a Suez.!!!”_ amava qualche volta ricordare Wazzin
Ma comunque, grazie a quelle rivolte l’apparato militar –industriale occidentale si era messo a produrre il pane e il companatico da offrire ad affamati e sovversivi che volessero mettere a ferro e fuoco le megalopoli della cittadella imperiale dell’Europa:abbandonati i programmi di missili e antimissili, super Radar e caccia dell’ultima generazione, le industrie militari capitalistiche si eran messe a produrre in quantità infinite armi e proiettili, droni e gasurticanti e repellenti, laser, armi ad energia termica e e quant’altro per tenere lontano dai centri di potere e dai quartieri bene delle capitali e megalopoli europee la massa di disoccupati, affamati, senza speranza, che andava sempre più aumentando in tutti i paesi e che costituiva ormai un bubbone insanabile.

Tutto ad un tratto il silenzio si tramutò in un brusio, poi una specie di ribollire lontano ed infine, una marea urlante di fomiche nere apparve all’orizzonte percorrendo il tratto di lungomare che si connette alla superstrada BARI- Brindisi… erano almeno alcune migliaia di esseri umani, molti di essi imbracciavano bastoni, altri facevano rotolare davanti a sé vecchi pneumatici , mentre già le fiamme di piccoli incendi incominciavano a divampare..
Gli alpini di Wazzin imbracciarono i loro Beretta ad energia cinetica costante, pronti a far fuoco a volontà con dei fucili che teoricamente avrebbero solo potuto far qualche ferità lieve ai dimostranti ma che, opportunamente regolati avrebbero spezzato braccia, gambe e mandibole e sfondato globi oculari ad ogni colpo.
“-L’importante non far uso di armi da fuoco sui dimostranti, salvo se non per autodifesa!”- Questi erano gli ordini e Wazzin li avrebbe fatti rispettare…altri avrebbero poi deciso diversamente se le cose si fossero messe male!
La marea umana giunse a ridosso dei reticolati e delle barriere elettriche e si scatenò l’inferno: gli alpini sparavano senza tregua falciando uomini, donne e bambini che rotolavano a faccia in giù torcendosi dal dolore, altri rimanevano impigliati tra i reticolati dalle lame lucenti e affilati come rasoi, altri ancora rimanevano semi-folgorati dalle barriere elettriche, …eppure ancora altri in centinaia, in migliaia continuavano a venire avanti.
“-Laser!”- I laser abbaglianti , capaci di metter fuori uso la vista per diverse ore , montati sulle autoblindo entrarono in funzione e la massa umana sembrò momentaneamente fermarsi, poi la calca macinò accecati e reticolati venendo avanti
“-Cannone termico!”-
Da un Freccia appostato tra i ruderi di uno stabilimento balneare partirono i raggi che incominciarono ad arrostire gli esagitati che stavano già dilagando dai reticolati, ma già Wazzin, ordinando ai suoi uomini di indossare le maschere antigas e dopo aver chiamato in aiuto l’Aeronautica Militare di Bari Palese, si preparò alla mossa che avrebbe potuto ribaltare l’esito di quella giornata ed in parte guadagnarsi l’onore perduto a Suez nel gennaio 2011.
I droni armati di gas repellente ed urticante giunsero sulla folla e d iniziarono a colpire nel mucchio disperdendola e lasciando sul terreno esseri in prede a convulsioni e conati di vomito e ben presto nella spiaggia di “Pane e Pomodoro” ritornò alla calma . Per Wazzin la Battaglia di Suez questa volta era stata vinta.
Tratto dal racconto " L’ultimo disertore"’ in corso di stesura dello stesso autore
Antonio Camuso osservatoriobrindisi@libero.it
Osservatorio sui Balcani di Brindisi
Pubblicato alla pagina
http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/futur_mil_19.htm
Gli altri episodi pubblicati
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4 agosto 2015 :Bari, la battaglia dei forni
http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/Bari_battaglia_f.htm
30 dicembre 2015: bari, piombo fuso su Barivecchia
http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/futuro_militarizzato_6.htm
Bari 10 luglio 2016 Predator e soldati cinesi all’assalto…
http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/futuro_militarizzato_11.htm

E sulla open area di pugliantagonista
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Brindisi 28 gennaio 2011

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