domenica 9 dicembre 2012

prova spot del 9 dicembre 2012 e 2013

sabato 14 aprile 2012



TRIBUTO AL COMPAGNO SALVATORE DE ROSA



DALLA CONFEDERAZIONE COBAS ED UN SALUTO DAL COMPAGNO NICOLA LATORRE



Inserite foto testimonianti l'impegno di Salvatore

http://www.pugliantagonista.it/archivio/claudio_beppe_compagni_tarantini.htm






Con dolore e rabbia la Confederazione Cobas partecipa al cordoglio unanime per la morte del compagno tarantino Salvatore De Rosa.
Con Salvatore se ne va un pezzo di storia della Taranto antagonista , che dalla fine degli anni ’70 a oggi , ha sempre dato battaglia contro i poteri forti e la degenerazione della politica, nell’interesse supremo della povera gente, dei lavoratori, dell’ambiente, dei beni comuni.
Non c’è stata lotta a Taranto o iniziativa nazionale a cui Salvatore è mancato. Con l’incedere pacato, riflessivo,sorridente e determinato , Salvatore contribuì – insieme ai compagni/e del “csoa Cittavekkia “ – a sfidare e poi vincere la barbarie di Cito, il sindaco coatto che ha depredato Taranto. Così come è stato partecipe delle lotte per la chiusura delle Basi Nato in Puglia , che ebbero un nuovo slancio dopo il campeggio antimilitarista del ‘99 ad Otranto.
Insieme ai Cobas , nel resistere alla mattanza e ai tentativi sediziosi perpetrati dallo Stato a Napoli e Genova nel 2001 ; a fianco dei popoli oppressi di Palestina e Kurdistan ; nelle mobilitazioni contro i cicli repressivi, da quelli per la liberazione e il proscioglimento dei compagni/e del “ sud ribelle” , a quella per la liberazione di Bobo Aprile e i disoccupati brindisini, all’odierna campagna per la liberazione dei compagni/e NO Tav.
Poi ancora a sostenere la ripresa e il riscatto dei quartieri popolari di Taranto , dove una nuova generazione ha ripreso il testimone della soluzione dei bisogni negati, mettendo in campo la sfida al degrado e la precarietà, facendo proprie le battaglie contro discariche-inceneritori verso “ rifiuti zero”, per l’energia pulita e contro il rigassificatore , soprattutto per l’acqua bene comune , dall’impegno per la legge di iniziativa popolare, al vittorioso referendum, all’attuale campagna di “ obbedienza civile”.
Addio caro Salvatore , compagno di tante battaglie e di ampie visioni, il vuoto che lasci cercheremo di colmarlo tenendo fede ai valori,ai principi, ai comportamenti che ti hanno sempre ispirato.
Ai tuoi affetti , ai compagni/e di Taranto , le condoglianze e la vicinanza della Confederazione Cobas.
Roma 13.4.12 Confederazione Cobas
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Le brutte notizie,purtroppo,arrivano in fretta. Quella della morte di Salvatore mi giunge proprio quando,casualmente, sono di passaggio per le italiche terre. Salvatore lo ricordo in tante situazioni pugliesi,tante quante quelle lotte e iniziative che piu' generazioni di compagn@ hanno tessuto per un trentennio nella nostra Puglia. Salvatore mi colpi la prima volta perche' la sua "anima tarantina" la esternava con gentilezza ed una pacata determinazione..il tutto condito da un velo costante di leggera ironia. Sono convinto che manchi gia' a tanti in queste ore: ai compagni e le compagne di quella tua taranto cosi cara in primo luogo,e gli altri ancora che hanno avuto la fortuna di inrociare la propria esistenza con la tua,in puglia e nel resto d'italia. A tutti/e loro va il mio piu' forte abbraccio. A te Salvatore,la promessa di non dimenticarti mai. A pugno chiuso,ciao

Nicola Latorre

venerdì 13 aprile 2012







CHI VIVE NELLA LOTTA , MUORE LIBERO.
CIAO COMPAGNO SALVATORE

Report e foto a cura di Pugliantagonista.it
http://www.pugliantagonista.it/archivio/claudio_beppe_compagni_tarantini.htm


Con questo striscione le compagne e i compagni di Salvatore de Rosa lo hanno salutato per l’ultima volta , nel giorno del suo funerale.
Portato a spalla sin sull’uscio della chiesa con le bandiere rosse abbrunate, tra canti e slogan, ma innanzitutto con tante lacrime e commozione ed un vuoto immenso nel cuore, nello stomaco ancora increduli per la sua perdita.
Tra i tanti c’erano compagni che ieri sera han preso il treno o l’auto partendo da centinaia di chilometri dove il bisogno di lavoro, di un lavoro dignitoso, li ha spinti a lasciare quella Taranto che tante volte li ha visti partecipi insieme a Salvatore nelle lotte antifasciste, ambientaliste, politiche e e sindacali.
C’erano compagni che ormai da oltre 40 anni non smettono mai di essere in piazza, c’erano anche i giovanissimi compagni e amici di Beppe e Claudio morti prematuramente, c’erano lo striscione ambientalista di Attiva-Lizzano e le bandiere referendarie in omaggio dell’impegno multiforme onnipresente di Salvatore in tutto ciò che potesse servire ad una Taranto migliore.
Quasi volesse accomunarsi al dolore e allo strazio dei compagni, dei familiari e degli amici anche il cielo , all’uscita della bara si è sciolto in lacrime tra il canto di Bella Ciao e il grido di “Salvatore presente!”

mercoledì 11 aprile 2012



Il compagno Salvatore De Rosa , di Taranto, è morto!





La redazione di Pugliantagonista.it si unisce al dolore dei compagni tarantini, dei suoi familiari, dei suoi amici.
http://www.pugliantagonista.it/archivio/claudio_beppe_compagni_tarantini.htm


Una bruttissima, maledetta notizia che non ti lascia nemmeno la forza di maledire il fato che ha voluto che per dei maledetti incidenti , a volte banali, negli ultimi tempi ci abbiano portato via dei compagni, alcuni giovanissimi che tanto avevano combattuto per una Taranto, una Puglia, un Meridione migliore.
Alcuni mesi fa era toccato a Claudio raggiungere un altro giovanissimo compagno, Beppe, morto anche lui in un maledetto incidente stradale, poi la morte di improvvisa di “zio Antonio” Ranieri, poi ora a Salvatore , “lo psicologo”, a causa dei postumi di un banale incidente domestico.
Ancora una volta il fato ha voluto giocare con un essere umano che ha sempre affrontato con il sorriso sulle labbra , quasi fosse un gioco, la vita anche nei suoi momenti più duri.
Il sorriso, l’ironia di Salvatore, uniti alla sua mitezza, ma anche all’acume con il quale sapeva affrontare e analizzare problemi giovanili, dinamiche sociali, ma anche lanciandosi in sperimentazioni politiche, contaminandosi con nuove esperienze ,lo contraddistinguevano, insieme alla sua ossessiva ricerca del rispetto delle altrui opinioni.
Non c’è stata lotta politica ambientale o ideale a Taranto in cui Salvatore de Rosa non avesse partecipato, con discrezione, ma non mancando mai di far sentire le sue idee.
Salvatore apparteneva a quel nucleo di compagni che visse il momento più duro della sinistra rivoluzionaria a Taranto, quello di fine degli anni 70, quando riflusso , repressione e l’eroina che circolava nelle piazze, distrussero una generazione che anche qui al Sud aveva sognato l’ìimpossibile: la Rivoluzione.
Ostinatamente quei compagni: Ernesto, Salvatore Stasi, Salvatore de Rosa ed altri ancora continuavano cocciutamente a testimoniare che “le idee di rivolta non erano morte… ( come dice la canzone)… ma che esse dovevano divenire un nuovo progetto antagonista capace di essere recepito e ripreso da una nuova generazione di militanti
Dopo gli anni bui che portarono all’elezione plebiscitaria di Cito a Sindaco di Taranto, nel finire degli anni 90 una nuova generazione si affacciò, grazie anche all’esperienza del Centro Sociale CittàVekkia , ma anche dell’impegno dinanzi ai luoghi di lavoro del gruppo dei “militanti storici” e la nascita delle istanze pacifiste ed ambientaliste tra cui Peacelink .
Salvatore de Rosa lo ritroviamo nel campeggio antimilitarista di Otranto , del 1999, subito dopo la fine della guerra del Kosovo e delle grandi mobilitazioni pacifiste che avevano attraversato la Puglia.
Poi iniziò la stagione dei Socialforum e insieme a tanti compagni pugliesi partecipa alle proteste a Napoli nel marzo 2001. In quell’occasione la sua bontà d’animo lo porta a subire la violenza poliziesca direttamente. Lui durante una carica era rimasto a proteggere un giovane studente , esponente dei fuorisede di Roma , sofferente di una disabilità che gli impediva di poter allontanarsi di corsa, Salvatore semplicemente con il suo corpo fece scudo al ragazzo, subendo le percosse dei manganelli, nonostante che fosse a mani nude.
La sua rivincita venne a Genova, nel luglio 2001 quando, mentre la polizia caricava il presidio del sindacalismo di base promosso dai Cobas, rivolgendosi ai suoi compagni, sorridendo, flemmaticamente , disse che questo film lo aveva già visto e che questa volta voleva raggiungere la Linea Rossa.
Così, mentre infuriava la battaglia tra polizia e dimostranti, culminata con la morte di Carlo Giuliani, lui, raggiunto un gruppo delle rete Lilliputh e di qualche associazione cattolica riuscì ad essere tra i pochi che quel giorno giunsero sino quelle reti metalliche maledette, che sembravano simboleggiare l’arroganza e la finta forza di un vecchio, putrescente, sistema.
Negli anni a seguire Salvatore ha continuato ad interessarsi delle battaglie di rinnovamento nella città di Taranto, anche quando ad esse il sistema rispondeva con i teoremi giudiziari come quelli del processo al Sud Ribelle.
Non dimenticandosi quell’esperienza, noi brindisini lo avevamo rivisto in piazza Vittoria qualche mese fa, con la delegazione di compagni tarantini venuta a testimoniare a Brindisi la solidarietà a Bobo e ai disoccupati, arrestati perché chiedevano lavoro.
Tra le foto che ritraggono Salvatore pubblichiamo quella a lui cara, di una foto scattata nel 2000 su sua richiesta, dinanzi all’ingresso di una vecchia fabbrica , ormai dismessa, di Brindisi ma che portava nelle scritte sui muri il segno delle lotte che ne avevano fatto un simbolo della lotta operaia, la SIDELM, nel quartiere Minuta.
La scritta un po’ sbiadita che portava ancora in sé tutta la carica della lotta di classe :”- Il padrone deve vedersela con noi- gli era piaciuta e ci aveva chiesto di farsi ritrarre con essa.
Ciao , Salvatore , sappi che ogni volta che “i padroni” dovranno vedersela con noi, sapremo che ci sarai vicino…

Ciao Salvatore
La redazione di Pugliantagonista.it
Brindisi 11 aprile 2012

domenica 8 aprile 2012



COMUNITA' ALLOGGIO DI RESTINCO (BR)




Pasquetta 1985 : occupazione e festa collettiva di quel giorno



La comunità alloggio e di recupero di Restinco sostenuta dal
CENTRO SOCIALE CONTRO L'EMARGINAZIONE GIOVANILE DI VIA SANTA CHIARA ( BRINDISI )


mercoledì 4 aprile 2012



GENERAZIONE COMISO...un ricordo delle lotte contro i missili Crise e di tanti compagni antinucleari che non ci sono più

LE ALTRE FOTO SU

http://www.pugliantagonista.it/archivio/generazione%20comiso.htm


La battaglia antinucleare di Comiso ha in quella giornata un momento durissimo che coinvolgerà quella generazione di militanti , cresciuti neghli anni 80 nelle lotte contro il riarmo e le politiche guerrafondaie imperialiste . Molti di quei militanti ci hanno lasciato, l'ultimo è stato Antonio Poletto storica figura del "Garibaldi" di Milano
A ricordare quella generazione gli scritti di questi giorni (marzo 2012) di Antonio Mazzeo e Vincenzo Miliucci.
Come Archivio Storico Benedetto pubblichiamo due foto emblematiche di quel giorno: la carica poliziesca contro manifestanti inermi e i segni della violenza che subirono sul corpo








Generazione Comiso. I ragazzi degli Anni Ottanta
di Antonio Mazzeo

“Renato A. e Renato C., Angelo, Alfredo, Turi, la piccola Giovannella, Alfredo, Angelo, Patrizia, Pippo, Enrico. E Alfonso da Catania e Teresa da Enna, e Tore e Morishita e Antonella. E Franz, Giuseppe e Giacomo e tu, Jochen...”

Mi ero proprio rotto. Due giorni a fare su e giù, Comiso-aeroporto, aeroporto-Comiso. Una Fiat 127 blu tutta ammaccata, scarrozzando inviati Rai e corrispondenti annoiati, persino tre grigi inviati della Pravda e di chissà quale altro quotidiano dell’URSS. Tutti gli altri, davanti ai cancelli, a cantare, giocare, ballare, condividere l’utopia che avremmo fermato i lavori, i missili. Così, la sera in assemblea, dissi che l’8, ultimo giorno di blocco, non avrei più fatto l’addetto stampa e che mi sarei unito ai siciliani in sit-in all’ingresso principale. Avvenne tutto in un attimo: il comandante dei CC col frustino, i suoi insulti, poi le sirene, i bengala, i lacrimogeni e gli assalti davanti e di dietro. Botte da orbi, il dolore pungente sulle spalle, il sangue, la fuga in un’immensa nube di polvere tra i vigneti. Insieme a Tullio che mi aveva raccontato, felice, che sarebbe presto andato in Nicaragua da cooperante. E quel maledetto elicottero che c’inseguiva, dappertutto, l’agente bastardo che rideva e fingeva di spararci addosso.
Riuscimmo a tornare all’IMAC. I primi soccorsi, un punto di sutura, a pulirci il fango, anestetizzando le lacerazioni dell’anima. Quella notte fu l’inferno. Ardevo di dolore e rabbia. Poi il crollo in un oceano d’incubi. Le immagini della carica in moviola, i volti di quei criminali che ci avevano rubato l’innocenza, la gioia, la speranza. E i manganelli. Ancora quel frustino. I bastoni di legno. Orrore a orrore. Infine, grazie al mixer di antidolorifici e vino, un insperato torpore, un senso di pace fatto di ricordi, flash back con loro, sorelle e fratelli di un anno di convivenza e lotte nel Campo internazionale della pace di Comiso.
La festa della luna piena con Marianne, narratore clown di un villaggio trasformato in industria di morte ma che come in tutte le fiabe, alla fine, prima del vissero tutti felici e contenti, il missile a multipla testata nucleare esplodeva in bon-bon e caramelle. Le pazienti lezioni di giornalismo di Marina, due anni negli States come stagista. “Hai talento, ma ti perdi in inutili fronzoli. Vai subito al sodo, sii anglosassone!”. Antonio, disoccupato, che aveva respinto a muso duro l’unica offerta di lavoro che gli avevano fatto. Quella di fare da muratore all’interno della base. L’incontenibile gioia di Iano di Avola, obiettore di coscienza in servizio civile, quando lo informammo che sarebbe andato a parlare di noi, una settimana, tra i metalmeccanici di Milano e di Varese. Le processioni a piedi scalzi di Turi, dietro il Vescovo che benedì nel nome di Cristo la prima pietra della chiesa all’interno del complesso atomico. Ed Enrico, sardo cocciuto e ribelle, sempre più capace di noi a tessere, abilmente, legami politici impossibili. La forza di Tore per continuare a vedere le cose belle della vita, leggere, scrivere, studiare, anche quando gli occhi ti hanno vigliaccamente tradito. L’incomparabile dolcezza di Antonella che aveva ammansito con una carezza i cani lupo che ci avevano scagliato contro i tutori dell’ordine di Sigonella. E le ballate a Sacco e Vanzetti e Pio La Torre, Give peace a change e Al Magliocco al Magliocco, tutti a fare il coro, stonati, di Fortunato cantastorie di Barcellona Pozzo di Gotto. La santità del reverendo Morishita, irraggiungibile nella sua imperturbabile pace interiore e proprio per questo intimamente nostro. Nostro davvero e di tutta Comiso. L’attesa, una settimana sì e una no, del furgone dei nonviolenti messinesi, Renato A e Renato C, la piccola Giovannella, Alfredo, Angelo, Patrizia, Pippo. E Alfonso da Catania e Teresa da Enna, l’amore che ha generato Irene, la pace. E quell’uomo spuntato chissà come e da dove, barba incolta e bastone. “Sono un giornalista di un mensile che verrà, parlatemi di voi pacifisti che voglio scrivere un pezzo”. Fui diffidente, quasi maleducato. Vedevo spie dappertutto e un giornalista di un giornale mai nato era sicuramente uno sbirro. Invece era Riccardo e quell’inchiesta sui giovani di Comiso uscì sul primo numero de I Siciliani. Missili e mafia, mafia e missili. Erano stati il pallino di Pio, lo sarebbero stati per il direttore-scrittore Fava, anche lui martire sacrificato all’altare dei Principi della morte.
Con Giuseppe se ne sono andati via prima Giacomo, l’ex sindaco che sfidò il Partito, il suo Partito, che lo aveva lasciato solo contro gli Americani. Poi Franz dei comitati popolari veneti, che in una settimana aveva trasformato un terreno incolto in un camping autosufficiente per i mille compagni di tutta Europa, i protagonisti di quella splendida estate dell’83. L’anno scorso te, Jochen. Ti ricordi quando c’incapriolammo, caddi e mi spezzai il polso e ti dovetti abbracciare perché piangevi come un bambino, splendido nei tuoi lunghi capelli biondi e il volto d’angelo? Non ti ho più visto da quel maledetto giorno che ti arrestarono come un bandito. Gli facevi paura. Invincibile. Ma so che ci sei. E ci sarai.
Picchiarono e picchiarono, con quei ba­stoni di cuoio, sopra teste, schiene nude, braccia dei ragazzi, chiusi, serrati fra due schiere… Vincenzo Consolo, Comiso, l’Unità, 7 settembre 1985.

Articolo pubblicato in I Siciliani giovani, n. 3, marzo 2012




ANTONIO POLETTO
Il compagno Antonio Poletto è morto ieri 25 marzo 2012 a Milano.Con Antonio se ne va un altro dei protagonisti del ciclo di lotte che hannocaratterizzato la stagione politica dalla metà degli anni '80 agli anni '90 a Milano e nel Paese.
Tra gli animatori del Centro Sociale Garibaldi - che insieme al Leoncavallo
dell'epoca fecero da contenitore creativo e formativo per le nuove generazioniantifasciste e internazionaliste ( solidali con i popoli oppressi, palestinese,basco,latino americano :nel '92 tante iniziative contro i " 500°dellaconquista") - contribuì con sollecitudine alla sfida risultata vincentecontro il nucleare civile e militare.Antonio e il Csoa Garibaldi , partecipi di quel ciclo e del
Coordinamento Antinucleare Antimperialista Antinucleare , sotto le cui bandiere sepperoimporre la chiusura delle centrali nucleari e la costruzione della base Natoal S.Anna di CapoRizzuto, dopo che a Comiso si pose fine all'insediamento deimissili nucleari Usa.La lunghissima malattia che lo ha stroncato, gli ha impedito di esserepartecipe delle novità che agitano il panorama italiano, quelle della difesasempre più corale dei beni comuni ,del sostegno attivo alla lotta NO Tav ,della lotta alla precarietà del lavoro e dell'esistenza.Addio Antonio , ti tributano l'ultimo saluto vecchi e giovani compagni/eresistenti e anticipatori>Vincenzo Miliucci

venerdì 30 marzo 2012



KATER I RADES : 15 ANNI DOPO RICORDATA A BRINDISI






Report e ringraziamenti per la partecipazione alla iniziativa in ricordo della strage della Kater I rades



FOTO E REPORT, LOCANDINA ED EVENTO TEATRALE SU: http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/kater_28m12.htm


A nome dell’Osservatorio sui Balcani di Brindisi e di tutte le associazioni antirazziste presenti sul territorio brindisino i sottoscritti Antonio Camuso e Roberto Aprile ringraziano tutti coloro che hanno partecipato , in gran numero alla commemorazione della tragedia della Kater I rades.
A quindici anni di distanza di fatto è stata idealmente l’intera comunità brindisina che si è raccolta sul lungomare per un omaggio silenzioso con il lancio di fiori in mare, in memoria delle vittime della strage del Venerdì Santo del 1997.
“-Mai così tanti!”- … possiamo affermare, soddisfatti, per questo ennesimo segnale di solidarietà dato dalla città di Brindisi che non smentisce il suo cuore aperto a chi soffre e viene a cercare nel nostro porto un anelito di speranza.
In questo contesto gradita ed auspicata è stata la presenza di monsignor Talucci e della viceprefetto Maria Rita Iaculli, oltre che rappresentanti del Comune di Brindisi, di partiti, sindacati, associazioni e singoli cittadini che si sono stretti intorno alla rappresentanza della nutrita ed integrata comunità albanese che vive a Brindisi.
Una manifestazione esemplare di solidarietà umana da parte di una città che, nonostante i gravi problemi di carattere economico, mai si è lasciata andare a fenomeni di discriminazione e razzismo ei confronti dei migranti, di qualunque etnia o nazionalità appartenessero.
Noi riteniamo che ciò faccia, nonostante tutto , di Brindisi una città da prendere da esempio, anche un luogo dove poter sperimentare nuove forme di relazione, integrazione , interazione con i numerosi migranti che ivi risiedono stabilmente o no e che tali processi dovrebbero essere aiutati con opportune risorse economiche di cui attualmente la nostra città non può avere , lasciata sola, a disposizione.
Non a caso lo spirito di solidarietà del marzo del 91 è sentito come l’anello comune delle diverse
anime del volontariato cattolico e laico di questa città ritenendolo un valore aggiunto nel nostro spirito identitario di brindisini di cui possiamo andare sicuramente fieri e l’aver ostinatamente testimoniato tale volontà solidale in questi quindici anni, ogni 28 marzo, è forse la risposta più inequivocabile.
Quanto questo sforzo sia stato premiato lo abbiamo toccato con mano nell’aver ammirato la bellissima rappresentazione dei giovani artisti ( in gran parte nostri concittadini, come lo stesso ideatore del progetto Luigi D’Elia) diretti dai registi Francesco Niccolini e Fabrizio Pugliese , nell’opera teatrale “-Kater ; primo movimento”-.
Questo rinnovato senso di partecipazione, in nuove forme , come quello artistico, riteniamo che sia il miglior segnale di passaggio di testimone tra generazioni di antirazzisti, di esseri umani sensibili alle altrui sofferenze, di appartenenti ad una terra che da sempre è stata patria e porto di migranti.
Un ringraziamento particolare è ai media , in particolare locali, le diverse TV, i giornali quali il Quotidiano di Brindisi, la Gazzetta del Mezzogiorno , Senza Colonne, che in questi anni ci hanno supportato con i loro articoli, le interviste contribuendo al mantenere viva LA sensibilità comune su quella tragedia .
Prendiamo infine atto e ringraziamo della volontà di chi attualmente sta amministrando il nostro Comune nel ricercare un luogo dove rendere stabile non solo la memoria della tragedia della Kater I rades e di tutte quelle legate ai flussi migratori, ma anche dove si possa mostrare ai visitatori, agli studenti, ai nostri stessi concittadini, l’impegno solidale di questa città, nell’intero corpo sociale, religioso, politico e noi saremo coerentemente al fianco di questo sforzo.

Antonio Camuso
Roberto Aprile

Osservatorio sui Balcani di Brindisi
Brindisi 30 marzo 2012

mercoledì 21 marzo 2012



28 marzo 1997-28 marzo 2012
Le iniziative a Brindisi per ricordare la strage del canale d’Otranto.

Quest’anno, l’anniversario della strage di donne e bambini albanesi morti affogati all’interno della barchetta albanese Kater I Rades , speronata nel Canale d’Otranto durante una operazione di “respingimento di profughi”, il venerdì Santo di quindici anni fa , verrà ricordato qui a Brindisi con una duplice iniziativa che coinvolgerà cittadini italiani e albanesi , associazioni antirazziste e giovani artisti.

Con la sentenza del tribunale di appello di Lecce, del 28 giugno 2011, la vicenda processuale nei tribunali pugliesi si può dichiarare conclusa e non ci illudiamo che in Cassazione si possano avere dei colpi di scena tali da riportare sul banco degli imputati i mandanti di quella strage: ovvero la classe politica al governo e all’opposizione in quel lontano 1997 che, in piena tornata elettorale , si cimentò in una campagna razzista e di terrorismo mediatico dipingendo i profughi albanesi come la peggior specie dell’Umanità.

Da quindici anni,le associazioni antirazziste pugliesi, celebrando il 28 marzo con il lancio dei fiori in mare, hanno ostinatamente affermato che simili follie sono sempre in agguato quando l’intolleranza e l’odio xenofobo sono utilizzati per raccogliere voti e consenso.
Noi crediamo, invece, che la solidarietà umana che mosse la popolazione brindisina nel’91, ad accogliere e 20.000 albanesi , è l’esempio utile da cui costruire politiche di accoglienza e reciproco confronto tra popoli e che Brindisi possa avere un ruolo importante in ciò.

Oggi la Kater i Rades , un relitto “scomodo” è stato smembrato ed in parte trasferito ad Otranto , ma essa, e il ricordo e il dolore per le sue giovani vittime, continuerà a vivere a Brindisi, nel nostro impegno e nei nostri cuori di antirazzisti ma anche, grazie all’impegno civile di un gruppo di giovani artisti, ricercatori del luogo e dell’opera del regista Francesco Niccolini, con la rappresentazione teatrale “Kater I Rades, primo movimento ” che sarà effettuata in pubblico per la prima volta a Brindisi alle 18,30 del 28 marzo 2012 presso la Casa del Turista (lungomare del porto).

Invitiamo tutti il 28 marzo 2012 a Brindisi
Ore 17.00 sul lungomare del porto (antistante i giardinetti) ricordo dei naufraghi e lancio di fiori in mare
Ore 18.30 Casa del Turista (lungomare, pressi palazzo Montenegro) : rappresentazione “Kater I Rades, primo movimento” di Francesco Niccolini
Ore 20.00 Replica della performance

Ricordiamo a tutti che la rappresentazione teatrale , pur essendo gratuita, avendo un numero di posti limitati (81, quante furono le vittime accertate dalle sentenze dei tribunali) è possibile parteciparvi solo dietro prenotazione telefonica al numero:331 3477311 info http://www.cooperativathalassia.it/

Per info adesioni manifestazione Osservatorio sui Balcani di Brindisi 338 5872349 –368 582406 osservatoriobrindisi@libero.it
Si allegano locandina dell’evento, comunicato stampa congiunto degli organizzatori dell’evento e foto manifestazione settembre 97

OSSERVATORIO SUI BALCANI DI BRINDISI
osservatoriobrindisi@libero.it
Brindisi 20 marzo 2012

giovedì 16 febbraio 2012



SABATO 18 FEBBRAIO 2012 A BRINDISI



RICORDARE LA STRAGE DELLA KATER I RADES ATTRAVERSO UN LIBRO






La Residenza Teatrale CETACEI di Maccabeteatro e Thalassia
OSSERVATORIO SUI BALCANI, Brindisi
con il patrocinio del COMUNE DI BRINDISI
presentano IL NAUFRAGIO, morte nel mediterraneo
http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/kater_iniziative.htm
sabato 18 febbraio 2012, ore 18:00
Sala Conferenze Palazzo Granafei-Nervegna,
presentazione del libro
IL NAUFRAGIO, morte nel mediterraneo
(Ed. Feltrinelli)
il naufragio della Kater I Rades, 15 anni dopo
ne discutono Francesco Niccolini e l’autore Alessandro Leogrande
Nell’ambito del laboratorio di ricerca e narrazione organizzato dalla residenza teatrale CETACEI.
La residenza teatrale CETACEI di Maccabeteatro e Thalassia è un progetto TEATRI ABITATI, una rete del contemporaneo, progetto finanziato dal FESR ed affidato dalla Regione Puglia-­‐ Assessorato al Mediterraneo, Cultura e Turismo al Teatro Pubblico Pugliese.
In collaborazione con CAFFE’ LIBRERIA CAMERA A SUD, Brindisi
Erano quasi le sette di sera del 28 marzo 1997, venerdì di Pasqua. In Albania c’era la guerra civile e la gente scappava come poteva dall’altra parte del Canale d’Otranto. In Italia montava la paranoia dell’invasione albanese e si apriva la stagione dei respingimenti. Alle 18,57 la Kater i Rades, una piccola motovedetta partita da Valona stracarica di profughi, affonda nello scontro con la corvetta della Marina Militare Italiana Sibilla e cola a picco: 57 morti, soprattutto donne e bambini, 24 dispersi e 34 superstiti.
81 vittime: lo stesso numero di vittime della strage di Ustica, lo stesso muro di gomma.
Il naufragio della Kater i Rades è una pietra di paragone perché, a differenza dei molti altri avvolti nel silenzio, è possibile raccontarlo."
Alessandro Leogrande (Taranto 1977) è vicedirettore del mensile "Lo straniero". Cura una rubrica settimanale sul "Corriere del Mezzogiorno" e collabora con quotidiani e riviste, tra cui "Saturno", inserto culturale de "il Fatto Quotidiano". Dopo l'esordio con Un mare nascosto (L'ancora del Mediterraneo 2000), un'inchiesta sulla sua città d'origine, stretta fra crisi industriale, inquinamento e ascesa del telepredicatore Giancarlo Cito, Alessandro Leogrande ha raccontato con reportage narrativi le nuove mafie, i movimenti di protesta, lo sfruttamento dei braccianti stranieri nelle campagne: Le male vite. Storie di contrabbando e di multinazionali (L'ancora del Mediterraneo 2003; nuova edizione Fandango 2010); Nel paese dei vicerè. L'Italia tra pace e guerra (L'ancora del Mediterraneo 2006); Uomini e caporali. Viaggio tra i nuovi schiavi nelle campagne del Sud (Mondadori 2008, con cui ha vinto il Premio Napoli – Libro dell'Anno, il Premio della Resistenza Città di Omegna, il Premio Sandro Onofri, il Premio Biblioteche di Roma). Ha curato le antologie Nel Sud senza bussola. Venti voci per ritrovare l'orientamento (L'ancora del Mediterraneo 2002, insieme a Goffredo Fofi) e Ogni maledetta domenica. Ottostorie di calcio (minimum fax 2010).
Francesco Niccolini (Arezzo, 1965). Drammaturgo, sceneggiatore, talvolta regista.
Da molti anni lavora, studia e scrive con Marco Paolini: il loro ultimo lavoro è ITIS Galileo.
Ha scritto testi e spettacoli per Sandro Lombardi, Arnoldo Foà, Anna Bonaiuto, Luigi D'Elia, Massimo Schuster, Antonio Catalano, Enzo Toma, Fabrizio Saccomanno e molti altri.
Ha collaborato con Radio3 e con la Televisione Svizzera Italiana.
Tiene corsi e laboratori di scrittura teatrale e drammaturgia in Italia e all'estero, in particolare dirige da dieci anni la non scuola di Rosignano Marittimo e da quattro anni è uno dei docenti di drammaturgia di Prima delTeatro (San Miniato, Pisa).
Tra le sue ultime pubblicazioni: La guerra grande dell'Arno (2011, audio libro Scienza express), Trilogia del Salento (2009, Titivillus).
INFO: RESIDENZA CETACEI di MACCABETEATRO e THALASSIA
Mob. 331/3477311 – 393/9629084
Mail: residenzacetacei@cooperativathalassia.it Web: www.cooperativathalassia.it
Info Osservatorio sui Balcani di Brindisi osservatoriobrindisi@libero.it
http://www.pugliantagonista.it/osservatorio.htm


15 febbraio 1966



Onore a Don Camilo Torres






lo vogliamo ricordare con la prima strofa della canzone a lui dedicata da Fausto Amodei



Da molti anni i poveri della nostra patria,da molti anni attendono il grido di battaglia,il grido per gettarsi nella lotta finalecontro l’oligarchia e contro il capitale.
http://www.pugliantagonista.it/camillo.htm

mercoledì 8 febbraio 2012







Comunicato ANPI Brindisi su raduno neofascista dell’11 febbraio 2012 e appello alla mobilitazione antifascista







Sugli organi di stampa odierni è apparso l’annuncio di una manifestazione indetta in città per sabato prossimo dal Movimento Nazionalpopolare sui temi della crisi economica.
L’ANPI di Brindisi ritiene provocatoria questa ennesima iniziativa (che si prevede essere un flop, come tutte le altre ) condotta da un Movimento collegato con un patto d’azione con altri movimenti di ispirazione fascista, prima tra tutti Forza Nuova e che è stato alcuni mesi fa autore di volantini distribuiti in città dal contenuto razzista e xenofobo contro i profughi provenienti dai paesi del Nord Africa in guerra.
Tale fatto ,offensivo all’immagine dei sentimenti democratici , di accoglienza, solidarietà, di pace, di libertà dei cittadini di Brindisi , tante volte dimostrati, è stato a suo tempo denunciato dalla nostra Associazione auspicando che non fossero permesse altre iniziative a queste organizzazioni neofasciste e razziste.
Denunciamo inoltre il tentativo da parte di questi soggetti ad infiltrarsi e strumentalizzare provocatoriamente le espressioni di disagio sociale e di protesta, ultimamente culminate nel cosiddetto movimento dei Forconi ,con la volontà di attribuire la responsabilità dell’attuale situazione economica e sociale ai soggetti - espressione della partecipazione democratica nel Paese: partiti, sindacati e associazioni democratiche.
Questo è un attacco vecchio e qualunquista al ruolo delle istituzioni e alla democrazia , tipico dell’agire di quel fascismo già sconfitto dalla guerra di Liberazione e dalla nascita della nostra Repubblica democratica!
Facciamo appello a tutti i partiti, associazioni democratiche e ai sindacati di unirsi alla nostra protesta affinchè l’iniziativa neofascista non abbia luogo.
Invitiamo tutti a partecipare al presidio antifascista indetto dall’ANPI di Brindisi che si terrà per tutta la giornata di sabato 11 febbraio2012 in città.


Il Comitato Provinciale dell’ANPI di Brindisi






GRANDE VITTORIA DELLA COMUNICAZIONE ANTAGONISTA:








DOPO LA ARTICOLATA DENUNCIA DI PUGLIANTAGONISTA E CON IL SOSTEGNO DITERRAROSSA DI MESAGNE E DELLE ASSOCIAZIONI NO-FOTOVOLTAICO SELVAGGIO DELLA PROVINCIA DI BRINDISI , LA PROCURA DI BARI ACQUISISCE TUTTA LA DOCUMENTAZIONE DEL MEGAIMPIANTO DI RESTINCO










vi ricordate la nostra denuncia?




...Come è stato possibile ottenere un'autorizzazione unica regionale sapendo che con questo impianto sarebbe stato sabotato il concetto paesaggistico, ambientale culturale su cui si fondava il percorso turistico e i fondi europei ottenuti e spesi? Chi ha firmato a nome del Comune di Brindisi commissariato tenendo conto che lo stesso Comune si era espresso negativamente su megaimpianti fotovoltaici addirittura anche su terreni degradati come quelli intorno alla centrale a Carbone di Cerano e al nastro trasportatore? Come mai e chi ha firmato invece per l'utilizzo di oltre 60 ettari di terreni fertili e coltivabili? Chi ha sottoscritto in una Conferenza di servizi( di cui noi al momento non abbiamo traccia ) da parte della Provincia visto l'atteggiamento negativo da parte del presidente Ferrarese sul proliferare degli impianti fotovoltaici nelle campagne?
A queste domande vorremmo che si desse una risposta chiara identificando precisamente i responsabili e se dietro a queste scelte vi siano interessi particolari, personali o politici.



AVEVAMO RAGIONE!!!!......


il comunicato congiunto delle associazioni

Leggiamo sulla prima pagina del Quotidiano del 3 Febbraio la notizia dell'acquisizione da parte della Procura di Bari della documentazione relativa all'iter autorizzativo del mega impianto fotovoltaico in costruzione a Restinco. Come associazioni del territorio abbiamo più volte denunciato l'impatto di un simile impianto, che sottrae 70 ettari di fertile territorio all'agricoltura e lo regala alla speculazione, descrivendolo come la Fukushima del fotovoltaico, un vero e proprio colpo di grazia assestato al nostro territorio già devastato dal fotovoltaico selvaggio.
Non avremmo però mai immaginato, anche nella peggiore delle ricostruzioni, un quadro di illegalità come quello evidenziato. Se sarà accertato quanto riportato dal Quotidiano, cioè che l'impianto in questione è stato autorizzato senza nessuna VIA (valutazione di impatto ambientale), obbligatoria per impianti di portata superiore a 1 Mw, ci troviamo di fronte a una manovra illegale e di rapina, esercitata da un gruppo imprenditoriale senza scrupoli e autorizzata dalle stesse Istituzioni che dovrebbero proteggere il nostro territorio.. Chiediamo che vengano accertate tutte le responsabilità, politiche e amministrative, e che l'inchiesta tocchi tutti i livelli, consapevoli che l'autorizzazione dell'impianto più grande del brindisino non sia competenza di qualche tecnico ma investa dirigenti e politici sino ai più alti scranni.Ci chiediamo come Provincia di Brindisi e Regione Puglia, a suo tempo in prima fila contro il Rigassificatore di Brindisi nella denuncia che l'impianto era stato autorizzato senza valutazione di impatto ambientale, abbiano poi autorizzato senza VIA l'impianto di Restinco. Chiediamo lo smantellamento dell'impianto a Restinco, una immediata moratoria sull'installazione di nuovi impianti a terra, e invitiamo il territorio alla mobilitazione e alla vigilanza su una speculazione che è ormai all'ordine del giorno e uccide le potenzialità del nostro territorio.





intanto un certo candidato sindaco recentemente ci aveva definiti di ambientalisti dell'ultima ora armati di fotocamera a caccia di fonto sensazionalistiche e giornalisti dilettanti...allo stesso soggetto suggeriremmo un corso di giornalismo d'inchiesta ...se vuol sapere i veri problemi della città e da dove provengono i mali che l'affliggono








LA REDAZIONE DI PUGLIANTAGONISTA

giovedì 26 gennaio 2012







SIAMO TUTTI NOTAV, SOLIDARIETA’ ALLE SORELLE E AI FRATELLI ARRESTATI







Ecco il nuovo blitz contro i NOTAV condito di nomi altisonanti e qualche mostro da sbattere i prima pagina,
Questa volta è il caso di Maurizio Ferrari con tanto di barba bianca fotografato durante una manifestazione NOTAV abbarbicato su una rete o a difendere a Milano l’occupazione di uno stabile abbandonato con un paio di cuscini in spugna a mò di scudo.
Ma come , non gli è bastato essersi fatto decine di anni di galera per esser stato in quel primo nucleo di idealisti della guerriglia urbana con Curcio e Franceschini che fondarono le Brigate Rosse della prima ora?
,La nostra piena condanna politica verso le BR che, in seguito in pieno delirio di onnipotenza militarista portarono alla distruzione del Movimento del 77, non può però confondersi con un giudizio più “affettuoso” nei confronti di questo vegliardo, un ex-orfano e libero fratello di Nomadelfia, che ha voluto scontare sino all’ultimo giorno di pena in carcere.
La sua scelta fu cristianamente coerentemente, come gli avevan insegnato don Zeno e i suoi fratelli di Nomadelfia, e non chiese mai né sconti, né abiure , lui che non si era macchiato di delitti di sangue e che condannato a 14 anni , vide la sua pena moltiplicarsi in carcere, semplicemente perché si ritrovò a lottare da carcerato contro quel regime disumano delle carceri speciali e della cancellazione dell’umanità in esse in nome dell’implacabile ragion di Stato alla quale si piegarono tutti i partiti, tutte le coscienze cosiddette perbene, in quegli anni terribili.
Noi in quella foto che lo ritrae ad abbattere le reti NOTAV ritroviamo pienamente il figlio adottivo di don Zeno Saltini, , in quel Maurizio “compagno Mao”, che fu un libero fratello di Nomadelfia.



In lui si riesce a vedere la stessa voglia di infrangere, di lottare che i giovani apostoli di don Zeno un bel giorno, di un lontano 1947, abbatterono le reti e i reticolati del campo di concentramento di Fossoli per erigervi la Comune degli orfani, dei bambini, dei figli di un DIO che aveva visto milioni di esseri umani sterminati in altri campi-lager come quello, solo perché ebrei, zingari, comunisti o semplicemente pazzi

Oggi il nostro affetto la nostra solidarietà va ai Maurizio, ai Giorgio, ai Guido ai Stefano ai Tobia ai pazzi che si son messi ad abbatter reti erette in nome della follia tecnologica di un finto progresso che accelera ogni giorno i tempi per la catastrofe Globale e che oggi sono in carcere.
Siamo tutti NOTAV, siamo tutti insieme ai fratelli e alle sorelle della Val di Susa in lotta!

La redazione di Pugliantagonista.it
26 gennaio 2012

martedì 17 gennaio 2012



LECCE 20 GENNAIO 2011MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA















APPELLO UNITARIO
Le recenti aggressioni neoquadristiche per le vie di Lecce a danno di giovani antifascisti sono riconducibili all’attivismo di Casa Pound e Blocco Studentesco. Sempre più diventa necessario chiedere a tutti i livelli la chiusura delle sedi riconducibili a questo gruppo dichiaratamente neofascista.
Applicare le norme costituzionali e le leggi vigenti sul divieto di apologia del fascismo, di ricostituzione di partiti e movimenti fascisti, di istigazione all’odio razziale, diventa sempre più necessario.
Il gruppo di Casa Pound attivo da qualche anno in città dissimula le sue attività sotto forma di richieste sociali, ma le sue sedi sono luoghi di reclutamento, addestramento, indottrinamento. La gioventù neofascista di Casa Pound ha alle spalle pesanti protezioni politiche ed istituzionali evidenti e dimostrabili.
I neosquadristi cercano di aprirsi strada nello spazio pubblico della città e nei suoi luoghi, di legittimarsi e ottenere riconoscimenti nonostante siano dichiaratamente ispirati da dottrine di violenza, razzismo, discriminazione.
Assessori del Comune e della Provincia sono andati spesso a legittimare le loro iniziative, finanziando progetti e fornendo spazi pubblici, in un modo irresponsabile che la dice lunga su chi intende utilizzare questa presenza aggressiva.
Le strade della città, gli spazi e le pratiche sociali che si producono, devono essere luoghi di socialità tollerante e sicura. Dobbiamo far vivere in positivo nelle pratiche comuni sociali, culturali e associative la diffusa coscienza antifascista. Lanciamo intanto una lunga campagna per affermare la cultura e la pratica dell’antifascismo. Aderiamo a percorsi unitari per manifestazioni contro le violenze fasciste e razziste a Lecce.
VENERDI' 20 GENNAIO 2012MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA organizzata dal Coordinamento Antifascista LeccePartenza ore 17.00 - PIAZZA SANT'ORONZO

Le strutture provinciali di: ANPI (associazione nazionale partigiani); ARCI; UISP; il sindacato confederale CGIL; FIOM-CGIL; le associazioni studentesche: UDU e UDS ; lo Spazio sociale ZEI; Arci "Biblioteca di Sarajevo" Maglie; la Rete antirazzista salentina; le officine culturali ERGOT; il Comitato per la difesa dei diritti degli immigrati; la Libera Federazione Donne-Casa delle Donne; il laboratorio di idee partecipate Lecce2.0dodici; FucinAsud-Salice; Collettivo Iqbal Masiq.

mercoledì 4 gennaio 2012



Lecce 5 gennaio 2011 mobilitazione dopo aggressione fascista ai danni di un giovane antifascista, in pieno centro









Il comunicato dei compagni dell'aggredito