mercoledì 11 aprile 2012



Il compagno Salvatore De Rosa , di Taranto, è morto!





La redazione di Pugliantagonista.it si unisce al dolore dei compagni tarantini, dei suoi familiari, dei suoi amici.
http://www.pugliantagonista.it/archivio/claudio_beppe_compagni_tarantini.htm


Una bruttissima, maledetta notizia che non ti lascia nemmeno la forza di maledire il fato che ha voluto che per dei maledetti incidenti , a volte banali, negli ultimi tempi ci abbiano portato via dei compagni, alcuni giovanissimi che tanto avevano combattuto per una Taranto, una Puglia, un Meridione migliore.
Alcuni mesi fa era toccato a Claudio raggiungere un altro giovanissimo compagno, Beppe, morto anche lui in un maledetto incidente stradale, poi la morte di improvvisa di “zio Antonio” Ranieri, poi ora a Salvatore , “lo psicologo”, a causa dei postumi di un banale incidente domestico.
Ancora una volta il fato ha voluto giocare con un essere umano che ha sempre affrontato con il sorriso sulle labbra , quasi fosse un gioco, la vita anche nei suoi momenti più duri.
Il sorriso, l’ironia di Salvatore, uniti alla sua mitezza, ma anche all’acume con il quale sapeva affrontare e analizzare problemi giovanili, dinamiche sociali, ma anche lanciandosi in sperimentazioni politiche, contaminandosi con nuove esperienze ,lo contraddistinguevano, insieme alla sua ossessiva ricerca del rispetto delle altrui opinioni.
Non c’è stata lotta politica ambientale o ideale a Taranto in cui Salvatore de Rosa non avesse partecipato, con discrezione, ma non mancando mai di far sentire le sue idee.
Salvatore apparteneva a quel nucleo di compagni che visse il momento più duro della sinistra rivoluzionaria a Taranto, quello di fine degli anni 70, quando riflusso , repressione e l’eroina che circolava nelle piazze, distrussero una generazione che anche qui al Sud aveva sognato l’ìimpossibile: la Rivoluzione.
Ostinatamente quei compagni: Ernesto, Salvatore Stasi, Salvatore de Rosa ed altri ancora continuavano cocciutamente a testimoniare che “le idee di rivolta non erano morte… ( come dice la canzone)… ma che esse dovevano divenire un nuovo progetto antagonista capace di essere recepito e ripreso da una nuova generazione di militanti
Dopo gli anni bui che portarono all’elezione plebiscitaria di Cito a Sindaco di Taranto, nel finire degli anni 90 una nuova generazione si affacciò, grazie anche all’esperienza del Centro Sociale CittàVekkia , ma anche dell’impegno dinanzi ai luoghi di lavoro del gruppo dei “militanti storici” e la nascita delle istanze pacifiste ed ambientaliste tra cui Peacelink .
Salvatore de Rosa lo ritroviamo nel campeggio antimilitarista di Otranto , del 1999, subito dopo la fine della guerra del Kosovo e delle grandi mobilitazioni pacifiste che avevano attraversato la Puglia.
Poi iniziò la stagione dei Socialforum e insieme a tanti compagni pugliesi partecipa alle proteste a Napoli nel marzo 2001. In quell’occasione la sua bontà d’animo lo porta a subire la violenza poliziesca direttamente. Lui durante una carica era rimasto a proteggere un giovane studente , esponente dei fuorisede di Roma , sofferente di una disabilità che gli impediva di poter allontanarsi di corsa, Salvatore semplicemente con il suo corpo fece scudo al ragazzo, subendo le percosse dei manganelli, nonostante che fosse a mani nude.
La sua rivincita venne a Genova, nel luglio 2001 quando, mentre la polizia caricava il presidio del sindacalismo di base promosso dai Cobas, rivolgendosi ai suoi compagni, sorridendo, flemmaticamente , disse che questo film lo aveva già visto e che questa volta voleva raggiungere la Linea Rossa.
Così, mentre infuriava la battaglia tra polizia e dimostranti, culminata con la morte di Carlo Giuliani, lui, raggiunto un gruppo delle rete Lilliputh e di qualche associazione cattolica riuscì ad essere tra i pochi che quel giorno giunsero sino quelle reti metalliche maledette, che sembravano simboleggiare l’arroganza e la finta forza di un vecchio, putrescente, sistema.
Negli anni a seguire Salvatore ha continuato ad interessarsi delle battaglie di rinnovamento nella città di Taranto, anche quando ad esse il sistema rispondeva con i teoremi giudiziari come quelli del processo al Sud Ribelle.
Non dimenticandosi quell’esperienza, noi brindisini lo avevamo rivisto in piazza Vittoria qualche mese fa, con la delegazione di compagni tarantini venuta a testimoniare a Brindisi la solidarietà a Bobo e ai disoccupati, arrestati perché chiedevano lavoro.
Tra le foto che ritraggono Salvatore pubblichiamo quella a lui cara, di una foto scattata nel 2000 su sua richiesta, dinanzi all’ingresso di una vecchia fabbrica , ormai dismessa, di Brindisi ma che portava nelle scritte sui muri il segno delle lotte che ne avevano fatto un simbolo della lotta operaia, la SIDELM, nel quartiere Minuta.
La scritta un po’ sbiadita che portava ancora in sé tutta la carica della lotta di classe :”- Il padrone deve vedersela con noi- gli era piaciuta e ci aveva chiesto di farsi ritrarre con essa.
Ciao , Salvatore , sappi che ogni volta che “i padroni” dovranno vedersela con noi, sapremo che ci sarai vicino…

Ciao Salvatore
La redazione di Pugliantagonista.it
Brindisi 11 aprile 2012

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