mercoledì 11 agosto 2010




La protesta per il divieto di utilizzo di Piazza vittoria


lettera aperta al Sindaco dagli organizzatori dell'Hiroshima -day


BRINDISI:ANNULLATA INIZIATIVA ANTINUCLEARE DEL 14 AGOSTO





...AVETE UN MURO NEL CERVELLO...

BRINDISI 14 AGOSTO ANNULLATA L’INIZIATIVA HIROSHIMA-DAY : IL COMUNE NON CONCEDE PIAZZA VITTORIA
La lettera aperta degli organizzatori al Sindaco.
Illustrissimo signor Sindaco di Brindisi

Oggetto : non concessione di utilizzo Piazza della Vittoria per l’Hiroshima-day

Ieri mattina un impiegato dell’ufficio traffico mi ha comunicato che la mia richiesta di poter utilizzare una porzione di Piazza Vittoria, per un’iniziativa culturale-politica , in occasione delle giornate mondiali dell’Hiroshima day e di celebrazione del 65° della fine della Seconda Guerrra Mondiale non era possibile esaudirla ed in sostituzione mi si concedeva l’utilizzo di Piazza Cairoli.

Sinceramente sono rimasto sconcertato per il ripetersi per la seconda volta , nello stesso anno, di un copione di ciò che era accaduto il 25 aprile , in occasione della festa della Liberazione, quando l’Unione degli Studenti, insieme all’Archivio Storico Benedetto Petrone ed il sottoscritto, si erano visti negare Piazza Vittoria con motivazioni discutibili e costretti in tutta fretta a modificare programma ed organizzazione della Festa, poiché spostati di ufficio a Piazza Cairoli.

Sappiamo tutti a Brindisi la differenza che passa tra il fare un’iniziativa in una Piazza centrale come quella della Vittoria, in piena zona pedonale, all’incrocio dei Corsi, e farla invece a Piazza Cairoli, più decentrata, l’ex piazza dei “cafoni” dove, con la morte dell’Upim, ma ancor più dell’agricoltura brindisina e dei tanti braccianti e coltivatori diretti che avevano fatto di quella Piazza il loro luogo di ritrovo serale”, oggi è ad ogni ora praticamente deserta ad immagine di una città che parla tanto di rivolgersi al mare e al suo porto e volge le spalle ad un suo millenario passato, negando le radici di un territorio un tempo prosperoso e felice, di cui io e lei abbiamo un ricordo nettissimo con la vera Festa del popolo brindisino , quella dell’UVA.

In quell’occasione vino e specialità del luogo scorrevano a fiumi, offerti da un popolo agricoltore che ringraziava Iddio, la Terra, ma anche i loro fratelli “cittadini” ( compresi gli amministratori) che la sera preferivano affollare l’altra Piazza , quella della Vittoria ( oggi a noi negata) e godersi del passeggio sul lungomare.

Uno spirito di solidarietà d’altri tempi quello dell’offrire senza richiedere nulla in cambio, cosa che forse oggi da molto fastidio, caro signor Sindaco, in un epoca in cui il mercenariato, scusi l’espressione, è fonte di vita, di successo e modello a cui attingere da parte delle nuove generazioni e a cui la nostra classe politica non ne è esclusa.

Le vorrei ricordare signor Sindaco che la nostra iniziativa culturale-politica oltre ad avere un carattere preminentemente archivistico, voleva lanciare un messaggio ad una città che per troppi anni ha ritenuto la cultura un optional, un veicolo al massimo di promozione del mercantilismo, e dove lo scopo ultimo di molti brindisini è l’accumulazione del denaro nelle banche, salvo poi fare la fila negli ipermercati, riempiendo i carrelli di merci inutili pur di far rimanere vuote le proprie teste e quelle dei propri figli.

Nella nostra iniziativa volevamo mettere a disposizione di tutti il nostro materiale di archivio su argomenti come l’Olocausto Nucleare, ma anche di testimonianza su di una generazione di brindisini che dagli anni 60 agli anni 80 volle cercare di cambiare la nostra città, opporsi a scelte che solo oggi ci accorgiamo nefaste o perlomeno discutibili.
Volevamo anche ricordare, attraverso l’esposizioni di oggetti d’epoca, una vicenda , quella della Seconda Guerra Mondiale, che Brindisi, visse in prima persona, con le sue tragedie , i suoi lutti , ma anche la voglia di riscattarsi grazie anche a uomini come il partigiano Vincenzo Gigante , ma anche dei tanti uomini in divisa che , dopo l’8 settembre, seppero ridare onore alla nostra Patria, pagando di persona senza chiedere nulla.
Umilmente volevamo fare così anche noi, senza chiedere nulla , né finanziamenti, né implorare patrocini , mettendo nella giornata del 14 agosto a disposizione quanto ognuno di noi, collezionisti, e non, aveva nella proprie case gli oggetti che ci ricordavano quell’epoca.
Si trattava di alcune radio militari ed i loro accessori, cuffie , microfoni, altoparlanti, utilizzate dai belligeranti durante la Seconda Guerra Mondiale, ci sarebbe stata una bellissima Moto Guzzi modello Alce, verde oliva, un ricordo del sacrificio dei nostri bersaglieri ad El Alamein, sarebbero state esposte una serie di radio degli anni 40, tutt’ora funzionanti, dalle quali i nostri padri e nonni ascoltavano le notizie provenienti da lontani fronti di guerra.

Questo nostro voler regalare alla città un evento che non procurasse una sola lira di spesa , (anzi eravamo ben felici di pagare le tasse di occupazione di suolo pubblico) ci aveva illuso che sarebbe stato preso a buon cuore dai suoi amministratori , in un periodo in cui si parla di risparmi e di intelligenza e di partecipazione dei cittadini nel controllo dell’uso del denaro pubblico.
Dobbiamo purtroppo dire che ci eravamo sbagliati, invece di un grazie , mandati a fare… l’iniziativa nella Piazza “ dei cafoni” , deserta, scarsamente illuminata e dove da qualche mese un muro di tavole e ferro recinge la omonima Fontana rendendo il luogo poco attraente.

Vorremmo augurarci che l’alternativa di spostarci presso quella recinzione sia dovuta ad una svista di qualche impiegato che, credendo di farci un favore, ha pensato che volevamo commemorare la caduta del Muro di Berlino , o protestare contro l’inumano Muro di recinzione che divide Israele dalla Palestina ma, a questo punto dubitiamo di ciò e dobbiamo convenire che invece trattasi del Muro più duro del cemento, nelle menti e nei cuori, contro il quale la mia generazione ha dovuto scontrarsi e contro il quale i giovani che oggi si affacciano alla vita sociale di questa città dovranno tener conto.

Per questi motivi annulliamo l’iniziativa , sperando in una sua risposta chiarificatrice

Distinti saluti
Antonio Camuso
Osservatorio sui Balcani di Brindisi
osservatoriobrindisi@libero.it

Brindisi 12 agosto 2010








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