Come Archivio Storico Benedetto Petrone , cogliamo
l’occasione di riproporre  la lettura di
un documento  che  se pur datato 32 anni, può esser utile nel
districarsi tra le critiche  che hanno
accompagnato la campagna governativa relativa al Fertiliy-Day, molto puntuali
nel cogliere errori e grossolanità  sulle
“copertine”  prodotte dal Ministero della
Salute, ma  i cui polemisti sono poco
propensi ad affrontare  i contraddittori
aspetti del  problema “ Calo demografico”  che colpisce il nostro Paese, più che  di altri in  Europa. 
Vi proponiamo, 
secondo la nostra pratica “archivistica”, un documento stilato ben 32
anni fa dalle femministe del Centro Documentazione Donna, una struttura
autogestita tutta al femminile che operò, nei venti anni  di attività del Centro Sociale contro
l’emarginazione giovanile in via Santa Chiara a Brindisi, all’interno dei suoi
locali. 
Un’esperienza mai cessata e che oggi vive nelle attività
dell’associazione IO Donna, di Brindisi.
Un documento stilato nel gennaio 1984, in occasione di un
“De-fertility Day” tenutosi quell’anno a città del Messico , promosso dalle
maggiori istituzioni mondiali,  e sovvenzionato
dai maggiori rappresentanti del capitalismo dell’epoca,  a partire dalla Banca Mondiale e dai gruppi
monopolistici legati alle multinazionali farmaceutiche , dell’alimentazione,
ecc. Quello degli anni 80 era un mondo 
in cui la “stabilità” del capitalismo mondiale  era  messa
in seria crisi dalla “bomba demografica”  e dove i paesi più  prolifici molto spesso erano quelli che si
volevano  liberare da retaggi coloniali,
governi corrotti ed asserviti alle megapotenze, o semplicemente riottosi a
seguire le linee guida del Mercato, imposte dal capitalismo mondiale. 
E’ un documento interessante che consiglieremmo ancor oggi
di leggere  ed utilizzare per comprendere
come certi meccanismi che hanno portato il mondo Occidentale , l’Europa in
primis, e l’Italia in particolare, a dover esser costretti oggi ad importare
uomini e donne , giovani , in età riproduttiva, oltre che di lavoro, per
colmare i vuoti lasciati nelle culle e nella società da  decenni di accettazione  e condivisione di modelli sociali, di
costume, comportamentali tali da aver generato un  vero e proprio suicidio etnico delle
popolazioni europee , di proporzioni solo simili all’ecatombe delle guerre
mondiali che insanguinarono nello scorso secolo 
il continente europeo.
Un documento in dodici pagine( ed un allegato che proporremo
in un secondo tempo), che affrontano i temi della demografia, riproduzione e controllo
di esse da parte delle donne,  che  analizzava  le due contrapposte facce del fenomeno
demografico mondiale , con gli occhi del 1984 e pur oggi tanto profetico.  
Ma in quelle 12 paginette dattiloscritte, i
cui fogli sono ormai ingialliti, troviamo quanto avveniva nel  campo riproduttivo, nel nostro paese, già da
quasi un ventennio  secondo  un trend sempre in discesa, nonostante  le alterne fasi dell’economia di un Italia
entrata  nel Club dei  7 paesi più industrializzati.
Ma le donne del Centro Documentazione Donna del Centro
Sociale di Brindisi , in quelle paginette ingiallite dal tempo, coerentemente
alla pratica quotidiana svolta sul territorio, cercavano di analizzare
contraddizioni  e difficoltà affrontate
dalle le donne e le giovani coppie , di “ una piccola città di provincia del
Sud” (BRINDISI),  che presenta  gravi 
problemi e contraddizioni con arretratezze macroscopiche e
contemporaneamente  processi economici e
sociali simili ad aree ben più grosse e sviluppate, la cui qualità della vita è
ritenuta tra le più basse d’Italia, insufficienza di servizi scolastici,
degrado urbano, servizi sanitari  carenti
in tutto, disoccupazione giovanile  in
continuo aumento, sfruttamento di manodopera precaria e marginale, affitti
sproporzionati, acuirsi di fenomeni di disgregazione tra i giovani col dilagare
della tossicodipendenza (eroina), illegalità giovanile e aumento di persone
affette da disturbi mentali…”
In questo documento scopriremmo alcune cose che oggi non
vengono dette , relative a come certe politiche volte a contenere, bloccare o
invertire la rotta nel campo della natalità mondiale” pericolosamente”
crescente,  siano state  scientificamente preparate  per favorire gli interessi  di colossi  finanziari ed industriali, lobby e  cartelli internazionali, con l’avvallo di organizzazioni
internazionali e con l’asservimento della scienza medica  mondiale e di buona parte della intellettualità
“ecologista”. Di quest’ultima verità non dovremmo  certo stupirci visto che nella nostra piccola
Regione Puglia, in nome di una purezza ed avanguardismo ecologista , si sono
trasformati decine di migliaia di ettari di campagne precedentemente coltivate
in prodotti tipici,  in una selva di
campi fotovoltaici ed eolici, gestiti dalle multinazionali dell’energia e
bancarie , spesso con la complicità della malavita locale.
Le accuse  del 1984, delle
femministe brindisine,   all’ecologismo
antifertility, erano supportate  dalla
critica alle affermazioni di Barry Commoner  uno storico 
ecologista americano:-“…Un mondo sovrappopolato sarà un modo di fame,
caos e povertà, disordine, crimine e guerra: Nessun paese sarà sicuro , nemmeno
il nostro (USA)…che cosa possiamo fare? Occorre un programma d’urto per tenere
a freno l’incremento demografico all’interno e all’estero. I nostri quartieri
poveri urbani sono pieni  di malcontento
e di droga. E altri milioni invaderanno le strade nei prossimi anni al ritmo
attuale delle nascite. E’ diventato pericoloso uscire quando fa buio. L’anno
scorso un cittadino americano su 400 è stato assassinato, violentato e
derubato. Il controllo demografico è una soluzione(B. Commoner, il cerchio da
chiudere, Milano, Garzanti 1972)…-“
Il documento delle femministe  continuava 
lanciando pesanti accuse a questo “complotto mondiale”  teso ad asservire  l’intero ciclo riproduttivo umano mondiale al
servizio dei bisogni  e agli
andamenti  dei profitti  del capitalismo mondiale e alla sua
possibilità di sopravvivere,  e vivere in
sicurezza , difendendosi dagli umani 
poveri, sporchi e cattivi  che
vorrebbero  strappargli  le leve del potere.:-”… Ancora una volta il
controllo demografico viene ritenuto indispensabile… come strumento di
controllo e contenimento  di problemi
come l’emarginazione, la “devianza”, la disoccupazione… Così è proprio
l’organizzazione economica politica basata sul Capitale la maggiore responsabile
di sofferenze, ingiustizie,  sono invece
ampie fasce di popolazione, di donne , giovani, di minoranze etniche subiscono
un controllo forzato sulla riproduzione….” Seguivano nel documento una serie di
dati sulle politiche degli USA in particolare sul contenimento demografico portato
avanti nei paesi dell’America latina, con l’aiuto delle più importanti case
farmaceutiche , che sperimentarono per anni i loro farmaci anti-Fertility  in Guatemala, Cile, Bolivia, Brasile e come
alcuni di questi micidiali prodotti NO-fertility poi si siano evoluti in quelli
che poi, grazie oculate campagne di contenimento demografico ,  ed in nome della libertà sessuale  e dell’emancipazione femminile, invadevano  negli anni seguenti il mondo intero, ed in
particolare l’Europa con conseguenze devastanti, in fatto di calo delle
nascite.
Dalla liberazione della donna alla
presa di possesso del capitale globalizzatore del ciclo riproduttivo.
Tra la fine degli anni 60 e inizio degli anni 70 l’’opera
martellante “sul sesso senza figli è bello!”, non sufficiente a cambiare  abitudini di paesi come l’Italia, campioni
nella prolificità, attraverso campagne di informazione sanitaria, o di cultura
radical-femminista “l’utero è mio e lo gestisco io!”-. 
L’Italia prolifica contadina e proletaria , in particolare
quella del Sud e di alcune provincie del Nord-Est, subiva processi di trasformazione
epocale: l’emigrazione  di centinaia di
migliaia di giovani verso il Nord , esercito di riserva a basso costo per
l’apparato industriale , generava di ritorno anche nei loro paesi d’origine
e  anche grazie alle campagne
pubblicitarie dei media di Stato , cambiamenti culturali che mettevano in crisi
un equilibrio sociale che aveva retto per centianai a se non migliaia di anni,
grazie al mondo contadino. Grazie all’aggressività dei messaggi lanciati,
questo equilibrio sconvolgeva  e metteva
in crisi interiore la funzione famiglia e gli aspetti connessi al ciclo
riproduttivo. Nonostante tutto ciò ancora negli anni 70, l’Italia  sfornava figli e i loro padri grazie alla
scolarizzazione di massa, non erano disposti ad accettare supinamente  antichi gioghi sociali e sognavano
all’assalto dei simboli del potere:”Vogliamo tutto”!- sembra esser lo slogan
più eversivo di quell’epoca , ma ben presto sarà il cavallo di Troia per
ridurre a più miti consigli questa generazione 
di incontentabili.
 Contro  di essa la pratica della carota e del
bastone  furono sostituiti  da droga e repressione,  per fiaccare ogni individualità eversiva, consociativismo
politico e sindacale  per distruggere i
legami di solidarietà di classe e ben presto ogni pericolo proveniente da questa
generazione sarà ingabbiato, tra i supercarceri e i SERT. 
“Colpiscine uno per educarne cento!”, un altro slogan
eversivo, divenne invece la pratica del potere e i cento , i mille, i milioni
di giovani che avrebbero potuto cambiare radicalmente questa società , furono normalizzati,
rinchiusi nelle loro povere storie quotidiane, dandogli una nuova illusione :”
la libertà dello sballo del sabato sera, moltiplicato per sette giorni la
settimana per chi se lo può permettere!”.
Yuppismo e Berlusconismo furono  le forme che contraddistinsero quell’epoca,
dove  la vendita del proprio corpo ,
della mente e della dignità divenne il sogno agognato della generazione  che voleva far sfoggio di oggetti firmati,
far la fila per un posto nel Grande Fratello o correre  strafatta da una discoteca all’altra. Poco
importa se migliaia di giovani muoiano o rimangano invalidi per incidenti
stradali a causa di alcool , droga o semplice follia, l’importante è far vedere
che quest’Italia ha voglia di divertirsi, lasciando il compito ai genitori o ai
nonni l’onere di sgobbare e soffrire in silenzio. 
C’era l’altra Italia  giovanile , meno fortunata che vive di
disoccupazione, precariato,  e che
aderendo ai valori iperconsumistici, non avendo le risorse finanziarie ,
imboccava la strada dell’illegalità, dell’emarginazione, dell’eroina, delle
droghe , o semplicemente della rassegnazione. Entrambe le due Italie si ritrovavano
comunque accomunate nell’accettazione del Nofertility, autocastrandosi o in
parte fuggendo in altri luoghi d’Europa , impaurita dal voler ripetere l’errore
dei propri padri che volevano Cambiare tutto!-
E’ un Italia psicotica quella  che ci accompagna ai giorni d’oggi; un
Italia  che invecchia rapidamente ,  con un crescente  debito pubblico ,che  al contrario di altri paesi, si sorregge sui suoi
anziani, che han vissuto di sacrifici ed affidano i loro risparmi a un  sistema bancario  asservito alle  logiche della globalizzazzione finanziaria che
li utilizza in operazioni e fondi esteri ,togliendo risorse al sistema
produttivo nazionale; un Italia che  innalza
l’età pensionabile ma non agevola il ricambio generazionale; un’ Italia , che
traferisce nei paesi dell’Est le proprie produzioni e che importa manodopera a
basso presto sfruttando i migranti, un ‘Italia in cui mestieri e
professionalità che la facevano unica plasmando il rapporto tra l’uomo e i suoi
luoghi di lavoro e di riposo, sono letteralmente cancellati o al più trasferiti
nelle mani dei nuovi migranti economici.
 Un esempio tra tutti
è quello dell’edilizia , ormai appannaggio di lavoratori dell’Est Europa,
poiché quel lavoro che  è fatto
essenzialmente di sudore fisico è ritenuto dai figli dei vecchi  muratori, fabbri, elettricisti, oggi laureati
o laureandi  in giurisprudenza, economia,
psicologia, medicina, poco dignitoso e non consono alle proprie aspettative.
 Lo stesso fenomeno
avviene nelle campagne  dove i figli dei
contadini, anch’essi con più di un alto titolo di studio,  piuttosto che rompersi la testa sul come
modificare in senso più umano ed ecocompatibile il lavoro agricolo, da
disoccupati intellettuali preferiscono espatriare in Inghilterra  facendo i lavapiatti e sognando di poter
accedere  a fare i trader nella Borsa di
Londra  o in alternativa i gestori di
un  carretto di vendita di frittelle in Regents
street.
Nel frattempo il declino della  società e cultura contadina che curava le
biodiversità  ha prodotto  la formazione di  una nuova struttura latifondista, che da un
lato  vive di  monoculture, uso inconsulto di pesticidi e
semi geneticamente modificati  in
concessione esclusiva da colossi della genetica come Monsanto e dall’altro il
latifondo in uso ai colossi dell’energia pseudo eco-compatibile; in entrambi i
campi  i braccianti agricoli che negli
anni 60-70 diedero vita a storiche lotte salariali, sono ormai sostituiti dai
poco costosi migranti extracomunitari, in gran parte di colore.  Un Italia che trasferisce all’estero
lavorazioni  a cui un tempo era addetto
personale tipicamente femminile, come quello tessile ed in cui la sarta  risulta essere un personaggio estinto e
ritrovabile solo su vecchi numeri in bianco e nero di Grand Hotel. Un ‘Italia
dalla disoccupazione femminile crescente ma che contemporaneamente importa più
di 800.000 badanti dall’estero per accudire i propri anziani, poiché le figlie
e le nipoti , disoccupate con laurea, 
ritengono questo lavoro non consono 
alle proprie aspettative di vita. 
L’Italia che oggi , nel settembre 2016 , insorge contro le
campagne del Fertility Day, è  quella che
accomuna  gli sconfitti  della tentata rivoluzione e i loro figli e
figlie ultra trentenni che non lasciano la casa pat/materna, per convenienza
più che per necessità, non volendo rischiare nulla sotto l’occhio benevolo dei
genitori, che vedono in loro l’unico risultato della propria vita. Perché
rischiare per andare a chiedere case popolari, asili gratis, scuole , ospedali
e  ritrovarsi nelle piazze e rischiare
come facevano i propri genitori negli anni 60, 70 ?-
Meglio passare le giornate tra palestre di fitness,
discoteche, sballo con prodotti sintetici c che si trovano anche su internet,
magari vendendo il proprio corpo, come le cronache che hanno coinvolto  poco più che bambine di 13  e 14 anni, con il sostegno delle proprie
madri, o semplicemnte godendo della libertà di poter girare il mondo a pochi
soldi grazie alle compagnie low-cost. 
Quanti problemi ci sarebbero se si avesse un figlio! A chi
lo lasceresti nelle ore di Palestra o se trovi un viaggio da sogno, nel psoto
più esotico con un biglietto acquistato all’ultimo momento?-
 Lasciamo perdere! Meglio
non farli questi figli e se qualcuno ce lo chiede la risposta è  pronta:-“Se mi dessero un lavoro stabile,
magari statale, una casa, la macchina, 
la possibilità di avere un’amante senza litigare con mia moglie, l’asilo
e l’università per i miei figli assicurati,  che la gravidanza non mi riempia poi di
cellulite e di vene varicose, che il figlio, meglio unico che due sono un vero
e proprio fastidio, non rompa le scatole la notte o  dicendo che si annoia alla televisione  quando lo lascio per andare in palestra, o a
fare shopping,  che non mi infastidisca
nel chiedere di cambiare il pannolino mentre sto chattando o watsappando con le
amiche, o facendomi selfie da mandare su Facebook, se…. Forse  quando arrivo a cinquant’anni potrei anche
cercare di farlo!!! O magari glielo faccio fare a mia madre o a qualcun altro
al posto mio!”-
Per adesso a riempire le culle e le aule degli asili sono i
figli dei migranti, gli stessi sporchi , brutti e cattivi che poi divengono il
bersaglio per ogni critica allo stato attuale delle cose.
Grazie al cielo le stesse case farmaceutiche che  producono le sostanze per non far figli , nel
frattempo si sono attrezzate per le nuove tendenze tardo- fertility, e grazie
alla ricerca medica han messo su rimedi fecondativi tali da  far prolificare una nuova razza di figli di
Matusalemme  e il cerchio iniziato alcune
decine di anni fa e denunciato in quel documento delle femministe brindisine,
si chiude con l’uovo di Colombo: l’utero in affitto! 
Esso è l’evoluzione 
allo stadio sublime ddel sogno capitalistico, quello di potersi  sostituire alle leggi divine o se volete di
Madre Natura con quelle del Mercato della Riproduzione asservita al Dio Denaro.
Perchè rovinarsi una vita e il corpo vedendoselo deformare a
causa di una sorta di Alien che ti cresce in grembo , che partorirai con dolore
biblico, quando invece si può andare al supermercato della riproduzione quando
ci viene il “piccio” di avere un figlio 
con cui trastullarsi?
Sappiamo che molte nostre affermazioni sono chiaramente  provocatorie e non elencano  tutte le motivazioni con le quali i nostri
figli rispondono al loro diniego di prolificare, ma  molte di esse non reggono se pensiamo alla
dolce follia alla quale si lasciarono andare i nostri genitori, nel concepirci
negli anni in cui l’Italia ripartiva dopo le distruzioni della guerra …Non
c’erano smartphone, discoteche, televisione, palestre di fitness, le ragazze a
18 anni non chiedevano un seno nuovo alle proprie madri, perché tanto di lì a
poco quel seno si sarebbe modificato naturalmente grazie alle gravidanze che
sarebbero ben presto arrivate , mettendo su famiglia, dividendo col proprio
uomo e la propria donna gioie e dolori, soffrendo insieme , imparando a guardarsi
negli occhi, cosa che oggi  lo si
preferisce fare attraverso lo schermo di un telefonino o di un PC…
Quell’Italia   di ieri, composta da uomini incapaci di stare
con le mani in mano, che sognvaano di metter su famiglia e di donne dalle
forme  prosperose, immortalata nei
fotogrammi dei film neorealistici è oggi sostituita  da quella dai dati sconfortanti del numero di
separazioni e matrimoni falliti, un Italia 
che quotidianamente si colora di rosso, quello del sangue  di centinaia di donne uccise dal proprio
partner o ex, dalle violenze domestiche, dagli abusi sessuali, dal proliferare
del mercato del sesso che sfrutta i fenomeni migratori per i suoi lucrosi
affari, di conserva a quello dell’alcool e delle droghe.
Terminiamo  questo
intervento, in piena sintonia con quanto le femministe brindisine del Centro
Documentazione  Donna operati nel Centro
Sociale di Via Santa Chiara scrivevano in quel lontano 1984, auspicando che non
interventi esterni, del Mercato o dello Stato, debbano  decidere al posto della donna  le sue scelte riproduttive ed auspicando
che  possa crescere una nuova cultura sui
rapporti uomo-donna, fatta di consapevolezza, autodeterminazione, condivisione,
amore reciproco che non sia solo sesso e culto della bellezza corporale eterna:..”
Gestire da sé la propria salute e il proprio corpo per non delegare a nessuno.
Creare strutture autogestite dalle donne 
per una migliore conoscenza del proprio corpo, strutture dove le donne
possano abortire consapevolmente, affinchè 
la riproduzione sia una libera scelta della donna al di là dei limiti
esistenti in una società basata sul profitto e sulla sperimentazione…Brindisi
gennaio 1984- CENTRO DOCUMENTAZIONE DONNA” 
l'intero documento  di 12 pagine è scaricabile al seguente link http://www.pugliantagonista.it/archivio/fertility_day_84.htm
Documento redatto in occasione del
Fertility Day dall’Archivio Storico Benedetto Petrone
Brindisi 23 settembre 2016
 

 
 
 
