sabato 24 settembre 2016

Fertility –Day: Polemiche e contraddizioni, in un’Italia psicotica. Una rilettura di un documento delle femministe brindisine di 32 anni fa sul controllo demografico di Stato.

Come Archivio Storico Benedetto Petrone , cogliamo l’occasione di riproporre  la lettura di un documento  che  se pur datato 32 anni, può esser utile nel districarsi tra le critiche  che hanno accompagnato la campagna governativa relativa al Fertiliy-Day, molto puntuali nel cogliere errori e grossolanità  sulle “copertine”  prodotte dal Ministero della Salute, ma  i cui polemisti sono poco propensi ad affrontare  i contraddittori aspetti del  problema “ Calo demografico”  che colpisce il nostro Paese, più che  di altri in  Europa.

Vi proponiamo,  secondo la nostra pratica “archivistica”, un documento stilato ben 32 anni fa dalle femministe del Centro Documentazione Donna, una struttura autogestita tutta al femminile che operò, nei venti anni  di attività del Centro Sociale contro l’emarginazione giovanile in via Santa Chiara a Brindisi, all’interno dei suoi locali. 
Un’esperienza mai cessata e che oggi vive nelle attività dell’associazione IO Donna, di Brindisi.

Un documento stilato nel gennaio 1984, in occasione di un “De-fertility Day” tenutosi quell’anno a città del Messico , promosso dalle maggiori istituzioni mondiali,  e sovvenzionato dai maggiori rappresentanti del capitalismo dell’epoca,  a partire dalla Banca Mondiale e dai gruppi monopolistici legati alle multinazionali farmaceutiche , dell’alimentazione, ecc. Quello degli anni 80 era un mondo  in cui la “stabilità” del capitalismo mondiale  era  messa in seria crisi dalla “bomba demografica”  e dove i paesi più  prolifici molto spesso erano quelli che si volevano  liberare da retaggi coloniali, governi corrotti ed asserviti alle megapotenze, o semplicemente riottosi a seguire le linee guida del Mercato, imposte dal capitalismo mondiale.


E’ un documento interessante che consiglieremmo ancor oggi di leggere  ed utilizzare per comprendere come certi meccanismi che hanno portato il mondo Occidentale , l’Europa in primis, e l’Italia in particolare, a dover esser costretti oggi ad importare uomini e donne , giovani , in età riproduttiva, oltre che di lavoro, per colmare i vuoti lasciati nelle culle e nella società da  decenni di accettazione  e condivisione di modelli sociali, di costume, comportamentali tali da aver generato un  vero e proprio suicidio etnico delle popolazioni europee , di proporzioni solo simili all’ecatombe delle guerre mondiali che insanguinarono nello scorso secolo  il continente europeo.

Un documento in dodici pagine( ed un allegato che proporremo in un secondo tempo), che affrontano i temi della demografia, riproduzione e controllo di esse da parte delle donne,  che  analizzava  le due contrapposte facce del fenomeno demografico mondiale , con gli occhi del 1984 e pur oggi tanto profetico.  

Ma in quelle 12 paginette dattiloscritte, i cui fogli sono ormai ingialliti, troviamo quanto avveniva nel  campo riproduttivo, nel nostro paese, già da quasi un ventennio  secondo  un trend sempre in discesa, nonostante  le alterne fasi dell’economia di un Italia entrata  nel Club dei  7 paesi più industrializzati.

Ma le donne del Centro Documentazione Donna del Centro Sociale di Brindisi , in quelle paginette ingiallite dal tempo, coerentemente alla pratica quotidiana svolta sul territorio, cercavano di analizzare contraddizioni  e difficoltà affrontate dalle le donne e le giovani coppie , di “ una piccola città di provincia del Sud” (BRINDISI),  che presenta  gravi  problemi e contraddizioni con arretratezze macroscopiche e contemporaneamente  processi economici e sociali simili ad aree ben più grosse e sviluppate, la cui qualità della vita è ritenuta tra le più basse d’Italia, insufficienza di servizi scolastici, degrado urbano, servizi sanitari  carenti in tutto, disoccupazione giovanile  in continuo aumento, sfruttamento di manodopera precaria e marginale, affitti sproporzionati, acuirsi di fenomeni di disgregazione tra i giovani col dilagare della tossicodipendenza (eroina), illegalità giovanile e aumento di persone affette da disturbi mentali…”

In questo documento scopriremmo alcune cose che oggi non vengono dette , relative a come certe politiche volte a contenere, bloccare o invertire la rotta nel campo della natalità mondiale” pericolosamente” crescente,  siano state  scientificamente preparate  per favorire gli interessi  di colossi  finanziari ed industriali, lobby e  cartelli internazionali, con l’avvallo di organizzazioni internazionali e con l’asservimento della scienza medica  mondiale e di buona parte della intellettualità “ecologista”. Di quest’ultima verità non dovremmo  certo stupirci visto che nella nostra piccola Regione Puglia, in nome di una purezza ed avanguardismo ecologista , si sono trasformati decine di migliaia di ettari di campagne precedentemente coltivate in prodotti tipici,  in una selva di campi fotovoltaici ed eolici, gestiti dalle multinazionali dell’energia e bancarie , spesso con la complicità della malavita locale.

Le accuse  del 1984, delle femministe brindisine,   all’ecologismo antifertility, erano supportate  dalla critica alle affermazioni di Barry Commoner  uno storico  ecologista americano:-“…Un mondo sovrappopolato sarà un modo di fame, caos e povertà, disordine, crimine e guerra: Nessun paese sarà sicuro , nemmeno il nostro (USA)…che cosa possiamo fare? Occorre un programma d’urto per tenere a freno l’incremento demografico all’interno e all’estero. I nostri quartieri poveri urbani sono pieni  di malcontento e di droga. E altri milioni invaderanno le strade nei prossimi anni al ritmo attuale delle nascite. E’ diventato pericoloso uscire quando fa buio. L’anno scorso un cittadino americano su 400 è stato assassinato, violentato e derubato. Il controllo demografico è una soluzione(B. Commoner, il cerchio da chiudere, Milano, Garzanti 1972)…-“
Il documento delle femministe  continuava  lanciando pesanti accuse a questo “complotto mondiale”  teso ad asservire  l’intero ciclo riproduttivo umano mondiale al servizio dei bisogni  e agli andamenti  dei profitti  del capitalismo mondiale e alla sua possibilità di sopravvivere,  e vivere in sicurezza , difendendosi dagli umani  poveri, sporchi e cattivi  che vorrebbero  strappargli  le leve del potere.:-”… Ancora una volta il controllo demografico viene ritenuto indispensabile… come strumento di controllo e contenimento  di problemi come l’emarginazione, la “devianza”, la disoccupazione… Così è proprio l’organizzazione economica politica basata sul Capitale la maggiore responsabile di sofferenze, ingiustizie,  sono invece ampie fasce di popolazione, di donne , giovani, di minoranze etniche subiscono un controllo forzato sulla riproduzione….” Seguivano nel documento una serie di dati sulle politiche degli USA in particolare sul contenimento demografico portato avanti nei paesi dell’America latina, con l’aiuto delle più importanti case farmaceutiche , che sperimentarono per anni i loro farmaci anti-Fertility  in Guatemala, Cile, Bolivia, Brasile e come alcuni di questi micidiali prodotti NO-fertility poi si siano evoluti in quelli che poi, grazie oculate campagne di contenimento demografico ,  ed in nome della libertà sessuale  e dell’emancipazione femminile, invadevano  negli anni seguenti il mondo intero, ed in particolare l’Europa con conseguenze devastanti, in fatto di calo delle nascite.

Dalla liberazione della donna alla presa di possesso del capitale globalizzatore del ciclo riproduttivo.

Tra la fine degli anni 60 e inizio degli anni 70 l’’opera martellante “sul sesso senza figli è bello!”, non sufficiente a cambiare  abitudini di paesi come l’Italia, campioni nella prolificità, attraverso campagne di informazione sanitaria, o di cultura radical-femminista “l’utero è mio e lo gestisco io!”-.
L’Italia prolifica contadina e proletaria , in particolare quella del Sud e di alcune provincie del Nord-Est, subiva processi di trasformazione epocale: l’emigrazione  di centinaia di migliaia di giovani verso il Nord , esercito di riserva a basso costo per l’apparato industriale , generava di ritorno anche nei loro paesi d’origine e  anche grazie alle campagne pubblicitarie dei media di Stato , cambiamenti culturali che mettevano in crisi un equilibrio sociale che aveva retto per centianai a se non migliaia di anni, grazie al mondo contadino. Grazie all’aggressività dei messaggi lanciati, questo equilibrio sconvolgeva  e metteva in crisi interiore la funzione famiglia e gli aspetti connessi al ciclo riproduttivo. Nonostante tutto ciò ancora negli anni 70, l’Italia  sfornava figli e i loro padri grazie alla scolarizzazione di massa, non erano disposti ad accettare supinamente  antichi gioghi sociali e sognavano all’assalto dei simboli del potere:”Vogliamo tutto”!- sembra esser lo slogan più eversivo di quell’epoca , ma ben presto sarà il cavallo di Troia per ridurre a più miti consigli questa generazione  di incontentabili.
 Contro  di essa la pratica della carota e del bastone  furono sostituiti  da droga e repressione,  per fiaccare ogni individualità eversiva, consociativismo politico e sindacale  per distruggere i legami di solidarietà di classe e ben presto ogni pericolo proveniente da questa generazione sarà ingabbiato, tra i supercarceri e i SERT.

“Colpiscine uno per educarne cento!”, un altro slogan eversivo, divenne invece la pratica del potere e i cento , i mille, i milioni di giovani che avrebbero potuto cambiare radicalmente questa società , furono normalizzati, rinchiusi nelle loro povere storie quotidiane, dandogli una nuova illusione :” la libertà dello sballo del sabato sera, moltiplicato per sette giorni la settimana per chi se lo può permettere!”.

Yuppismo e Berlusconismo furono  le forme che contraddistinsero quell’epoca, dove  la vendita del proprio corpo , della mente e della dignità divenne il sogno agognato della generazione  che voleva far sfoggio di oggetti firmati, far la fila per un posto nel Grande Fratello o correre  strafatta da una discoteca all’altra. Poco importa se migliaia di giovani muoiano o rimangano invalidi per incidenti stradali a causa di alcool , droga o semplice follia, l’importante è far vedere che quest’Italia ha voglia di divertirsi, lasciando il compito ai genitori o ai nonni l’onere di sgobbare e soffrire in silenzio. 

C’era l’altra Italia  giovanile , meno fortunata che vive di disoccupazione, precariato,  e che aderendo ai valori iperconsumistici, non avendo le risorse finanziarie , imboccava la strada dell’illegalità, dell’emarginazione, dell’eroina, delle droghe , o semplicemente della rassegnazione. Entrambe le due Italie si ritrovavano comunque accomunate nell’accettazione del Nofertility, autocastrandosi o in parte fuggendo in altri luoghi d’Europa , impaurita dal voler ripetere l’errore dei propri padri che volevano Cambiare tutto!-

E’ un Italia psicotica quella  che ci accompagna ai giorni d’oggi; un Italia  che invecchia rapidamente ,  con un crescente  debito pubblico ,che  al contrario di altri paesi, si sorregge sui suoi anziani, che han vissuto di sacrifici ed affidano i loro risparmi a un  sistema bancario  asservito alle  logiche della globalizzazzione finanziaria che li utilizza in operazioni e fondi esteri ,togliendo risorse al sistema produttivo nazionale; un Italia che  innalza l’età pensionabile ma non agevola il ricambio generazionale; un’ Italia , che traferisce nei paesi dell’Est le proprie produzioni e che importa manodopera a basso presto sfruttando i migranti, un ‘Italia in cui mestieri e professionalità che la facevano unica plasmando il rapporto tra l’uomo e i suoi luoghi di lavoro e di riposo, sono letteralmente cancellati o al più trasferiti nelle mani dei nuovi migranti economici.
 Un esempio tra tutti è quello dell’edilizia , ormai appannaggio di lavoratori dell’Est Europa, poiché quel lavoro che  è fatto essenzialmente di sudore fisico è ritenuto dai figli dei vecchi  muratori, fabbri, elettricisti, oggi laureati o laureandi  in giurisprudenza, economia, psicologia, medicina, poco dignitoso e non consono alle proprie aspettative.

 Lo stesso fenomeno avviene nelle campagne  dove i figli dei contadini, anch’essi con più di un alto titolo di studio,  piuttosto che rompersi la testa sul come modificare in senso più umano ed ecocompatibile il lavoro agricolo, da disoccupati intellettuali preferiscono espatriare in Inghilterra  facendo i lavapiatti e sognando di poter accedere  a fare i trader nella Borsa di Londra  o in alternativa i gestori di un  carretto di vendita di frittelle in Regents street.

Nel frattempo il declino della  società e cultura contadina che curava le biodiversità  ha prodotto  la formazione di  una nuova struttura latifondista, che da un lato  vive di  monoculture, uso inconsulto di pesticidi e semi geneticamente modificati  in concessione esclusiva da colossi della genetica come Monsanto e dall’altro il latifondo in uso ai colossi dell’energia pseudo eco-compatibile; in entrambi i campi  i braccianti agricoli che negli anni 60-70 diedero vita a storiche lotte salariali, sono ormai sostituiti dai poco costosi migranti extracomunitari, in gran parte di colore.  Un Italia che trasferisce all’estero lavorazioni  a cui un tempo era addetto personale tipicamente femminile, come quello tessile ed in cui la sarta  risulta essere un personaggio estinto e ritrovabile solo su vecchi numeri in bianco e nero di Grand Hotel. Un ‘Italia dalla disoccupazione femminile crescente ma che contemporaneamente importa più di 800.000 badanti dall’estero per accudire i propri anziani, poiché le figlie e le nipoti , disoccupate con laurea,  ritengono questo lavoro non consono  alle proprie aspettative di vita. 
L’Italia che oggi , nel settembre 2016 , insorge contro le campagne del Fertility Day, è  quella che accomuna  gli sconfitti  della tentata rivoluzione e i loro figli e figlie ultra trentenni che non lasciano la casa pat/materna, per convenienza più che per necessità, non volendo rischiare nulla sotto l’occhio benevolo dei genitori, che vedono in loro l’unico risultato della propria vita. Perché rischiare per andare a chiedere case popolari, asili gratis, scuole , ospedali e  ritrovarsi nelle piazze e rischiare come facevano i propri genitori negli anni 60, 70 ?-
Meglio passare le giornate tra palestre di fitness, discoteche, sballo con prodotti sintetici c che si trovano anche su internet, magari vendendo il proprio corpo, come le cronache che hanno coinvolto  poco più che bambine di 13  e 14 anni, con il sostegno delle proprie madri, o semplicemnte godendo della libertà di poter girare il mondo a pochi soldi grazie alle compagnie low-cost.

Quanti problemi ci sarebbero se si avesse un figlio! A chi lo lasceresti nelle ore di Palestra o se trovi un viaggio da sogno, nel psoto più esotico con un biglietto acquistato all’ultimo momento?-

 Lasciamo perdere! Meglio non farli questi figli e se qualcuno ce lo chiede la risposta è  pronta:-“Se mi dessero un lavoro stabile, magari statale, una casa, la macchina,  la possibilità di avere un’amante senza litigare con mia moglie, l’asilo e l’università per i miei figli assicurati,  che la gravidanza non mi riempia poi di cellulite e di vene varicose, che il figlio, meglio unico che due sono un vero e proprio fastidio, non rompa le scatole la notte o  dicendo che si annoia alla televisione  quando lo lascio per andare in palestra, o a fare shopping,  che non mi infastidisca nel chiedere di cambiare il pannolino mentre sto chattando o watsappando con le amiche, o facendomi selfie da mandare su Facebook, se…. Forse  quando arrivo a cinquant’anni potrei anche cercare di farlo!!! O magari glielo faccio fare a mia madre o a qualcun altro al posto mio!”-
Per adesso a riempire le culle e le aule degli asili sono i figli dei migranti, gli stessi sporchi , brutti e cattivi che poi divengono il bersaglio per ogni critica allo stato attuale delle cose.
Grazie al cielo le stesse case farmaceutiche che  producono le sostanze per non far figli , nel frattempo si sono attrezzate per le nuove tendenze tardo- fertility, e grazie alla ricerca medica han messo su rimedi fecondativi tali da  far prolificare una nuova razza di figli di Matusalemme  e il cerchio iniziato alcune decine di anni fa e denunciato in quel documento delle femministe brindisine, si chiude con l’uovo di Colombo: l’utero in affitto!

Esso è l’evoluzione  allo stadio sublime ddel sogno capitalistico, quello di potersi  sostituire alle leggi divine o se volete di Madre Natura con quelle del Mercato della Riproduzione asservita al Dio Denaro.

Perchè rovinarsi una vita e il corpo vedendoselo deformare a causa di una sorta di Alien che ti cresce in grembo , che partorirai con dolore biblico, quando invece si può andare al supermercato della riproduzione quando ci viene il “piccio” di avere un figlio  con cui trastullarsi?
Sappiamo che molte nostre affermazioni sono chiaramente  provocatorie e non elencano  tutte le motivazioni con le quali i nostri figli rispondono al loro diniego di prolificare, ma  molte di esse non reggono se pensiamo alla dolce follia alla quale si lasciarono andare i nostri genitori, nel concepirci negli anni in cui l’Italia ripartiva dopo le distruzioni della guerra …Non c’erano smartphone, discoteche, televisione, palestre di fitness, le ragazze a 18 anni non chiedevano un seno nuovo alle proprie madri, perché tanto di lì a poco quel seno si sarebbe modificato naturalmente grazie alle gravidanze che sarebbero ben presto arrivate , mettendo su famiglia, dividendo col proprio uomo e la propria donna gioie e dolori, soffrendo insieme , imparando a guardarsi negli occhi, cosa che oggi  lo si preferisce fare attraverso lo schermo di un telefonino o di un PC…

Quell’Italia   di ieri, composta da uomini incapaci di stare con le mani in mano, che sognvaano di metter su famiglia e di donne dalle forme  prosperose, immortalata nei fotogrammi dei film neorealistici è oggi sostituita  da quella dai dati sconfortanti del numero di separazioni e matrimoni falliti, un Italia  che quotidianamente si colora di rosso, quello del sangue  di centinaia di donne uccise dal proprio partner o ex, dalle violenze domestiche, dagli abusi sessuali, dal proliferare del mercato del sesso che sfrutta i fenomeni migratori per i suoi lucrosi affari, di conserva a quello dell’alcool e delle droghe.

Terminiamo  questo intervento, in piena sintonia con quanto le femministe brindisine del Centro Documentazione  Donna operati nel Centro Sociale di Via Santa Chiara scrivevano in quel lontano 1984, auspicando che non interventi esterni, del Mercato o dello Stato, debbano  decidere al posto della donna  le sue scelte riproduttive ed auspicando che  possa crescere una nuova cultura sui rapporti uomo-donna, fatta di consapevolezza, autodeterminazione, condivisione, amore reciproco che non sia solo sesso e culto della bellezza corporale eterna:..” Gestire da sé la propria salute e il proprio corpo per non delegare a nessuno. Creare strutture autogestite dalle donne  per una migliore conoscenza del proprio corpo, strutture dove le donne possano abortire consapevolmente, affinchè  la riproduzione sia una libera scelta della donna al di là dei limiti esistenti in una società basata sul profitto e sulla sperimentazione…Brindisi gennaio 1984- CENTRO DOCUMENTAZIONE DONNA”
l'intero documento  di 12 pagine è scaricabile al seguente link http://www.pugliantagonista.it/archivio/fertility_day_84.htm


Documento redatto in occasione del Fertility Day dall’Archivio Storico Benedetto Petrone
Brindisi 23 settembre 2016

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