sabato 25 settembre 2010


A scuola col moschetto in Lombardia?
… quando i giudici anti-Jhad restarono senza lavoro


un racconto- denuncia poco fantascientifico di ANTONIO CAMUSO

sulla riforma Gelmini LaRussa sui corsi paramilitari scolastici

pubblicato su

http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/futuro_mil16.htm

Milano, ottobre 2014
Erano ormai passati quattro anni da quando i ministri LaRussa e Gelmini avevano dato il via al progetto “Allenati per la vita” e, dopo meno di un lustro, potevano dichiararsi soddisfatti dei risultati raggiunti.
L’adesione ai corsi paramilitari da parte di giovani teen-ager, delle scuole pubbliche e private milanesi risultava altissima, con ricadute interessanti anche sull’economia della regione .
Ai vecchi istituzionali Tirassegni Nazionali si era affiancata l’opera di decine di poligoni leghisti, gestiti dal personale della Guardia Nazionale Padana, dove si registrava ogni anno una crescita tendenziale logaritmica con l’afflusso di migliaia di giovani paganti le quote associative. Le armerie della regione vendevano ormai ogni inizio di anno scolastico decine di migliaia di pistole ad aria compressa ai frequentatori dei corsi paramilitari scolastici.
Nella cartella di ogni ragazzo che avesse superato i 14 anni la vecchia armonica o flauto della antiquata lezione di musica erano stati sostituiti da griffate pistole ad aria compressa con calcio anatomicamente creato per giovani mani.
I ragazzi più entusiasti , man mano che raggiungevano la maggiore età, abbandonati i vecchi videogiochi, si iscrivevano privatamente al tiro al bersaglio, con armi reali, producendo un lucroso mercato indotto di ogni tipo di revolver ed automatiche.Insomma un affare grandioso che dava da vivere a molta brava gente, tra istruttori, armieri, fabbriche di armi.
I giovani rampolli della Milano bene, nell’università private impazzivano per l’ultimo modello della Mauser 1896, ” da discoteca”, calcio madreperlato contenente un dispenser multiplo per cocaina, estasi, crack, ecc, munita con telemetro laser e proiettili fosforescenti.
I figli dei bottegai e borghesi padani, prediligevano invece l’ultimo modello della SW 44 Magnum con calcio munito di telefonino, Ipodcon e scheda per la visione del grande Fratello, mentre i figli di immigrati, precari ,disoccupati ecc facevano la fila , col naso incollato alle vetrine, a vedere gli ultimi arrivi, negli shop-center della Padanian Army Corporation , dove, alle porte d’ingresso c’era affisso un “ Non si vendono a neri, islamici, cinesi e meridionali!”
Un peccato però, perché negli ultimi anni , erano proprio i figli di immigrati ed in particolare delle famiglia islamiche , ritenute sino allora ostili ai valori occidentali con genitori frequentanti luoghi di perdizione come le moschee di viale Jenner, ad aver vinto sistematicamente i premi messi in palio dal Ministero della Difesa.
Insomma LaRussa e la Gelmini erano riusciti perfettamente dove altri avevano fallito, riuscendo a promuovere processi di integrazione sino ad allora impossibili.
I giovani islamici , ma ad essi seguivano a ruota palestinesi, curdi, baschi, libanesi, afgani, somali, ecc primeggiavano nell’uso del fucile e della pistola ad aria compressa e in quelli di protezione civile: uso di esplosivo per smantellamento di manufatti come i ponti, edifici, in caso di alluvioni, catastrofi, ecc, nel recupero e soccorso di feriti , nel superamento di ostacoli e sentieri di guerra.
Le scuole coraniche , dove si cantilenavano un tempo i versetti mandati a memoria, erano ormai praticamente deserte o meglio, frequentate da coloro che risultavano esser stati bocciati alle Olimpiadi scolastiche.
In altre regioni, proprio dalle comunità su elencate, partivano continui appelli al governo affinché questo esperimento ben riuscito si estendesse , coinvolgendo la nuova generazione multietnica di italiani .
A fronte di tanto attivismo c’era purtroppo un inquietante risvolto della medaglia. La speciale sezione della procura di Milano, che sino a qualche anno prima aveva messo nel sacco Jhadisti e reclutatori di combattenti per Iraq, Afghanistan ecc e, che ogni tanto rastrellava barbuti nelle moschee, languiva inattiva: Pm, investigatori, scribacchini, spioni passavano le giornate a rigirarsi le dita e rimirare faldoni che non si riusciva a riempire e ben presto di questo passo correva il rischio di essere smantellata.
Inspiegabilmente , nelle moschee radicali non si incitava più ad andare nello Yemen, e altri posti proibiti dove addestrarsi alla Guerra Santa e, diventate luoghi innocenti, facevano a gara con le palestre parrocchiali per organizzare incontri di calcetto.
Da Linate e Malpensa non si verificavano passaggi di jhadisti verso i campi di addestramento, né si registravano colloqui tra soggetti a rischio che presupponessero attività rischiose come l’uso clandestino di armi ed esplosivi.
Nelle intercettazioni di barbuti padri era un fiorire di “-Hai visto mio figlio comè bravo a scuola?”- Con l’elenco poi delle prodezze fatte dai pargoli. Molti di loro si dichiaravano pronti ad iscriversi ai corsi serali per adulti analfabeti: insomma, Milano, finalmente, si stava preparando a giorni migliori….
Antonio Camuso
Osservatorio sui Balcani di Brindisi
Brindisi 24 settembre 2010
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http://www.pugliantagonista.it/osservbalcanibr/afghanistan_6.htm

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