sabato 27 novembre 2010



BARI 28 NOVEMBRE 2010


28 NOVEMBRE 1977


RICORDANDO BENDETTO PETRONE UCCISO DAI FASCISTI MANIFESTAZIONE ANTIFASCISTA, ANTIRAZZISTA E ANTISESSISTA











http://www.pugliantagonista.it/archivio/benedetto_petrone.htm

TESTIMONIANZE
riportiamo la testimonianza di Nicola Latorre sull'assassinio di Benedetto
-trattasi di stralcio dell'apporto di Nicola Latorre
nella stesura collettiva del libro GLI AUTONOMI
Ci avviamo all'autunno attraversando mesi segnati dalla quotidiana violenza fascista . A Carrassi e Poggiofranco la situazione era ormai critica, con la persistente presenza organizzata della “Passaquindici”, la cui leadership già iniziava a tessere relazioni con
il gruppo terrorista di Terza Posizione. La stessa “Gazzetta” era stata fatta oggetto
di una incursione squadrista, rea di aver pubblicato alcuni articoli di denuncia sull'irrespirabile clima di intimidazione che gli abitanti dei quartieri erano costretti
a vivere.
Da qualche settimana, il giro di noi compagni piú giovani aveva dato vita alle “ronde”
per il centro commerciale:entravamo in gruppo nei negozi di abbigliamento ed i
calzaturifici dove lavoravano 10-12 ore al giorno ragazzi e ragazze,la maggior parte minorenni,imponendo una sorta di “riduzione d'orario” attraverso la chiusura
anticipata del negozio. La sera del 28 novembre,tra risa e scherzi, tornammo
da una di quelle “ronde” al giardino dell'Ateneo. Di lì a poco l'arrivo di un compagno trafelato ruppe la nostra allegria:Benedetto Petrone e Francesco Intranó ,entrambi militanti della FGCI della città vecchia,erano stati accoltellati gravemente dai fascisti. Di Benedetto ero amico. Quasi coetanei,da quando aveva lasciato il ragioneria
per lavorare nel mercato rionale vicino casa ,ci frequentavamo spesso.
Anche se della FGCI era un proletario cosciente ed un antifascista militante,
con le nostre stesse passioni ed inquietudini, fortemente critico verso
quel suo partito che vedeva rinunciare alle lotte per stringere accordi con
la borghesia e la Dc.
I fascisti ,quasi un centinaio usciti dalla centralissima federazione provinciale di via Piccinni, aveva teso un vero agguato a un gruppo di una quindicina di compagni di barivecchia i quali,avvisati della presenza di noti fascisti nei pressi del quartiere,
si erano recati a dare un occhiata a quel che succedeva. I fascisti li aggrediscono a pochissimi metri dalla Prefettura,dove misteriosamente era scomparso il presidio
della polizia che permanentemente ne vigilava l'entrata. Benedetto,claudicante
sin da piccolo ad una gamba,viene raggiunto e più mani lo accoltellano a morte,
cade e per lunghi minuti viene ancora colpito con spranghe e chiavi inglesi.
Francesco, attardandosi in suo aiuto,viene anch’egli gravemente ferito dalle lame...

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