domenica 7 novembre 2010


KATER I RADES UNA STRAGE DI STATO RAZZISTA


a LECCE DUE INIZIATIVE ANTIRAZZISTE


LECCE LUNEDI’ 8 NOVEMBRE 2010 ORE 20,00 presso le Officine Culturali Ergot
Via Palmieri Lecce
proiezione del documentario
ETOJ - Vivo
di Mattia Soranzo ( Lecce) ed Ervis Eshja (Albania)
Ne discutiamo con
Ervis Eshja, autore del documentario
Antonio Camuso, Osservatorio sui Balcani di Brindisi
Avv. Piero Coluccia, Foro di Lecce
intervento telefonico di
Avv. Maria Vittoria Baffa, Legale rappresentante delle vittime
::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
Contro tutte le forme di respingimento
MARTEDI’ 9 NOVEMBRE ORE 8,30
in occasione del processo in appello
SIT-IN DI SOLIDARIETA’ CON LE VITTIME
presso il marciapiede antistante il Tribunale di Lecce
Per evitare che cali il silenzio sulla tragedia vissuta dai profughi albanesi
Per testimoniare la nostra vicinanza ai famigliari delle vittime e ai sopravvissuti
Per rivendicare il rispetto del
diritto internazionale


LE MOTIVAZIONI NEL VOLANTINO

Il 9 novembre alle ore 8,30 presso la Corte d’Appello di Lecce avrà luogo una delle ultime udienze del processo relativo all’affondamento della nave Kater I Rades.
La vicenda di cui oggi si dibatte risale al 28 marzo 1997, quando, in un clima di isteria generalizzata contro gli albanesi che arrivavano dal mare, una nave militare italiana (la Sibilla) speronò in acque internazionali la carretta del mare Kater I Rades, provocandone l’affondamento con la morte di circa ottanta persone, molte delle quali donne e bambini, in fuga dalla rivolte scoppiate in Albania in seguito alla crisi delle “Piramidi Finanziarie”.
Nonostante le testimonianze dei sopravvissuti che da subito hanno denunciato lo speronamento ad opera della nave Sibilla, oggi si tenta di archiviare quella tragedia come un errore accidentale provocato da chi era al timone della Kater I Rades.
Un tentativo, che oltre ad affossare la verità storica, nasconde le evidenti responsabilità politiche del Governo Italiano e dei Vertici della Marina Militare.
Quella tragedia, infatti, fu una delle conseguenze della politica dei respingimenti generalizzati inaugurata in quegli anni dal governo italiano.
Quella stessa politica che ha trasformato il mar Mediterraneo in uno dei più grandi cimiteri senza lapidi della storia recente (l’ONU denuncia che in 10 anni, sono state più di 10.000 le persone morte nel Mediterraneo nel tentativo di raggiungere l’Europa).
Uno Stato democratico non può accettare che in nome della presunta sicurezza di un Paese, si innalzino barriere che impediscono ogni forma di accoglienza e che violano il diritto internazionale.
La politica dei respingimenti, in aperta violazione con la Convenzione di Ginevra, nega il principio non refoulement che è uno dei principi cardine del diritto internazionale del rifugiato. Un principio che sancisce il divieto per gli Stati nazionali di respingere il richiedente asilo o il rifugiato verso luoghi dove la sua libertà e la sua vita sarebbero minacciati.
L’Italia, così come è avvenuto in passato con gli accordi bilaterali con il governo albanese, continua oggi, con il trattato di Amicizia, Partenariato e Cooperazione siglato con la Libia, a non rispettare La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo (art.13 diritto alla libertà di movimento) e i diritti dei richiedenti asilo.
LUNEDI’ 8 NOVEMBRE
ORE 20,00 presso le Officine Culturali Ergot
Via Palmieri Lecce
proiezione del documentario
ETOJ - Vivo
di Mattia Soranzo ( Lecce) ed Ervis Eshja (Albania)
Ne discutiamo con
Ervis Eshja, autore del documentario
Antonio Camuso, Osservatorio sui Balcani di Brindisi
Avv. Piero Coluccia, Foro di Lecce
intervento telefonico di
Avv. Maria Vittoria Baffa, Legale rappresentante delle vittime
::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::::
Contro tutte le forme di respingimento
MARTEDI’ 9 NOVEMBRE ORE 8,30
in occasione del processo in appello
SIT-IN DI SOLIDARIETA’ CON LE VITTIME
presso il marciapiede antistante il Tribunale di Lecce
Per evitare che cali il silenzio sulla tragedia vissuta dai profughi albanesi
Per testimoniare la nostra vicinanza ai famigliari delle vittime e ai sopravvissuti
Per rivendicare il rispetto del diritto internazionale

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