lunedì 29 novembre 2010







Quando i carabinieri si sfamarono alla mensa proletaria degli autonomi e poi li ringraziarono con il foglio di via ( editoriale di Pugliantagonista.it e Archivio Storico Benedetto Petrone)

Il Centro Sociale di Brindisi e l'aiuto ai terremotati irpini ( intervista a Mario Merico)




A 30 anni dal sisma del 1980: analisi e provocazioni corsare( il commento di Lucio Garofalo di Lioni -Avellino)
Irpinia Terremoto e memoria on line tra donne e amici ( di Doriana Goracci)



La redazione di Pugliantagonista.it e l’Archivio storico Benedetto Petrone , in occasione del trentennale dal terremoto dell’Irpinia , contribuiscono con articoli, ricerche, documenti dell’epoca e interviste al dibattito che nonostante gli anni trascorsi continua a riaccendersi su quella vicenda e le ripercussioni,politiche sociali e di costume essa ha avuto nel destino del popolo meridionale e nel rapporto con la vita nazionale.
Vogliamo parlare non solo di solidarietà umana ma impegno politico rivoluzionario, antagonista, rompipalle che molti compagni portarono in quei giorni nel “cratere del terremoto” fu una solidarietà attiva, che ben presto divenne scomoda per coloro, avvoltoi politici, mafiosi camorristici ed economici volevano gettarsi anima e corpo nel Grande Affare della Ricostruzione. Fu così che dopo un mese di impegno anima e corpo dei compagni, in particolar modo dell’Autonomia operaia coordinati da Radio Onda Rossa e i comitati autonomi di via dei Volsci di Roma, alla vigilia del Natale dell’80 nelle tende dei compagni irruppero i carabinieri che rifilarono il foglio di via ai volontari e fecero piazza pulita di coloro che stavano organizzando le popolazioni a denunciare affaristi, speculatori e politici corrotti.
Ora,ripulita l’area del terremoto da “oziosi vagabondi” che mettevano il naso dovunque, si potè passare alla grande abbuffata, quella poi fu chiamata Scandalo Ricostruzione.
Documenteremo attraverso i materiali dell’epoca come a portare il foglio di via ai compagni di Conza ci furono anche quei carabinieri che, esattamente 30 anni fa il 28 novembre 1980, grazie alla mensa montata nottetempo dagli autonomi romani, riuscirono a mangiare finalmente un pasto caldo, essendo Sant’Andrea di Conza stata lasciata abbandonata a se stessa dagli aiuti ufficiali. Documenteremo come,da quel paesino distrutto, che divenne il centro di smistamento di Solidarietà proletaria di radio Onda Rossa di Roma, grazie alla presenza dei militanti gli aiuti dei compagni giunsero a Ruvo del Monte, Calitri, Lioni, Montella , Serino, seguendo casualmente una linea rossa che aveva visto negli anni 60-70 far nascere in quei luoghi sedi e strutture di Potere Operaio Irpino e poi dell’Autonomia Operaia e di Lotta Continua, ma che sin dai primi anni del secolo aveva visto mobilitarsi boscaioli, braccianti, ferrovieri, operai agricoli e forestali in lotte sindacali e politiche facendo nascere cellule del partito Comunista Italiano prevalentemente legate all’area di Bordiga.
E’ quindi la vicenda degli aiuti ai terremotati irpini da parte degli “antagonisti”, una Storia nelle mille storie di lotta, ribellione e rivolta, caratteristiche del Sud e non possiamo non essere d’accordo con il titolo di una pubblicazione a cura di radio onda Rossa di quel periodo che la descrisse titolando:
storia di una Lotta che è nata dalla più grande strage di Stato : il terremoto!…
Scopriremo, scorrendo le pagine di quel documento di controinformazione, come a Sant’Andrea di Conza i giovani del luogo, insieme ai compagni costruirono un Centro Sociale, misero su un’esperienza culturale, seppero portare la voglia di non rassegnarsi , canalizzando la rabbia , allontanando la depressione attraverso la voglia di lottare.
Questo determinò un terrore tale tra i politici del luogo, che sino allora erano riusciti a imporre la pax mafiosa, che richiesero l’aiuto dello Stato: magistrati e carabinieri, gli stessi che chiusero entrambi gli occhi sui responsabili di tanti crolli e sulle ruberie della Ricostruzione , furono al contrario solerti ad allontanare i pericolosi sobillatori, quelli che stavano aprendo occhi e menti dei paesani del luogo… il seguito lo conosciamo tutti:
Oggi a trent’anni si parla ancora di ricostruzione mancata o meglio, si son fatte le seconde, terze, quarte e quinte case per i fantasmi, cementando l’impossibile, abbattendo anche quello che si poteva salvare, modificando e cancellando la memoria storica di borghi, paesi e casali, ma dimenticandosi di costruire e mettere in sicurezza gli edifici scolastici. Scopriamo così che oggi a trent’anni dal sisma, due generazioni di bambini son passati e ancora vivono tra i banchi il rischio di vedersi crollare i tetti delle loro scuole sulla testa per una scossa tellurica.
In questo speciale ospiteremo interventi dall’Irpinia e di coloro che vissero direttamente quelle vicende , ma ricorderemo anche Alfio di Bella , il fotografo ufficiale dell’Autonomia Romana che in quel contesto fu eletto in assemblea sindaco onorario di sant’Andrea di Conza e che ci ha lasciato qualche anno fa. Di lui le sue foto parlano delle lotte di un’intera generazione che non volle piegarsi e no ebbe paura di gridare in faccia al mondo che esisteva un’altra alternativa a ciò che oggi fa vivere il mondo nel baratro di una crisi infinita.

La redazione di Pugliantagonista.it e dell’Archivio Storico Benedetto Petrone
Brindisi 28 novembre 2010

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